«Ho incontrato Hebe più volte, anche presso la sede delle Madres a Buenos Aires, ma una è stata fondamentale per la mia formazione politica. Eravamo a Genova venerdì 20 luglio 2001, poco più di un’ora dopo l’uccisione di Carlo Giuliani. In Piazzale Kennedy, sul lungomare, ci trovammo per un’assemblea spontanea del Movimento. Migliaia di attiviste e attivisti sconvolti da quella morte decisero di confrontarsi, ancora una volta pacificamente, per capire cosa stava succedendo, perché lo Stato ci stava uccidendo, perché la democrazia italiana era stata sospesa.

Eravamo scossi da quel che stava accadendo, cercavamo volti amici, ci abbracciavamo in cerca di consolazione e allo stesso tempo per trovare la forza di andare avanti, di continuare le nostre lotte per un mondo più giusto, finalmente libero dal giogo liberista. Nessuna repressione poliziesca, nessuna violenza di Stato ci avrebbe costretto a rinunciare alle nostre lotte. E per molti di noi così andò. Proprio grazie ad Hebe.

Le facemmo spazio appena arrivò in piazza. Fu abbracciata da una moltitudine di persone che le si strinsero accanto, all’improvviso mute quando prese in mano il microfono. Iniziò ricordando che quel ragazzo ucciso, Carlo, non avrebbe dovuto morire così. E questo era naturale. Ma ricordando l’esperienza argentina ci introdusse a quella che le Madres chiamavano «Aparición con vida», uno slogan coniato nel 1980 che siglava un’accusa feroce al governo argentino: nessuna istituzione democratica poteva definirsi tale se uccide o fa sparire chi fa politica (…) Hebe ci descrisse così quella cosa straordinaria che riassunse con una frase: “Come io sono stata generata dai miei figli, sono certa che l’assassinio di Carlo porterà tantissime persone ad essere generose verso il prossimo, ad occuparsi degli altri, a mettere la politica al centro delle loro vite”. Nonostante poche ore dopo venissero nuovamente massacrati dalle forze dell’ordine, i ragazzi e le ragazze che l’ascoltarono lenirono il loro dramma, capirono che non tutto finiva quel torrido pomeriggio di estate e che la Storia, la loro e quella del conflitto di classe, avrebbe continuato il suo corso e che avrebbe avuto bisogno dei loro corpi, della loro passione e delle loro intelligenze».

Giovedì 24 Novembre, in concomitanza con la manifestazione dell’Associacion Madres de Plaza de Mayo a Buenos Aires nell’omonima piazza, anche a Roma sarà ricordata la sua figura ed il suo esempio, a Piazza Esquilino alle 19:15 vicino all’ambasciata argentina dove è dipinto un panuelo, simbolo forte della lotta sua e di tutte le Madres.