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Chomsky: Sanders ha un sostegno di massa

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Noam Chomsky: Bernie Sanders non è un radicale. Le sue posizioni su sanità  e tasse hanno un sostegno di massa

Pressenza Democracy Now!

Noam Chomsky: Bernie Sanders non è un radicale. Le sue posizioni su sanità e tasse hanno un sostegno di massa
(Foto di archivio Pressenza)

Martedì 26 aprile, durante un evento a cui partecipava anche l’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, Noam Chomsky ha espresso la sua opinione sul candidato presidenziale democratico Bernie Sanders.

“Bernie Sanders è un fenomeno di estremo interesse. E’ una persona decente e onesta e questo è piuttosto insolito in politica. Forse ce ne sono due in tutto il mondo. Eppure viene considerato un estremista e un radicale, il che è un giudizio interessante, perché in fondo è un tipico democratico del New Deal. Le sue posizioni non avrebbero sorpreso il Presidente Eisenhower, che una volta ha sostenuto che chiunque non accetti i programmi del New Deal non fa parte del sistema politico americano. E ora questo viene considerato radicale.

L’altro aspetto interessante delle posizioni di Sanders è il fatto che sono sostenute con forza e da tempo dall’opinione pubblica. Questo vale per le tasse e per la sanità. Prendiamo quest’ultima: la sua proposta di un sistema sanitario nazionale, quello che ha praticamente ogni paese sviluppato, con metà delle spesa pro capite degli Stati Uniti e risultati pari o migliori, viene considerata radicale, eppure è da molto tempo la posizione della maggioranza degli americani. Secondo i sondaggi più recenti il 60% della popolazione l’appoggia.

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Quando Obama ha lanciato la sua riforma sanitaria c’era un’opzione pubblica, che poi è stata abbandonata nonostante godesse del favore di quasi i due terzi della popolazione. Se risaliamo più indietro nel tempo, agli anni di  Reagan, circa il 70% pensava che il servizio sanitario nazionale dovesse far parte della Costituzione, perché costituisce un diritto così ovvio. E proprio per questo il 40% era convinto che lo fosse. Lo stesso vale per le tasse e altri temi.

E così ecco questo fenomeno in cui qualcuno prende posizioni che sarebbero state considerate normali ai tempi di Eisenhower, che sono appoggiate da una grande parte e spesso addirittura una maggioranza della popolazione, ma viene liquidato come un radicale e un estremista. Questo dimostra come lo spettro politico si sia spostato a destro durante il periodo neo-liberista, così tanto a destra che gli attuali democratici assomigliano a quelli che un tempo si chiamavano repubblicani moderati. E i repubblicani sono usciti dallo spettro, non sono più un partito parlamentare legittimo. Sanders ha spinto i democratici verso posizioni più progressiste. Lo si vede dalle dichiarazioni di Hillary Clinton. Inoltre ha mobilitato un grande numero di giovani, quei giovani che dicono: “Ehi, non siamo d’accordo!” Se questo si trasformasse in una forza attiva, costante e organizzata potrebbe cambiare il paese – forse non in queste elezioni, ma a lungo termine”.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo

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Checchino Antonini quasi sociologo, giornalista e scrittore, classe 1962, da vent’anni segue e racconta i movimenti sociali e la “malapolizia”. Ha scritto su Liberazione, Micromega Erre e Megafono quotidiano, InsideArt, Globalist, PostIt Roma, Retisolidali, Left, Avvenimenti, il manifesto. Ha pubblicato, con Alessio Spataro, “Zona del silenzio”, graphic novel sul caso Aldrovandi. Con le edizioni Alegre ha scritto “Scuola Diaz vergogna di Stato” assieme a Dario Rossi e “Baro” Barilli. Il suo primo libro è Zona Gialla, le prospettive dei social forum (Fratelli Frilli, 2002)
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