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Asili di Roma, meno maestre più docenti di religione

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Grave il deficit di organico nelle scuole ma la sindaca Raggi indice un bando ad hoc per soli insegnanti di religione. Ricorso dell’Uaar

di Francesco Ruggeri

L’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha presentato ricorso contro Roma Capitale per il bando di concorso per la stabilizzazione (a tempo pieno e indeterminato) di 50 insegnanti di religione cattolica nelle scuole dell’infanzia di Roma, il cui avviso di indizione è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 settembre scorso.

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«All’origine di questo ricorso non c’è la volontà di contestare le ben due ore settimanali di religione nella scuola materna», commenta Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’Uaar: «Ovviamente non vediamo la necessità di un simile indottrinamento su bambini così piccoli, ma finché sarà in vigore il Concordato la situazione sarà questa». «Ciò che contestiamo – spiega Orioli – è che la Giunta Raggi abbia deciso, nonostante il grave deficit di organico nelle scuole, di indire un bando ad hoc per soli insegnanti di religione, sottraendo posti a insegnanti generici per tutti gli alunni. Insegnanti entro i quali poi il Vicariato avrebbe comunque potuto individuare, secondo le norme vigenti, quelli disponibili anche all’Irc. Con questo bando invece una Giunta, pressoché immobile in altri campi, si è mossa con celerità, discriminando di fatto e di diritto tanto i bambini non avvalentesi quanto gli stessi insegnanti generici, ai quali verranno sottratti posti a tempo indeterminato».

La delibera inoltre non prevede neppure che l’assunzione possa essere revocata a seguito di mancata conferma del nulla osta del vescovo, necessario affinché l’insegnante di Irc possa esercitare e che può venir meno anche per ragioni che nulla hanno a che fare con le capacità dell’insegnante: ad esempio «per condotta morale pubblica in contrasto con gli insegnamenti della Chiesa». «Ne consegue – evidenzia Orioli – che se uno di questi docenti per esempio divorziasse, si ritroverebbe assunto a tempo indeterminato dal Comune senza però poter esercitare».

«Inoltre – prosegue la portavoce Uaar – la percentuale di alunni che non si avvale dell’Irc è in crescita anche nelle scuole dell’infanzia e dunque il Comune, anziché farsi carico di insegnanti specifici dal futuro incerto, dovrebbe concentrarsi sulle necessità della scuola nel suo insieme».

«Per questo – conclude Orioli – l’Uaar ha deciso per il ricorso (depositato il 30 ottobre scorso), con il quale chiede l’annullamento, previa sospensione cautelare, della deliberazione della Giunta capitolina n. 168 del 28 luglio 2017 e del conseguente bando di concorso. Un gesto dovuto. Alla città e alla sua scuola, che deve essere di e per tutti».

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