FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page
Home padrini & padroni Terni, call c...

Terni, call center licenzia in tronco venti dipendenti

0

Venti dipendenti della K4up sono stati licenziati senza preavviso né comunicazione, mentre sugli altri grava una probabile riduzione dello stipendio

da Terni Carlo Perigli

k4up-1024x576

Licenziati in blocco, senza una motivazione e con metodi che fanno riflettere sulla condizione in cui versano i lavoratori all’alba dell’epoca del Jobs Act. Accade a Terni, dove la K4up, azienda che in città si occupa di un call center, ha licenziato improvvisamente venti lavoratori. Nessuna comunicazione da parte dell’azienda, ad avvertire i dipendenti del turno pomeridiano sono stati i colleghi a cui si apprestavano a dare il cambio. Così, da un momento all’altro, venti persone, perlopiù donne e madri di famiglia, si sono ritrovate senza lavoro né ammortizzatori sociali, non previsti per i contratti non rinnovati, mentre su altri 110 grava la possibilità di una riduzione dello stipendio. Difatti, a fronte del contratto integrativo firmato dai sindacati nel 2008, che prevede un salario crescente dai 7 agli 8,80 euro l’ora, gli interrogativi riguardano ora il nuovo contratto nazionale, che abbassa le cifre a 5,70 euro più incentivi. Nella mattinata di sabato i lavoratori hanno organizzato un presidio davanti la sede dell’azienda, una forma di protesta che, con ogni probabilità, verrà ripresa per tutta la giornata lavorativa di lunedì.

FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

Sull’argomento è intervenuta Rifondazione Comunista, con una nota pubblicata questo pomeriggio dal segretario provinciale Lorenzo Carletti. «La nuova frontiera dello sfruttamento a Terni passa per il Call center k4up, come Rifondazione Comunista chiediamo che tutti gli attori sostengano questa nuova e gravissima vertenza che colpisce tanti lavoratori e che richiama il tema della precarietà del lavoro, del diritto al riconoscimento della dignità professionale e della persona. La dirigenza aziendale in questione non è infatti nuova a vicende di evasione e non rispetto dei diritti dei lavoratori. Chiediamo alle forze politiche, alle istituzioni e alla città tutta di sostenere con ogni mezzo possibile, a partire dalla solidarietà attiva al presidio che riprenderà lunedì mattina a partire dalle 11:00, la battaglia di questi lavoratori. La solidarietà che ha contraddistinto la passione della nostra città nei duri mesi della vertenza Ast deve riattivarsi di fronte a questo ennesimo caso di arroganza padronale. Dal canto nostro saremo vicini fino alla fine a queste donne e uomini, per impedire che tale delinquenziale atteggiamento non passi sotto silenzio ma trovi di fronte a se il furore di una comunità non più disposta a chinare la testa di fronte alle nuove frontiere dello sfruttamento. Occorre riattivare una grande battaglia per i diritti e per la dignità del lavoro».

Exit mobile version