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Nessuno entra di notte in quel labirinto

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Arriva al cinema Maze Runner – Il labirinto, primo capitolo di una nuova saga distopica tratta dai romanzi di James Dashner. Su Popoff la recensione.


Il trailer del film

«Benvenuto nella radura». Devo ammetterlo, questa volta non ho fatto i compiti a casa. Non ho letto il romanzo di James Dashner (Il labirinto) prima di vedere Maze Runner, adattamento cinematografico del suddetto romanzo, e ne sto pagando le conseguenze. Amaramente, aggiungerei. Perché la storia raccontata nel film di Wes Ball non si comprende totalmente se si è a digiuno dell’opera partorita dalla penna di Dashner. Ahinoi, è la triste verità. Mancano proprio i pezzi, gergalmente parlando.
Non fraintendetemi. Questo Maze Runner rappresenta un “buon prodotto” che inaugura un nuovo franchise di sicuro (e remunerativo) successo. Wes Ball dirige il suo film tenendo bene a mente la lezione di Harry Potter e Hunger Games e, soprattutto, quella dei “parenti” più sfortunati come Shadowhunters e Beautiful Creatures. Allo stesso tempo cerca di fare qualcosa di diverso e ci riesce.

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Se da un lato, infatti, lo spettatore al quale “mancano i pezzi” può sentirsi confuso e ignorante (e anche un po’ infelice per la sua ignoranza) dall’altro lato, lo stesso spettatore si ritrova a seguire con enorme interesse una trama complicata, che non svela mai niente fino in fondo e capace di mantenere alta l’attenzione. «Li chiamiamo dolenti». Cosa? Come? Chi?! «Nessuno entra nel labirinto tranne i velocisti». Eh?! Con quale scopo?? Che diamine fanno?! «Si chiama la mutazione: è quello che succede quando vieni punto». Da chi?!? Perché? Ommioddio.
E così via. Finché il grado di frustrazione non è pari al grado di curiosità e ti rassegni all’idea di guardare un film che non vuole (ancora) svelarti nulla. Un film che vuole condurti verso una fine che è solo l’inizio. Non aspettatevi di ricevere qualche delucidazione con un siero arrivato da chissà dove. E non aspettatevi creature mitologiche; semmai mostri Alienizzati.

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«Mi stai dicendo che non sei neanche un po’ curioso?» Io sì, lo sono. Sono curiosa di capire cosa è successo all’umanità, perché esiste quel labirinto (dalla forte valenza simbolica) e chi è che tira le fila del mondo. Maze Runner è (ovviamente) un film distopico (e non necessariamente solo per adolescenti), con elementi notevoli di fantascienza e con richiami forti a quei grandi classici (anche letterari) che hanno come tema il rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, l’organizzazione di una piccola società in uno spazio ristretto e la ribellione a norme stabilite e non per forza giuste. «Le regole sono l’unica cosa che ci tiene insieme e lui adesso vuole che le infrangiamo tutte».

Come da manuale, non può mancare il giovanotto dall’aria provocante e incurante dei pericoli, quel ragazzo-simbolo di una lotta/rivoluzione che sta per cominciare. «Preferisco rischiare la vita lì fuori che morire qui dentro»*. E ancora: «O usciamo adesso o moriremo provandoci». Hollywood è pronta a civilizzare il resto del mondo, non c’è dubbio. Su quanto tutto ciò possa fare gli interessi della Casa Bianca… beh, non è materia di questa recensione. «Siamo liberi./Liberi? Credi di essere libero lì fuori? Non si può scappare da questo posto».
Magari ne riparleremo approfonditamente più in là. In un futuro non troppo distopico.

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«Le vostre prove sono appena iniziate». Dunque, Maze Runner, come enunciato in principio, è un prodotto ben scritto, in grado di differenziarsi dai suoi simili (ai quali chiede in prestito, comunque, le atmosfere angoscianti e claustrofobiche) per via di un cast poco noto (a parte l’Ava Paige di Patricia Clarkson) e una sceneggiatura quasi televisiva, aggettivo che vuole richiamare, qui, la televisione quella “brava”, delle “brave” serie tv.
«Quello che conta è chi siamo adesso e cosa facciamo in questo momento». Alla fine del film i neomazerunneriani forse si precipiteranno in libreria per rimediare alle mancanze cognitive e sviscerare, così, i volutamente taciuti presupposti del labirinto. Io sono ancora indecisa, combattuta. Il rischio potrebbe essere quello di perdere qualsiasi interesse per la prossima iniezione di adrenalina e cercare l’exit (colpo di genio) prima del previsto.
«Io appartengo al labirinto e anche tutti voi».
Chi scrive ancora no; ma non si sa mai.

* in quel fatidico momento, il mio vicino per caso russava forte e senza ritegno. Non è Apocalypse Now, ovvio che no, ma… che diamine, non è manco King Arthur!

MAZE RUNNER – IL LABIRINTO
Regia di Wes Ball
Con Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster, Will Poulter, Patricia Clarkson
Titolo originale: The Maze Runner
Azione, 113 min.
USA, 2014
Uscita mercoledì 08 ottobre 2014
Voto Popoff: 3/5

mipiace da vedere se: siete amanti di certe storie a metà tra la fantascienza e la distopia
nonmipiace da non vedere se: ne avete abbastanza di saghe, marchi cinematografici e trilogie

 

 

 

 

 

 

 

 

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