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Violenza di genere e Contratto Lega-M5S: D.i.Re scrive a Mattarella

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La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione (Art. 3 lett. a). I paesi dovrebbero esercitare la dovuta diligenza nel prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire i colpevoli (art. 5). La Convenzione è il primo trattato internazionale che contiene una definizione di genere. Infatti l art. 3, lett. c), il genere è definito come ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini . Il Trattato stabilisce una serie di delitti caratterizzati da violenza contro le donne. Gli Stati dovrebbero includere questi delitti nei loro codici penali o in altre forme di legislazione. I reati previsti dalla Convenzione sono: violenza psicologica (articolo 33); atti persecutori - stalking (art.34); violenza fisica (art.35), violenza sessuale, compreso lo stupro (Art.36); matrimonio forzato (art. 37); mutilazioni genitali femminili (Art.38); aborto forzato e sterilizzazione forzata (Art.39); molestie sessuali (articolo 40).

Contratto Lega-M5S in aperto contrasto con quanto stabilito nella Convenzione di Istanbul. Mai nominata la violenza maschile contro le donne

I femminicidi in Italia aumentano tragicamente di giorno in giorno, il Comune di Roma pentastellato vuole cancellare la storia della Casa Internazionale delle Donne di Roma, sul Contratto per il governo sottoscritto da Lega e M5S sparisce la violenza contro le donne, in aperto contrasto con la Costituzione italiana e la Convenzione di Istanbul

L’Associazione nazionale D.i.Re “Donne in rete contro la violenza” scrive al Presidente della repubblica Mattarella in vista della convocazione dei due leader politici per la possibile formazione del governo.

Ecco il testo della lettera

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Al Presidente della Repubblica
Sergio Matterella

Roma, 20 maggio 2018

Signor Presidente,

le scrivo a nome di D.i.Re – Donne in rete contro la violenza, per esprimere l’estrema preoccupazione delle 81 organizzazioni che in 18 regioni italiane gestiscono centri antiviolenza e case rifugio per donne e bambini/e sopravvissuti/e alla violenza maschile, rispetto al “Contratto del governo per il cambiamento” in base al quale il M5S e la Lega si apprestano a chiedere il mandato per formare il governo.

Tale “Contratto” si pone in aperto spregio e violazione alla stessa Costituzione, di fatto esautorando il Parlamento della sua funzione legislativa primaria, come stanno evidenziando in queste ore numerosi costituzionalisti.

Relativamente alla violenza maschile contro le donne – che non è mai nominata come tale, limitandosi il “Contratto” a riferirsi alla sola violenza sessuale – l’approccio scelto è meramente securitario e repressivo, pur essendo ormai nota e scientificamente provata l’inefficacia di tale orientamento ai fini della prevenzione.

Alle donne vittima di violenza non servono inasprimenti di pena, ma il riconoscimento della violenza e il rispetto in tutti gli ambiti giudiziari.

Le misure proposte nel “Contratto” si pongono tutte in aperto contrasto con quanto stabilito dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata con legge n. 77/2013 (Convenzione di Istanbul).

Manca qualsiasi accenno ai dispositivi che permettono alle donne che hanno subito violenza e ai loro figli e figlie, che a tale violenza hanno assistito, di superare il trauma e riconquistare una vita in autonomia libere/i dalla violenza.

Viceversa, si propone una pericolosa equiparazione tra le due figure genitoriali per quanto riguarda l’affidamento della prole, e una normazione della cosiddetta alienazione parentale a prescindere dalla valutazione dei singoli casi, non tenendo in alcun conto l’enorme asimmetria esistente tra l’autore delle violenze e la sua vittima e il fatto che questo concetto si presta a essere strumentalizzato dall’autore della violenza, con totale disprezzo e noncuranza nei confronti del clima di paura nel quale si troverebbero a vivere i/le figli/e di un uomo violento qualora la legge non li/le tutelasse più.

Per questo la Convenzione di Istanbul vieta esplicitamente la mediazione nei casi di separazione a seguito delle violenze subite da una donna, al contrario di quanto proposto nel “Contratto”.

Ci allarma la complessiva violazione dei diritti umani fondamentali di donne, bambini/e e migranti – tra i quali moltissime donne con alle spalle dolorose esperienze di violenza e tratta – che il “Contratto” manifesta nel suo complesso.

Ci appelliamo a Lei e alla sua sensibilità istituzionale affinché il percorso di progressiva affermazione della libertà delle donne, alla pari con gli uomini, e del loro diritto a vivere in sicurezza e autonomia, non venga messo a repentaglio dall’attuazione di quanto proposto nel “Contratto” sulla base del quale M5S e Lega si candidano a governare l’Italia.

Rispettosi saluti,

Lella Palladino
Presidente – D.i.Re Donne in rete contro la violenza

 

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