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La Coop sei tu? Macchè, la crisi la fanno pagare ai lavoratori

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Per la coop la crisi la devono pagare i lavoratori: 147 esuberi in Puglia
Per la coop la crisi la devono pagare i lavoratori: 147 esuberi in Puglia

Le vendite calano ed è mobilità per 147 dipendenti degli ipermercati di Puglia e Basilicata: sciopero il 4 giugno nei punti vendita delle due regioni

[di Lesko Zbarskij]

 

Per la coop la crisi la devono pagare i lavoratori: 147 esuberi in Puglia
Per la coop la crisi la devono pagare i lavoratori: 147 esuberi in Puglia

Foto di www.myfruit.it da Flickr sotto licenza CC

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Quello del 19 febbraio scorso è stato un vero e proprio blitz. Mario Zucchelli, il presidente di Coop Estense, è sceso a Bari un giorno prima che il Consiglio dei ministri approvasse i primi decreti attuativi del Jobs Act. Non certo una casualità. In una conferenza stampa inaccessibile a rappresentanti sindacali e lavoratori, ha annunciato l’avvio delle procedure di mobilità per 147 unità e un piano di esternalizzazione di alcuni reparti per far fronte alle perdite registrate dai punti vendita Coop in Puglia e a Matera, 50 milioni negli ultimi cinque anni.

Coop Estense è presente anche nelle province di Modena e Ferrara, tra i leader della distribuzione con una rete di 38 supermercati e 17 ipermercati, con un bilancio in attivo, un fatturato di 1 miliardo e 374 milioni di euro e quasi 900 milioni di prestito sociale.

Tra i principi ispiratori che guidano la Coop “il valore del lavoro e delle risorse umane, da intendersi come risorsa fondamentale da sviluppare, coinvolgere, tutelare”. Ma ai primi segnali negativi, un calo dei consumi inevitabile in una regione che negli ultimi sei anni ha perso 150mila posti di lavoro, il colosso della cooperazione al pari di un Marchionne prova a scaricare i frutti amari della crisi sulle spalle di lavoratori ultraflessibili, con contratti part-time tra le 20 e le 28 ore settimanale, con salari al di sotto dei mille euro. Ancor più incomprensibile se si pensa che tre cooperative della centrale Legacoop – la stessa Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Nordest – hanno approvato un  progetto di fusione che vedrà nascere un colosso da 4,2 miliardi di fatturato e 45 ipermercati.

Parola d’ordine esternalizzazione di reparti e dipendenti (con la spada di Damocle del Jobs Act)

Ma la minaccia dei licenziamenti nasconde forse una scelta che poco ha a che vedere con il far quadrare i conti ed è invece tutta politica. Al tavolo della trattativa sindacale le categorie del commercio di Cgil, Cisl e Uil hanno proposto la sospensione della parte economica del contratto integrativo, fino a coprire quel 1,3 milioni di euro che la cooperativa asserisce essere la quota di costi che intende recuperare con le esternalizzazioni. Dalla Coop è arrivata la disponibilità al ritiro della mobilità, fermo restando l’intenzione di avviare in tre ipermercati l’esperimento della terziarizzazione, ovvero l’esternalizzazione di alcuni reparti. Una prospettiva rigettata dai sindacati, preoccupati come un’operazione simile vedrebbe protagoniste cooperative esterne con storie note fatte di jobs act, precariato e sottosalario, e se avvallata porterebbe a un esubero strutturale di personale nei punti vendita, con prospettive prossime di licenziamento.

Una rottura delle trattative che ha spostato il confronto in sede di Ministero del lavoro il prossimo 4 giugno, giorno in cui i sindacati hanno indetto lo sciopero per l’intera giornata negli ipermercati di Puglia e Matera.

Principi generali che guidano la cooperativa

1 – cooperazione e mutualità inteso come propensione a sviluppare attività personali, sociali ed economiche in forma associativa,“assieme” ad altri ed in collaborazione con altri

9 – Valore del lavoro e delle risorse umane da intendersi come risorsa fondamentale da sviluppare, coinvolgere, tutelare

 

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