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Guantanamo, il ruolo cruciale dei medici nelle torture

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Lo rivela un medico statunitense specializzato in torture, che lavora anche per le Nazioni Unite. Medici ancora in servizio hanno permesso ai prigionieri di sopportare torture prolungate, e poi hanno nascosto gli abusi alla giustizia.

 

di Franco Fracassi

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«Sono stati torturati, violando qualsiasi legge internazionale e americana. Ma la cosa peggiore è che le torture sono potute avvenire grazie all’aiuto di medici e psicologi, ancora in attività. Queste persone ancora esercitano la professione medica». Vincent Iacopino è un medico statunitense specializzato in effetti fisici e psicologici delle torture, tanto da scrivere sull’argomento il manuale delle Nazioni Unite su cui si basa la convenzione internazionale contro la tortura. Iacopino ha avuto accesso alle schede mediche dei detenuti di Gitmo, la prigione speciale di Guantanamo. Al termine della sua accurata analisi dei file, il medico ha scritto un articolo per la rivista scientifica “PLoS Medicine”.

 

La prigione di Guantanamo è composta di blocchi separati e lo studio presenta i casi di nove persone incarcerate nel bloccomeno duro. Nell’articolo si documenta il comportamento dei medici che hanno nascosto gli abusi sui prigionieri e hanno prestato assistenza in modo che potessero sopportare torture successive.

 

Nell’articolo si parla di «tecniche d’interrogatorio rafforzate, che sono state ritenute idonee per l’utilizzo negli interrogatori dall’ex presidente George W. Bush».

 

Nonostante le promesse elettorali del presidente Barak Obama, Gitmo non è stato chiuso ed è ancora funzionante e affollato di detenuti non combattenti. A Guantanamo si continua a praticare anche la tortura.

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