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Buon Compleanno Disco Club

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I 50 anni di Disco Club punto di riferimento genovese per musica non omologata.

da Genova, Ludovica Schiaroli

 

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Almeno due generazioni di appassionati di musica hanno messo il naso tra gli scaffali di Disco Club che da qualche giorno ha compiuto cinquant’anni di onorato servizio: “il 19 dicembre” – precisa Giancarlo Balduzzi proprietario o come si definisce lui dischivendolo in Genova. Una storia incredibile, un colpo di fulmine, o meglio un colpo di testa che porta Balduzzi a lasciare il posto sicuro alla Banca nazionale del lavoro nel 1982 per diventare il proprietario di Disco Club: “avevo il mal d’Africa, odiavo il lavoro in banca”, si giustifica. Nel frattempo Balduzzi aveva fatto la gavetta necessaria, collaboratore esterno prima e aiuto commesso sfruttato dal precedente proprietario dopo, quando finalmente corona il suo sogno. “Disco Club ha aperto nel 1965, io all’epoca abitavo in piazza Verdi e ho iniziato a frequentarlo e poi a collaborare dal 1972. In quegli anni con il proprietario avevamo anche una rivista, Pop Record, a scriverci, oltre a me, c’erano Enrico Ghezzi (Blob) e Flavio Brighenti (Repubblica). La rivista poi l’abbiamo chiusa ma io sono rimasto…”. Oltre alla musica c’era tempo anche per l’amore e succede che Gian sposa la commessa. Per un periodo anche sua figlia lavorerà in negozio, ma con la crisi, ne basta uno della famiglia.

Disco Club è un’icona, qualche anno fa Nick Hornby era a Genova per presentare un suo libro e ha voluto conoscere Gian e questo negozio di dischi che dopo tanti anni è ancora aperto. Già perché intorno non c’è più molto. Quelli che erano i negozi che hanno fatto la storia della scena genovese come Pink Moon, Red House, On Stage, Orlandini, uno dopo l’altro hanno chiuso e anche la Fnac che aveva aperto in grande spolvero nei primi anni 2000 ha chiuso i battenti. “In 13 anni hanno chiuso 39 negozi e oggi io sono il più vecchio non solo a Genova ma in Italia”, aggiunge Balduzzi.

Il segreto della sua sopravvivenza è dato dagli amici che lo circondano e che Gian racconta benissimo nel diario che tiene quotidianamente su facebook (gruppo Disco Club) dove riporta incontri, telefonate e discussioni con improbabili clienti e seccatori che chiamano a qualsiasi ora del giorno per chiedere le cose più strane. Gli amici formano una sorta di “circolo Pickwick”, spiega Gian,  una sorta di fauna eterogenea e variegata che ha la tendenza ad invecchiare, “facciamo fatica a trovare giovani, ma qualcuno lo abbiamo raccattato”. Qualche anno fa ci ha anche scritto un libro: il diario di Disco Club.

Naturalmente Disco Cluuub – come lo pronuncia Gian – non è un semplice negozio di dischi, qui si sono formate generazioni di ragazzi, che sono stati anche “educati” alla buona musica: metti che uno entra e chiede Tiziano Ferro o roba del genere, ecco Gian non glielo vende e gli spiega perché non lo tiene in negozio e magari gli dà anche qualche dritta. Succede così se è di buon umore… se non lo è be’, è un’altra storia, ecco.

Nel frattempo che scrivo Gian chiede se possiamo ricordare alla signora che prima di natale ha lasciato in negozio l’ombrello se può passare a riprenderselo. “Qualcuno aveva dimenticato anche un pacchetto con dei dolci dentro – dice malinconico Balduzzi – ma quello se lo sono ripreso”.

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