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Diane Keaton e Michael Douglas mai così vicini

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Arriva al cinema la nuova commedia di Rob Reiner, regista di “Harry ti presento Sally”. Su Popoff la recensione.

«La vita sopravvive all’amore». Oren Little (che ha la faccia rugosa di Michael Douglas), vedovo e agente immobiliare a un passo dalla pensione, deve ancora impararlo. Rude e con un cinismo che rasenta la spietatezza («Ma che razza di concerto è? Non fa altro che piangere!»), appesta gli abitanti di Little Shangri-la!, un traballante complesso di appartamenti sulla riva di uno stagno. Sogna di andare altrove e di diventare pescatore-eremita dimenticato dal mondo e da tutti. «Sei un accumulatore?/No. Conservo queste cose per quando scapperò».
Tutto dipende dalla vendita di quella mega-villa chicchettosa che non serve più a nessuno ed è ingombrante di ricordi dolorosi. Senonché. Perché Oren deve ancora imparare che la vita sopravvive non solo all’amore ma anche alla morte, alla solitudine, alle brutture. E chi può insegnare, a un cuore duro come il suo, un principio così basilare? «È mia nipote, deve essere del Guatemala». Ecco, una nipote (la bella e brava Sterling Jerins). Capitata a Shangri-la! per caso. «È mio figlio, sta per andare in galera». Per caso o a causa di un padre condannato ingiustamente.
E Oren si ritroverà con nipote e cane («Ma che razza di malattia hai, cachi solo dove abito io?) a carico.

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Ad aiutarlo, ci penserà la vicina dal cuore tenero, una cantante emotivamente compromessa. «Quando canta Cry me a river non pianga ogni volta che c’è scritto nel testo!». Leah (una Diane Keaton sempre in splendida forma), anche lei sola e persa nelle memorie di un marito che l’adorava, dovrebbe avere più ambizioni, pretendere tanto dal suo talento e riscoprire la potenza delle possibilità. Le lacrime perennemente versate le offuscano, però, la vista e i pensieri. Che sia Oren l’uomo/venditore in grado di salvarla e valorizzarla? «Io ho venduto case più vecchie di te e in condizioni molto peggiori! Era un complimento». Ops: ma la delicatezza si può sempre imparare.

Rob Reiner, aiutato dalla buona sceneggiatura di Mark Andrus (quello di Qualcosa è cambiato, tanto per capirci), sembra prendere il meglio di Harry ti presento Sally e di Non è mai troppo tardi (due delle sue commedie più riuscite) per mescolarle in un film sull’amore maturo, quello che non arriva mai troppo tardi (appunto!) e che può essere strambo ma gentile. «L’ultima volta che ho fatto sesso mi sono rotto il crociato…/E questo che c’entra?/Pensavo fosse un’informazione da rivelare». I toni sono chiari. Oren ti presento Leah. E se in alcuni momenti gli sviluppi possono sembrare scontati e a rischio di sentimentalismi macchinosi, ci pensano le battute in stile screwball a evitare facili scivoloni. «Per ogni ciao c’è un addio in fila./Sono queste stronzate che fanno sembrare la gente stupida». Chiaro, no?

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Senza colpi di scena e genialità registiche, Mai così vicini è una commedia gradevole, in grado di regalare momenti divertenti e di far godere appieno allo spettatore il carisma e la bravura di due attori “maturi” come Michael Douglas e Diane Keaton, affiancati (per giunta) dalla temibile-terribile amica Claire/Frances Sternhagen («Perché il cancro uccide le brave persone e tu sei ancora viva?»), sempre pronta a dispensare perle di saggezza. «Guarda che non li hai inventati tu gli uomini che fanno gli stronzi». C’è posto pure per un piccolo cameo, quello di Frankie Valli (con il Jersey Boys di Clint Eastwood ancora nelle sale sembra capitare a fagiolo).
E se l’amore si porta sempre dietro un prezzo, tutto il resto è il miracolo della vita.
O di un bozzolo. Che, prima o poi, diventerà una farfalla.

MAI COSI’ VICINI
Regia di Rob Reiner
Con Michael Douglas, Diane Keaton, Sterling Jerins, Frances Sternhagen, Andy Karl
Titolo originale: And So It Goes
Commedia, 94 min.
USA, 2014
Uscita giovedì 10 luglio 2014
Voto Popoff: 3/5

mipiace da vedere se: vi piacciono le commedie sofisticate sull’amore maturo
nonmipiace da non vedere se: vi dà fastidio pensare ai vostri nonni che fanno sesso

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