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L’atomica su Hiroshima, 140mila morti ma il Giappone era già vinto

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6 agosto 1944: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti

di Marco Gisotti

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Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica.
Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell’atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi.
Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1944, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki.
Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico.
Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: “Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino”. Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica.

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