FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page
Home quotidiano movimento Grup Yorum, I...

Grup Yorum, Ibrahim Gökcek sospende lo sciopero della fame

0

Da dieci giorni anche in Italia si digiuna in solidarietà con i membri del Grup Yorum e contro la repressione dello stato turco (Giorgio Coluccia)

Con gioia apprendiamo che Ibrahim Gökcek, bassista del gruppo Yorum, ha sospeso lo sciopero della fame perchè una delle sue richieste, la revoca del divieto di concerti per il gruppo Yorum, è stata accettata dal governo turco ed ora sarà da stabilire la data del primo concerto della ripresa del gruppo. Questa vittoria ottenuta grazie alla forza ed alla ostinazione di Ibrahim e degli altri membri del gruppo come la cantante Helin Bölek che purtroppo è morta, dopo 288 giorni di sciopero della fame, il 3 aprile all’età di 28 anni. Negli ultimi giorni le condizioni di Ibrahim erano critiche, aveva il battito del cuore molto basso e si temeva per la sua vita e molte personalità pubbliche turche e membri del partito HDP ho fatto pressione sul governo turco per impedire un’altra morte. Ora il bassista del gruppo Yorum è stato portato in ospedale dove si tenta di ripristinare il suo equilibrio fisico.      

Rompiamo il silenzio
Diamo voce alle richieste di #GrupYorum e #MustafaKoçak
# metti le canzoni di Grup Yorum dalla tua finestra o dal tuo balcone
# lancia un breve messaggio di solidarietà per Grup Yorum e Mustafa Koçak
# condividilo e manda il link ad Anadolu Newsblog
Tutti i giorni alle 18:00

                                                                                                              

90 mila persone su 300 mila verranno liberate dalle prigioni turche nei prossimi 4 mesi grazie ad una modifica legislativa definita “Amnistia Corona“. Addirittura un terzo della popolazione carceraria. Gli altri invece, in maggior parte i prigionieri per motivi politici rimarranno in cella. Intanto in Turchia nel corso delle ultime sei settimane 402 persone sono state arrestate con l’accusa di affermazioni “false e provocatorie“ su Internet sulla crisi da coronavirus. Sono imputate di aver fomentato il panico e di aver accusato il governo di non fare abbastanza per arginare la pandemia o di aver mentito sull’effettivo numero di contagi e morti.

FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

Fra coloro che non potranno usufruire di questa amnistia ci sono tutti gli oppositori politici di Erdogan, anche quelli democraticamente eletti nelle file dell’HdP ancora in carcere ed alcuni membri del pericolosissimo Grup Yorum che si è costituito contro lo scenario di repressione politica dopo il colpo di stato del 1980. Dal 1985 ha prodotto 23 album ed un film. Molti concerti ed album del gruppo erano stati vietati, con diversi membri che sono stati arrestati e persino torturati. Nonostante tale repressione il gruppo è ancora molto popolare sia in Turchia che all’estero.

Ippazio Antonio Luceri, detto Pati, segue da anni le vicende turche e cerca in tutti i modi di sostenere il popolo turco contro la repressione del governo. Negli ultimi mesi, venuto a conoscenza della recrudescenza persecutoria nei confronti degli Yorum prima aveva iniziato uno sciopero della fame, poi ha deciso di andare in Turchia per manifestare in prima persona la sua solidarietà ai membri del gruppo, alcuni dei quali erano e sono in sciopero della fame, ed a tutti i prigionieri politici turchi che hanno la “grandissima” colpa di provare a criticare le scelte del “democratico” Erdogan.

Il 26 febbraio il Pati prende l’aereo ed atterra in Turchia, ma il suo viaggio finisce nell’aeroporto perchè “lo stesso giorno sono arrivato all’aeroporto dove mi hanno subito bloccato 6 gendarmi che mi hanno portato in una camera di sicurezza dove mi hanno trattenuto insieme ad altre 15 persone e la mattina dopo (il 27/2) rispedito in Italia”  “Questo dimostra che il governo turco ha paura della solidarietà ed è per questo che io insisto a dire che bisogna amplificarla, rafforzarla fino a quando Ibrahim ed il gruppo Yorum possano vincere e riprendere a suonare. Dal 2015 è vietato loro di suonare. Ciò mi sembra molto simile al fascismo e per questo invito tutti a protestare ad alzare la voce, come si dice dalle parti mie: “ogni pietra azza parite” (ogni pietra contribuisce a costruire il muro) oppure “goccia dopo goccia scava la roccia” cioè ogni uno di noi può e deve dare qualcosa di più. La mia è una critica costruttiva, non chiedo altro”. Questo ci dice nell’intervista che ci ha rilasciato cinque giorni dopo aver iniziato un nuovo sciopero della fame in solidarietà com Ibrahim Gokcek (uno dei membri del gruppo Yorum, in sciopero della fame da 316 giorni), e la madre di Mustafà Kocak, (di anni 28, in sciopero della fame dal 3 luglio 2019), Zeynep Kocak, che  ha dichiarato: “di essere pronta a fare di tutto per mio figlio. Mio figlio è in sciopero della fame per tutti i prigionieri politici. Mio figlio è innocente”, e che non riuscendo più a parlare con il figlio in prigione, il 21 Aprile scorso, ha iniziato anche lei uno sciopero della fame. Anche, Ayşe Koçak, la sorella di Mustafà era preoccupata ed ha lanciato un appello: “Sentiamo la sua voce una volta alla settimana per dieci minuti. Ora non possiamo più nemmeno sentirlo. Telefoniamo al carcere, ma non dicono niente né a noi né agli avvocati. Ma Mustafa è nostro fratello. Non vi lasceremo in pace. Voi volete che muoia in silenzio. Io chiedo al Ministro della Giustizia: state aspettando la sua morte? Perché non chiudete il procedimento? Non è vostro compito provvedere alla giustizia? Chi servite? Dovreste essere al servizio del diritto, della giustizia e dell’umanità. Togliete le vostre sporche mani da mio fratello, dalla mia famiglia e dalle persone. Smettete di condannare innocenti. Ora basta!“

Mustafa Koçak era stato condannato l’11 luglio 2018 da un tribunale di Istanbul a un ergastolo duro più 39 anni di privazione della libertà perché come presunto membro del Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo (DHKP-C) avrebbe procurato armi per una un sequestro nel palazzo della giustizia di Istanbul. Contro di lui non c’erano prove, solo la dichiarazione di un delatore costituiva la base per la sentenza. Le contraddittorie dichiarazioni del collaboratore Berk Ercan finora hanno portato all’arresto di circa 200 persone, tra cui i componenti del gruppo musicale Grup Yorum e avvocati dell’associazione di avvocati ÇHD. Lo stesso delatore che poi in parte aveva ritrattato, come ci ha raccontato Pati nell’intervista. Riportiamo, in assoluta solidarietà, alcune delle richieste di Mustafà Kocak per le quali aveva iniziato lo sciopero della fame:

-I tribunali non sono uno strumento di lotta politica. I tribunali speciali devono essere chiusi!

-Non vogliamo una società di informatori. Leggi che incoraggino a diventare informatori della polizia sono da abolire!

-La tortura è un crimine contro l’umanità. Agenti di polizia del Dipartimento di Polizia di Istanbul, che praticano vari metodi di tortura devono essere identificati e processati!

Purtroppo Mustafà è morto la notte del 23 Aprile dopo aver subito le ennesime torture e violenze in quanto come ci racconta Ippazio: “Mustafà, appunto, è stato portato in questa camera (l’infermeria?) dove hanno cercato per ben 73 volte di nutrirlo artificialmente tentando di iniettare vitamine, ma lui ha lottato e si è difeso strenuamente, e, come se tutto ciò non bastasse, alla presenza del direttore del carcere, è stato anche violentato con un bastone. Inoltre voglio aggiungere che Mustafà è stato violentato e minacciato affinchè accusasse altri compagni altrimenti avrebbero violentato la sorella che era anche incinta. Questo è l’attuale governo turco”.  Pati, con il suo sciopero della fame sta protestando contro questa violenza continua del governo turco e in solidarietà con il membro degli Yorum, Ibrahim Kocak, che ha dichiarato di voler continuare lo sciopero sino alla morte se non vengono accolte le sue richieste.                                                                               Ippazio proprio all’inizio dellintervista ci tiene a sottolineare che proprio nel mese di Aprile sono morte due persone che avevano deciso di protestare contro i crimini del governo turco proprio con lo sciopero della fame, oltre a Mustafà Kocak, l’altra persona deceduta è Helin Bolek; una donna che faceva parte del gruppo Yorum.

Helin Bölek, insieme ad Ibrahim Gökçek erano stati arrestati circa un anno fa durante una perquisizione domiciliare al centro culturale Idil a Istanbul. Essi erano stati accusati di appartenenza al partito illegale del Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (DHKP-C). Helin Bölek era stata rilasciata nel novembre 2019 e Ibrahim Gökçek il 24 febbraio 2020. Entrambi i musicisti hanno continuato con lo sciopero della fame sino alla morte fino a quando non si sarebbero interrotte le rappresaglie contro il gruppo.

Helin Bölek e Ibrahim Gökçek (qui la sua lettera)  erano stati portati l’11 marzo con la forza dalla polizia all’Ospedale di ricerca e formazione di Ümraniye, Dopo sei giorni erano stati riportati alla “Casa della Resistenza” dopo hanno proseguito nella loro iniziativa dopo non aver consentito l’intervento medico. Helin Bölek è morta il 3 Aprile 2020, al 288° giorno di digiuno chiedendo:

 – il rilascio degli altri membri del gruppo,

 – l’annullamento degli ordini di arresto contro di loro

 – la fine del divieto delle esibizioni del gruppo.

Già queste sono le richieste terroristiche dei membri del gruppo Yorum: poter essere liberi di esprimere il loro pensiero in ogni modo. “Chi sono i componenti del gruppo musicale Yorum – racconta Pati – questo gruppo è nato nel 1985 e da allora si è sempre distinto per essere un gruppo partigiano contro le ingiustizie, per la resistenza, e non solo per le ingiustizie che si verificano in Turchia, ma anche contro ogni ingiustizia che si verifichi in ogni parte del mondo. Essi oltre a cantare in turco cantano anche in armeno, in kurdo, in circasso, proprio per testimoniare il loro spirito internazionalista, di essere da parte degli oppressi e di chiunque subisca ingiustizie. Una delle loro canzoni più famose è quella dedicata al massacro di Soma, una località turca, dove sono morti, nel 2001, 301 minatori a causa di gravi insufficienze nelle misure di sicurezza e di tutele per i lavoratori, di cui si sa che sono responsabili anche familiari di Erdogan.  In genere gliYorum” si ispirano alla musica popolare degli “Inti-Illimani”; sono stati sempre vicini alle lotte dei lavoratori, degli studenti, dei palestinesi, e di ogni parte del mondo…. Il nume Yorum significa “Commento” ed il loro nome e dovuto proprio alle loro scelte musicali che sono quelle di commentare e portare a conoscenza della cittadinanza ciò che succede in Turchia e che spesso il potere cerca di nascondere. Sono molto apprezzati in Turchia con concerti che hanno radunato sino a 120.000 persone… La musica è arte, è poesia, la musica del gruppo Yorum è libertà è volontà di emancipazione, è volontà di giustizia e non è possibile che i suoi componenti muoiano in carcere o per lottare per il diritto alla libera espressione. Non è possibile che i suoi componenti vengano repressi, trorturati, come è successo a Selma Altan, che era una cantante del gruppo, a cui hanno rotto un timpano per impedirLe di cantare,  come è successo ad un’altra componente del gruppo, la violinista, a cui hanno rotto il polso di una mano affinchè non potesse più suonare. Tutto ciò non è sufficiente per farci dire basta? Cosa aspettiamo a far sentire la nostra voce? A far uscire dal nostro cuore ciò che preme contro l’ingiustizia. Credo che un/una internazionalista debba sollevarsi non accettare più passivamente tutto ciò. Dobbiamo reagire ed è per questo che ho intrapreso questo sciopero della fame. Ci tengo a precisare che attualmente Ibrahim Gokcek ha mutato la sua protesta da “Sciopero della fame” in “Sciopero sino alla morte” nel senso che intende lasciarsi morire se non vengono ascoltate le sue richieste. Proprio questa mattina, 27 aprile, Gokcek ha inviato un messaggio in cui dice: “o vittoria o morte”. Noi cosa aspettiamo, che muoia? La mia più che una protesta è uno sprone a tutti i sinceri compagni, a tutti i progressisti, a tutti gli internazionalisti affinchè ci svegliamo e facciamo sentire forte la nostra voce. …

Sempre nel solco della solidarietà con il gruppo turco Yorum Ippazio insieme ad altri compagni: “Quando a gennaio 2020 a Martano (paese in provincia di Lecce) abbiamo saputo dello sciopero dei componenti del gruppo Yorum abbiamo organizzato una serata in loro solidarietà. A questa serata hanno partecipato 6 gruppi musicali, tra cui gli Iassura, l’Officina Zoè, Anna Cinzia Milani, un gruppo martanese che ha cantato in turco una canzone degli Yorum, il coro degli arditi, ecc., ed alcuni compagni a titolo individuale. Inoltre hanno partecipato due sindaci di due comuni (Martano Fabio Tarantino e Melendugno, Marco Potì) della provincia di Lecce.

Lo sciopero della fame di Pati punta a stimolare compagne, compagni, cittadine e cittadini che credono profondamente nella democrazia e nella libertà di espressione e di pensiero, ad iniziare una lotta contro il potere criminale ed oppressivo che regna in Turchia che impedisce con violenza brutale ogni forma di critica. Noi condividiamo e facciamo nostra la richiesta verso tutte e tutti le ed i compagne e compagni, democratiche e democratici sincere/i di alzare la voce ed urlare contro il potere  violento, antidemocratico e criminale, dominante in Turchia dando sostegno e forza a tutte/i le/i membr* del gruppo Yorum ed a tutte e tutti i compagni turchi e curdi e ad Ibrahim Gokcek in modo che possano essere accolte le sue richieste e si fermi il suo sciopero verso la morte. 

#FREEGRUPYORUM #FREEPEOPLESLAWYERS #ONEDAYHUNGERSTRIKE #2MAGGIO

Appello a partecipare numerosi allo sciopero della fame europeo di un giorno in solidarietà con Grup Yorum e gli Avvocati del popolo – OGNI SABATO

Come aderire?

Manda una tua foto con un cartello con scritto:

«In sciopero della fame per un giorno in solidarietà con Grup Yorum e gli Avvocati del popolo.

Vogliamo che le giuste richieste siano accettate!

Free Grup Yorum! Free People’s Lawyers 2 Maggio»

comitatosolidalegrupyorum@gmail.com

Sosteniamo le richieste di #GrupYorum:

– La fine delle incursioni della polizia nel Centro Culturale İdil

– La cancellazione dalla lista dei ricercati dei membri del Grup Yorum

– La rimozione del divieto dei concerti di Grup Yorum

– La cessazione delle accuse contro i membri di Grup Yorum

– Il rilascio di tutti i membri di Grup Yorum attualmente in carcere

Sosteniamo le richieste degli #Avvocati del popolo che chiedono di poter difendere i loro clienti!

Lo scorso sabato 25 aprile in Europa hanno aderito allo sciopero della fame circa 1200 persone

Exit mobile version