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Tosi: «Se fai l’elemosina ti faccio la multa»

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Continua al guerra ai poveri del controverso sindaco di Verona, Tosi. Multe fino a 250 euro per chi fa l’elemosina. Il circolo Pink: disobbediamo, pronti a ricorrere al Tar

di Francesco Ruggeri

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Da 25 a 500 euro di multa (“solo” 50 se paghi entro 60 giorni), se i pizzardoni scaligeri ti beccano a dare soldi a un “accattone”. Ma solo se lo fai nel salotto buono della città. In periferia puoi fare tutta l’elemosina che vuoi, ammesso che trovi chi stende la mano. E’ l’ennesima trovata del sindaco Tosi, controversa figura di (ex) leghista, legatissimo alla destra estrema, in prima linea nella guerra ai poveri specie se sono migranti. Il bottino sarà devoluto ai Servizi sociali del Comune per costruire “percorsi a lungo termine di contrasto alla povertà”.

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Nell’ordinanza, a titolo “esemplificativo”, si citano anche gli eventi in cui i vigili urbani andranno a caccia di accattoni e di chi gli dà qualche spiccio: Progetto Fuoco, Mostra scambio del giocattolo d’epoca, Mostra mercato del disco e del fumetto, Premio Enologico Internazionale “5 Star Wines”, Opera Wine, Enolitech, Sol & Agrifood, e in particolar modo il Vinitaly 2016.

Ora, si chiede il Circolo Pink, «se dò un soldo in chiesa al momento delle offerte, vengo sanzionato? Se una persona entra in un luogo chiuso e chiede l’elemosina la si può dare senza essere multati? Se al posto dei soldi sostengo “l’accattone” con un panino o una scatola di biscotti è da ritenersi anche questo sostegno “all’accattonaggio”? Ovviamente il territorio colpito da tale ordinanza è circoscritto ad alcune aree della città, non tutti i quartieri sono compresi, volendo si può dare un obolo per strada uscendo dalle aree previste nell’ordinanza. Ma allora è l’ennesimo atto di un sindaco che vuole “ripulire” il centro così da difendere il “buon nome” della città, mentre ad esempio in Borgo Roma, che non è sede di manifestazioni prestigiose, là l’elemosina o meglio la “carità” (citiamo dall’ordinanza) si può fare».

La guerra ai poveri, come da tempo viene condotta nella vicina Padova, è anche un’arma di distrazione di massa e serve a depistare l’attenzione dei cittadini da altre questioni come la criticità estrema che ha colpito i lavoratori del Teatro Filarmonico, della Fondazione Arena, dell’aeroporto Catullo o delle industrie metalmeccaniche cittadine, per non parlare delle “grandi opere”, filobus, traforo, cartiere, su cui sono state spese milionate di euro e tonnellate di parole. «Non sarebbero questi i temi su cui lavorare per il “decoro”, quello vero, della città?», domandano ancora gli attivisti del Pink, circolo GLBTQE, invitando alla disobbedienza ma anche proponendo all’associazionismo democratico della città un bel ricorso al Tar oppure, entro 120 giorni, al Presidente della Repubblica, come previsto dall’ordinanza stessa entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento all’Albo Pretorio.

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