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Putin è il bancomat dei fascisti di mezza Europa

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Dal Front National alla Lega e Casa Pound: chi ha avuto, e chi vorrebbe, i soldi di Mosca per unire le forze nazionaliste a difesa della cristianità. Presto un’offensiva anti Nato di Salvini, grillini e altri

di Ercole Olmi

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Putin è una specie di bancomat per la destra xenofoba e violenta di mezz’Europa. Dal Front National di Marine Le Pen, fino alle “nostre” Lega Nord e Casa Pound (ormai in tandem), passando per gli inglesi di Ukip, alleati di Grillo a Strasburgo. Con buona pace di tutti i nostalgici fuori tempo massimo del campismo che si sono manifestati nel corso della guerra in Ucraina dove, a fianco di sinceri democratici, scorazzano da ambo le parti mercenari e “volontari” fascisti.

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Il 12 dicembre, questa affinità di valori tra Putin e Salvini, potrebbe incarnarsi in un’iniziativa anti Nato a cui parteciperebbero Grillo o chi per lui e qualche altro esponente italiano filo russo considerato di sinistra. Putin ha deciso di sostenere una serie di forze di opposizione ai governi dell’Ue. Cinque istituti di credito sono finiti nella lista delle sanzioni Ue e Usa.

imagesIn un’intervista a Le Monde, Marine Le Pen – serissima competitor per Hollande – ha confermato le rivelazioni del quotidiano francese Mediapart sul prestito di 9 milioni di euro per la sua festa da parte della sededi Mosca. Il partito ha ora ricevuto € 2.000.000 del finanziamento che è stato approvato nel mese di settembre, e che ha un tasso di interesse fisso del 6% e, secondo uno stretto consigliere di Le Pen, di un diritto di prelievo “a seconda delle esigenze di finanziamento”. L’intermediario – in un momento di alta tensione tra l’Ue la Russia sulla crisi in Ucraina – è indicato in Jean-Luc Schaffhauser, eurodeputato lepenista, ex consulente per la società di aviazione francese Dassault.

Lo scoop è firmato da Marine Turchi, giovane giornalista di Mediapart fin dalla fondazione. E’ una specie di bestia nera per il Front National che ha appena perso una causa contro di lei e, a settembre l’aveva buttata fuori dal campo scuola estivo del partito, sulle Alpi, provocando la reazione di tutti i cronisti che la seguirono boicottando (in Italia non accadrebbe mai) il discorso di chiusura di Marine le Pen.

Dopo lo scoop, il tesoriere del Front, Wallerand de Saint-Just, ha ammesso di essere stato costretto a rivolgersi a una banca russa amica del governo Putin perché “qui in Europa nessuno ci avrebbe prestato un centesimo” ma il Front national ha da tempo posizioni esplicitamente filorusse e un’ammirazione per il difensore della cristianità, Putin. Sabato scorso, a Parigi, c’erano gli italiani di Casa Pound a fare gli ospiti d’onore in un evento europeo dell’estrema destra promosso con il Fn. Per Mediapart i fascisti del III millennio sarebbero “al servizio di Frederic Chatillon”, consigliere ufficioso di Marine Le Pen, ora a Roma per gestite una società di comunicazione, la Riwal France. La Riwal Italia si occuperà della “realizzazione di campagne pubblicitarie”. Chatillon è stato in affari col governo di Bashar el Assad: “tra i centomila e i centocinquantamila euro l’anno dall’ambasciata siriana a Parigi per la promozione del paese”. E Casa Pound è stata nel cartello di soggetti apertamente schierati con il regime di Assad.BERLUSCONI-PUTIN-OBAMA-2

L’obiettivo dei fascisti russi e del resto d’Europa è quello di unire le forze nazionaliste d’Europa e per la battaglia in difesa dei valori tradizionali, sia sul piano ideale che su quello dell’azione. Quello di Putin è di destabilizzare l’Ue e i suoi legami con gli Usa. A diffondere buona parte degli scoop di Mediapart è stato il Foglio, uno dei giornali di casa Berlusconi, segno che ormai la sintonia tra il Cavaliere e Mosca è un lontano ricordo. E che Putin preferisca eventualmente farsi fotografare con Salvini e Le Pen piuttosto che con il vecchio satiro.

Tra gli amici di Putin, il Partito Popolare austriaco, i tedeschi di Afd, gli olandesi del Partito della Libertà, i Tea party Usa, gli antisemiti ungheresi di Jobbik; i “fratelli slavi” dei movimenti nazionalistici bulgari e serbi e polacchi; e in coda, per il momento, perfino i neonazisti dichiarati greci di Alba Dorata.

 

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