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La TAV ammazza vigne

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Oltre il 20% di vigne di Lugana sul Lago di Garda andranno perdute grazie alla TAV.

Tra le colline del Garda arriva la TAV e distrugge 245 ettari di vigne

di Ludovica Schiaroli

Oltre il 20% di vigne di Lugana sul Lago di Garda andranno perdute grazie alla TAV.
Oltre il 20% di vigne di Lugana sul Lago di Garda andranno perdute grazie alla TAV.

L’alta velocità irrompe nelle vigne di lugana mettendo a rischio 245 ettari di terreno vitato (su 1000 complessivi), oltre a cascine e cantine del territorio. Siamo nei pressi del lago di Garda, esattamente tra Desenzano, Pozzolengo e Peschiera dove presto passerà il tratto ferroviario di alta velocità Milano-Venezia. Da tabella di marcia i lavori dovrebbero iniziare in autunno e durare circa 7 anni con un costo complessivo vicino a 3 miliardi.

L’opera andrebbe a stravolgere un territorio di circa 9 km che oggi è fra le zone più vocate per la produzione della Doc Lugana. Qui ogni anno vengono prodotte circa 12 milioni di bottiglie per un valore di 50 milioni di euro, il rischio sarebbe perdere 25% del fatturato.

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Contro l’opera si batte il Consorzio di tutela Lugana Doc che oltre ad evidenziare i gravissimi danni che l’alta velocità porterebbe all’ecosistema della zona e all’economia locale basata in gran parte sul vino, afferma che se ne possa fare tranquillamente a meno. “Le alternative ci sono – dichiara a Popoff Carlo Veronese, direttore del Consorzio – tempo fa abbiamo recapitato al governo uno studio che evidenziava come il potenziamento tecnologico della linea ferroviaria esistente poteva essere una soluzione sostenibile per l’ambiente e l’economia del territorio. Si tratterebbe di usare il tracciato ferroviario esistente solo per i 9 chilometri di attraversamento dell’area del Lugana, con un ritardo di soli 4 minuti dal progetto della TAV, un prezzo pensiamo accettabile per la salvaguardia del nostro territorio”.

Il Consorzio ha anche inviato una petizione al premier Renzi dove sono evidenziati tutte le problematicità che la Tav porterebbe nel territorio e si propone invece il potenziamento del tratto ferroviario. Molte anche le interrogazioni arrivate in commissione Agricoltura… ma il governo fa spallucce. “Abbiamo parlato con tutti i governi, abbiamo incontrato tre ministri di vari colori, ma non c’è niente da fare – conclude Veronese – la Tav la vogliono realizzare, anche se non ce ne sarebbe bisogno, ormai si sono spartiti i lavori e poco importa che l’opera sia troppo impattante per il territorio e i costi benefici non sono nemmeno convenienti perché i flussi di traffico sono cambiati, l’opera si farà”.

La rabbia dei viticoltori è comprensibile, la zona da circa vent’anni sta crescendo anche da un punto di vista turistico proprio grazie all’enogastronomia e le vigne di lugana giocano un ruolo di primaria importanza.

Il Lugana è tra i vini bianchi lombardi quello più esportato all’estero (il 50% della produzione) e sebbene non sia molto conosciuto ha delle caratteristiche che lo rendo particolarmente interessante: fra tutte la facilità di abbinamento essendo un vino ricco di sfumature e con una buona acidità che gli permette anche un discreto invecchiamento. Le note burrose che si trovano nelle bottiglie che hanno raggiunto qualche anno di invecchiamento lo rendono particolarmente apprezzato anche con carni e formaggi. Il vitigno è il Trebbiano di Soave qui denominato Trebbiamo di Lugana, anticamente turbiana, coltivato nei terreni argillosi e minerali intorno al lago di Garda. Le tipologie in commercio sono cinque: Lugana, Lugana Superiore (un anno di invecchiamento), Lugana Riserva (due anni di bottiglia), Lugana vendemmia tardiva (le uve appassiscono naturalmente sulla pianta e l’affinamento è di 12 mesi) e la versione spumantizzata ottenuta o con metodo charmat o con metodo classico.

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