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«Bisogna rompere le uova»: arrestato indipendentista catalano

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Joan Coma, indipendentista catalano, militante Cup, di fronte alla Corte per aver difeso la “disobbedienza civile” in una seduta di consiglio

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CNA / Sara Prim

Barcellona (CNA) –

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Martedì due ufficiali di polizia in borghese hanno arrestato Joan Coma, consigliere comunale a Vic, una piccola città a sessanta chilometri da Barcellona, con l’accusa di “incitamento alla sedizione” per aver dichiarato durante una seduta del consiglio comunale che la disobbedienza civile era un’opzione legittima per raggiungere l’indipendenza. Dopo aver già rifiutato di deporre lo scorso Ottobre, questo mercoledì il militante della formazione della sinistra radicale pro-indipendentista CUP è comparso al cospetto della “Audiencia Nacional” spagnola a Madrid denunciando la situazione come una “ulteriore prova della natura antidemocratica dello Stato spagnolo”.

Il giudice Ismael Moreno ha rilasciato Coma a piede libero e con il ritiro del passaport. “Spero di averne presto uno catalano”, ha dichiarato Coma alla stampa subito dopo aver lasciato la Corte. L’avvocato di Coma e parlamentare del CUP, Benet Salellas, ha fatto notare che il giudice Moreno era un ex agente di polizia durante la dittatura franchista e ha sottolineato “l’uso del codice penale del 1973” per il giudizio di Coma.

“Per fare una frittata, bisogna prima rompere le uova”. Questo è ciò che Coma ha dichiarato a Dicembre dell’anno scorso durante una seduta di consiglio. L’espressione fu pronunciata nel contesto della proposta di una roadmap per l’indipendenza, riferendosi in particolare alla necessità di disobbedire alle istituzioni spagnole per mettere in piedi un nuovo quadro legale e cominciare a costruire la Repubblica Catalana.

Il consigliere Josep Anglada, consigliere a Vic per l’estrema destra xenofoba Plataforma per Catalunya aveva fatto appello al sistema giudiziario affinché prendesse in carico l’episodio, in seguito definito “incitamento alla sedizione”. Coma fu poi chiamato lo scorso Ottobre a deporre davanti alla corte dell’ Audiencia Nacional ma si rifiutò di farlo, dichiarando di non “riconoscerne l’autorità” e comunicando sul suo profilo Twitter che sarebbe invece rimasto nel Municipio di Vic in “obbedienza” alla sua coscienza e “in ottemperanza del mandato democratico”.

Salellasha dichiarato alla stampa che “Coma ha chiarito la sua posizione e difeso la legittimità della disobbedienza civile come strumento democratico per il cambiamento sociale”. “Gli è stato chiesto se riconoscesse il sistema giudiziario spagnolo e ha risposto che non era un problema specifico di una corte spagnola. Piuttosto si rifiuta di comparire davanti a qualsiasi corte che non abbia un livello minimo di riconoscimento dei diritti politici e a suo parere questo processo non li ha”, ha proseguito Salellas.

Mobilitazione in sostegno di Coma

Mercoledì sera, decine di rappresentati della CUP, della sinistra indipendentista ERC e del Partito Democratico Catalano Europeo PDeCAT hanno dato solidarietà a Coma e protestato contro la criminalizzazione della politica in Spagna. Insieme ad altri rappresentanti locali si sono riuniti davanti a numerosi municipi in tutta la Catalogna.

Martedì sera alcuni tra loro si sono recati addirittura a Madrid per manifestare la propria assoluta contrarietà davanti all’Audiencia Nacional. La polizia spagnola non ha autorizzato la manifestazione e il gruppo, composto da centinaia di persone, si è spostato in una strada adiacente. Alcuni tra i manifestanti sono stati anche identificati dalla polizia.

Un giudice controverso

Ismael Moreno, il magistrate dell’ Audiencia Nacional che ha presieduto al caso, iniziò la carriera in polizia nel 1974 durante la dittatura di Franco. Oltre a questa circostanza, l’avvocato di Coma e parlamentare del CUP, Benet Salellas, ha fatto notare “l’uso del codice penale del 1973” per il giudizio di Coma.

Moreno sta anche seguendo altre città e villaggi catalani che hanno fatto passare mozioni di sostegno la piano d’azione per l’indipendenza, approvato dalla Camera al Parlamento catalano il 9 Novembre del 2015 e in seguito sospeso dalla Corte Costituzionale spagnola.

A Marzo, Moreno aveva anche ordinato una relazione sull’Associazione delle Municipalità per l’Indipendenza (AMI), l’Associazione Catalana delle Municipalità (ACM) e l’Assemblea Nazionale Catalana (ANC), alcune tra le principali organizzazioni della società civile che sostengono l’indipendenza della Catalogna.

(traduzione di Antonella Zecca)

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