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Akkittate Casa, chiude e rilancia

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Arci Roma fa il bilancio di Akkittate Casa, progetto nell’ambito di Comunità solidali 2020 finanziato dalla Regione Lazio

Undici mesi dopo il suo annuncio, si conclude Akkittate Casa!, progetto pilota nato da una costola di Akkittate, esperienza maturata da Arci Roma e alcuni dei suoi circoli durante il periodo più duro dell’emergenza pandemica.

«Akkittate Casa punta a sottrarre dalla strada alcune persone individuate durante l’esperienza di Akkittate, inserirle in un contesto abitativo consolidato, seguirle per 12 mesi con percorsi di orientamento ed inserimento socio-lavorativo», spiega la referente del progetto per conto di Arci Roma. «Casa, lavoro, sanità, documenti, luoghi dove poter andare ed essere ascoltati, questi i bisogni sociali registrati. In sintesi il loro bisogno primario per la grande maggioranza è quello di sentirsi ed essere trattate come Persone. L’accoglienza che li responsabilizza e gli consente di uscire da una condizione di minorità, quasi di “ospedalizzazione”, come avviene nei sistemi imperniati nei “dormitori”. Il metodo ha avuto sicuramente l’effetto di alleviare la precarietà esistenziale e di sottrarre le persone a condizioni di spersonalizzazione o di approcci parternalistici da parte degli operatori dei servizi tradizionali», spiega Simona Tocci, responsabile del progetto per conto di Arci Roma.

Un appartamento con cinque beneficiari che hanno potuto sperimentare pratiche diverse e almeno altre venti sottratte alla strada, grazie al lavoro degli operatori coinvolti nel progetto.

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«Fornire una seconda chance a persone senza fissa dimora, questo volevamo fare e ci siamo riusciti anche rispettando il loro diritto alla riservatezza – continua Tocci – prendendoli in carico a partire da un’offerta di accoglienza in questo appartamento.  E’ una storia di solidarietà nata dalla rete di circoli Arci e di emancipazione per le persone coinvolte nel programma».

Cinque uomini, provenienti dai centri di accoglienza notturna per l’emergenza freddo gestiti da Nonna Roma sono stati segnalati dal progetto Akkittate nato all’interno del circolo Arci Pianeta Sonoro – che si è occupato di dare sostegno ai senza fissa dimora in strada.

Nelle stanze di cui pubblichiamo le foto è iniziato un percorso verso la loro piena autonomia grazie a strumenti di crescita culturale e formativa anche attraverso tirocini presso aziende, seguendo le loro inclinazioni lavorative.

Il progetto, curato da Arci Roma, nell’ambito di Comunità solidali 2020 finanziato dalla Regione Lazio, è sostenuto dalla rete dei nostri circoli che si sono messi a disposizione offrendo corsi e momenti di formazione nelle loro sedi.

«Akkitate casa è un passaggio per costruire una rete di condivisione e sostegno del progetto e dei suoi beneficiari. Ora due di loro già lavorano, la nostra idea è che in breve tempo la casa affittata ad hoc per il progetto si trasformi in cohousing, gestita da persone finalmente indipendenti», conclude la referente del progetto per conto di Arci Roma.

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Checchino Antonini quasi sociologo, giornalista e scrittore, classe 1962, da vent’anni segue e racconta i movimenti sociali e la “malapolizia”. Ha scritto su Liberazione, Micromega Erre e Megafono quotidiano, InsideArt, Globalist, PostIt Roma, Retisolidali, Left, Avvenimenti, il manifesto. Ha pubblicato, con Alessio Spataro, “Zona del silenzio”, graphic novel sul caso Aldrovandi. Con le edizioni Alegre ha scritto “Scuola Diaz vergogna di Stato” assieme a Dario Rossi e “Baro” Barilli. Il suo primo libro è Zona Gialla, le prospettive dei social forum (Fratelli Frilli, 2002)
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