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E con il terremoto piomba anche Casa Pound

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La chiacchierata associazione vicina a Casa Pound è tra le sigle più in vista tra le macerie. La ricerca di visibilità e le solite facce inquietanti

di Enrico Baldin

 

UnknownTra i tantissimi che in queste ore stanno prestando aiuto alle popolazioni coinvolte nelle distruzioni del terremoto di ieri, vi è anche una associazione piuttosto discussa e chiacchierata legata a filo diretto all’organizzazione politica di estrema destra “Casa Pound Italia”. Si tratta de La Salamandra, ufficialmente una associazione di volontariato e protezione civile, in seconda battuta una delle tante gambe su cui poggia Casa Pound per reclutare nuovi affiliati e per darsi quella parvenza di bravi ragazzi indicata anche dal Viminale in un rapporto reso pubblico qualche mese fa.

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La Salamandra in queste ore è nelle zone terremotate, Casa Pound mette a disposizione le sue sedi per raccogliere beni di prima necessità. Da bravi ragazzi. Pure nei comunicati ufficiali e nelle pagine pubbliche in questi due giorni l’organizzazione guidata da Simone Di Stefano appare irreprensibile, volenterosa e contenuta. Ma a volte l’apparenza inganna. I bravi ragazzi – come riporta una inchiesta dello scorso febbraio de L’Espresso – ricevono mediamente una denuncia a settimana ed un arresto ogni tre mesi, spesso e volentieri per azioni violente, alcune delle quali finite davvero male. Solo poche settimane fa le pagine della cronaca furono funestate dall’omicidio a Fermo di un migrante, commesso da Amedeo Mancini, un estremista di destra da alcuni ritenuto “vicino” a Casa Pound. L’organizzazione della tartaruga prese le distanze dall’accaduto disconoscendo l’assassino, ma al contempo in quei giorni comparvero nel web delle foto che dimostravano che il Mancini in alcune occasione aveva frequentato Casa Pound.

Ad avere problemi con la giustizia però è anche colui che è forse il più attivo dentro all’associazione La Salamandra, tal Pietro Casasanta. Il Casasanta infatti ha riportato una condanna nell’aprile scorso assieme ad Andrea Antonini, elemento tra i più noti dalle parti di Casa Pound Italia. Secondo il pm Tescaroli il comportamento dei due avrebbe favorito la latitanza di uno spacciatore di livello internazionale che al momento della cattura risultava essere uno dei cento ricercati più pericolosi d’Italia. Secondo l’inchiesta, Casasanta e Antonini – condannati in primo grado rispettivamente a venti mesi e a due anni – avrebbero prestato il loro aiuto a Mario Santafede, pregiudicato legato alla camorra, nell’ottenere un documento con delle false generalità. Quando pochi mesi dopo Santafede venne arrestato a Barcellona, aveva con sé il documento falso.

Ma essere generosi con personaggi legati alla camorra e allo spaccio di stupefacenti nella città capitolina, non esclude la generosità anche nel fronte della protezione civile. E infatti Casasanta, intervistato anche dal quotidiano online “Il primato nazionale” (anch’esso legato all’estrema destra) si è prodigato anche nel sisma di questi giorni partendo mercoledì stesso verso le zone terremotate.

Tanta generosità però può apparire sospetta. Del resto Seneca diceva che ciò che è dato con ostentazione può essere frutto più di ambizione che di generosità vera e propria. Ostentazione in effetti è la sensazione che si può avere scorrendo la pagina Facebook dell’associazione La Salamandra. Ma oltretutto in un momento come questo, con centinaia di giornalisti sui luoghi del disastro, vi è una occasione enorme di visibilità per l’associazione legata ai fascisti del terzo millennio: infatti in questi due giorni l’associazione è stata più volte ripresa da testate più o meno importanti, ed è pure stata pure indicata come riferimento per prestare aiuto. Tutto fieno da mettere in cascina per i collaterali di Casa Pound che per l’occasione ha preferito darsi una spolverata di buon costume scegliendo persino di mettere da parte (per ora) i proverbiali attacchi agli extracomunitari, nonostante non manchino i soliti noti che riescono a trovare nel terremoto l’ennesima occasione per le solite polemiche xenofobe.

Così, spoglia di ideologia, del simbolo tradizionale e alleggerita da proclami che in un momento come questo sarebbero poco digeribili, Casa Pound indirettamente riesce in qualche modo a trovare una agibilità che non sempre le è concessa. Resta la sensazione che a volte la generosità può essere un buon affare per chi la pratica.

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