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La Germania non ha mai pagato i debiti

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Il rigido atteggiamento della Germania stride nettamente con la storia dell’ultimo secolo, nel corso del quale Berlino è riuscita a non pagare mai i suoi debiti

di Carlo Perigli

germaniaLa rigidità tedesca è un marchio di fabbrica che rende Berlino famosa nel mondo, quella stessa fermezza con cui la Germania affronta oggi il riottoso debitore greco, che addirittura vorrebbe scegliere il modo con cui riavviare la sua economia e assolvere i suoi obblighi. No, è inconcepibile, o perlomeno lo diventa se Berlino è dalla parte dei creditori. Altrimenti, qualora sia la rigida Germania a dover restituire i soldi, la storia insegna che l’elasticità, la rinegoziazione e perfino il mancato pagamento possono essere tranquillamente all’ordine del giorno. Anzi, un breve ripasso di storia potrebbe perfino portarci ad essere d’accordo con le parole dell’economista francese Thomas Piketty, che in un’intervista rilasciata al Die Ziet ha definito la Germania come “il paese che non ha mai pagato i suoi debiti“.  Oppure con i pensieri espressi da Albrecht Ritschl, docente di storia economica alla London School of Economics, che nel 2011 sulle pagine del Der Spiegel definì Berlino «l’imperatore dei debiti».

«Tenendo conto delle perdite in confronto al rendimento economico – spiega Ritschl – la Germania è stato il più grande trasgressore debitorio del ventesimo secolo». Difatti, anche se a Berlino magari non lo ricordano, la Germania nel corso del Novecento è andata in default due volte: prima nel 1932 e poi, di fatto, nel secondo dopoguerra. Ebbene, nel corso della Conferenza di Londra del 1953 i creditori – tra i quali era presente anche la Grecia – stabilirono che i debiti di entrambe le guerre – considerando che nel corso degli anni ’30 Berlino si era rifiutata di pagare le riparazioni del primo conflitto –  venissero praticamente dimezzati, da 23 a 11,5 miliardi dell’epoca, permettendo alla Germania il pagamento dilazionato in 30 anni. Venne inoltre stabilito che la restituzione di parte degli interessi arretrati venisse subordinata ad un’eventuale riunificazione. Ora, secondo la ricerca condotta da Ritschl, la cancellazione del debito che gli Alleati concessero alla Germania è, per farci un’idea, grosso modo equivalente ai debiti dei Paesi con le economie più problematiche d’Europa (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda).

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«Senza quel regalo – scrive l’ex ministro tedesco degli Esteri Joschka Fischer nel libro “L’Europa fallisce?” – non avremmo riconquistato la credibilità e l’accesso ai mercato. La Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico». Ma non finisce qui, perchè nel 1990, in seguito alla riunificazione tedesca, il cancelliere Helmut Kohl si rifiutò di rinegoziare gli accordi di Londra, eventualità che probabilmente avrebbe provocato il terzo default tedesco del XX secolo, evitando così, con il consenso dei creditori – Grecia compresa – di pagare quanto dovuto. Ora la musica è cambiata, e la Germania, dall’alto della sua potenza economica, pretende di imporre la cura dell’austerità alla Grecia, mentre il resto del mondo attende la creazione di un farmaco in grado di far tornare la memoria al “paziente” tedesco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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