FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page
Home padrini & padroni Razzismo, ron...

Razzismo, ronda omicida ad Aprilia, aggressione a Moncalieri

2

Caccia all’uomo mortale ad Aprilia. Ferita a Moncalieri la campionessa di atletica Daisy Osakue  ma per  Salvini «il razzismo è un’invenzione della sinistra»

Inseguito perché ritenuto un ladro, finisce fuori strada con la macchina e muore: la vittima di questa «caccia all’uomo» avvenuta la notte scorsa ad Aprilia(Latina) è un marocchino. Gli uomini che si sono messi sulle sue tracce, due italiani incensurati, sono stati denunciati per omicidio preterintenzionale. È quanto si apprende da fonti investigative, ma le circostanze del fatto non sono ancora del tutto chiare, si pensa all’azione di una ronda di probi cittadini.

Il marocchino di 43 anni morto ad Aprilia dopo essere finito fuori strada, al termine di un inseguimento da parte di alcuni cittadini che lo hanno ritenuto un ladro, è uscito con le proprie gambe dall’auto incidentata ed è stato aggredito da uno o due dei suoi inseguitori. È quanto apprende l’ANSA da fonti investigative, secondo cui si dovrà aspettare l’autopsia per stabilire se le lesioni mortali siano state provocate dall’incidente o dalle percosse. L’uomo era a bordo di una vettura il cui conducente è fuggito. Gli indizi a carico dei due, incensurati e quarantenni del luogo, sono emersi dapprima dalla visione di telecamere di videosorveglianza, quindi da testimonianze di persone presenti, impossibilitate a negare davanti all’evidenza. Uno degli indagati era rimasto sul luogo del fatto, l’altro, resosi irreperibile e saputo che veniva cercato, si è infine costituito. La vittima è stata identificata in un marocchino di 43 anni con precedenti di polizia. Avrebbe avuto con sé uno zaino con arnesi da scasso.

FILLEA CGIL: una storia lunga 136 anni, vai alla landing page

Alla fine le parole del ministro Salvini sono riuscite a ricreare il clima che aveva già prodotto l’omicidio di Soumayla Sacko, a Rosarno, il naufragio di centinaia di migranti nel Mediterraneo e alcune settimane di fuoco e violenza razzista. Il linciaggio di Partinico, il tiro a segno di Roma e Vicenza, otto casi in 45 giorni, sono la faccia privata della violenza mentre quella pubblica è costituita dagli sgomberi di migranti, profughi e senza casa, le minacce in Friuli, da parte di un assessore fascioleghista alle associazioni cattoliche e antirazziste oltre che dalle ripetute violenze verbali del Viminale. Che però prova a negare: «L’allarme razzismo è un’invenzione della sinistra, gli italiani sono persone perbene ma la loro pazienza è quasi finita. Io, da ministro, lavoro da 58 giorni per riportare sicurezza e serenità nelle nostre città». Intanto si balocca su twitter con citazioni mussoliniane: «Tanti nemici, tanto onore!». Così il vicepremier e ministro dell’Interno, postando un articolo che riporta gli attacchi nei suoi confronti da parte di intellettuali, sinistra, cattolici, riviste, mentre tra i razzisti c’è anche chi ha meno fegato degli italiani che sparacchiano o che tentano di linciare: atto vandalico contro le lapidi che ricordano i caduti dell’eccidio del Padule di Fucecchio, del 23 agosto del 1944, che si trovano a Ponte Buggianese (Pistoia). A darne notizia, riportata oggi dalle cronache locali, è stato ieri il sindaco di Ponte Buggianese Nicola Tesi su facebook. Il primo cittadino ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri e ha effettuato un sopralluogo sul posto insieme alla polizia municipale. In particolare le due lapidi, che si trovano in località Piaggione e Capannone, sono state divelte e la parte marmorea spezzata. Ad avvisare il sindaco sono stati i familiari delle vittime della rappresaglia tedesca. L’atto vandalico sarebbe avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Il Comune nel frattempo ha garantito il ripristino dei cippi in vista della cerimonia commemorativa prevista nel giorno dell’anniversario.

Dopo poche ore dalle rassicurazioni del ministro un altro caso di violenza razzista a Moncalieri. Rischia di non partecipare agli Europei di atletica Daisy Osakue. La primatista italiana under 23 di lancio del disco, nata a Torino da genitori nigeriani, è stata colpita in pieno volto da un uovo lanciato da un’auto in corsa, nella notte a Moncalieri. Trasportata all’ospedale Oftalmico di Torino, ha riportato una lesione alla cornea e dovrà essere operata per rimuovere un frammento di guscio dell’uomo. Gli aggressori sono ricercati dai carabinieri, secondo cui l’azione non è riconducibile a motivi razziali ma loro stessi devono ammettere che era già stato segnalato nei giorni scorsi, a Moncalieri, il Fiat Doblò della spedizione punitiva.

«L’hanno fatto apposta. Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore». Parla così Daisy Osakue, l’atleta italiana di origini nigeriane aggredita nella notte a Moncalieri. «In quella zona ci sono diverse prostitute, mi avranno scambiate per una di loro – aggiunge all’uscita dall’ospedale Oftalmico di Torino – Mi era già capitato di essere vittima di episodi di razzismo, ma solo verbali. Quando però si passa all’azione, significa che si è superato un altro muro».

 

Exit mobile version