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Brescia, finti volontari o fascisti veri? Indagata una ronda

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una banda paramilitare di fascisti bresciani travestiti da volontari filantropi (la procura non gli ha creduto)

Brescia, nei guai i volontari “abusivi” di Brixia Blue Boys, il presidente è un tesserato di Casa Pound, e Forza Nuova dice “sono come noi”

Per gli inquirenti si sostituivano alle forze dell’ordine organizzando ronde in strada non autorizzate. «Facciamo solo del bene» si difendono loro, i componenti di Brixia Blue Boys, associazione bresciana, ufficialmente però non iscritta ad alcune registro in Prefettura, che si ispira ad idee neofasciste. Lo dimostrano i simboli ritrovati dagli agenti della Digos di Brescia all’interno delle divise sequestrate al gruppo perché mai omologate né autorizzate dagli enti preposti.

Immagini di Mussolini, spille con le scritte «Boia chi molla». Ma non solo. Durante il blitz delle forze dell’ordine sono state sequestrati anche un fucile, coltelli e manganelli. «Il sodalizio Brixia Blue Boys si propone attraverso il proprio statuto e mediante le condotte di fatto poste in essere dai suoi associati, sia lo scopo benefico di fornire aiuto e solidarietà ai bisognosi, ma anche una concreta attività finalizzata alla prevenzione e contrasto della criminalità, prerogativa quest’ultima di esclusiva competenza delle forze di Polizia» secondo gli inquirenti.

I sette soci del gruppo sono stati iscritti nel registro degli indagati e devono rispondere di usurpazione di funzioni pubbliche e porto illecito di armi e strumenti atti ad offendere. Il presidente è un tesserato di Casa Pound che alle scorse elezioni amministrative a Brescia si è candidato nelle liste del partito di estrema destra. Secondo chi indaga le ronde, soprattutto nella zona della stazione di Brescia, avvenivano secondo schemi operativi ben definiti, con i protagonisti che indossavano vere e proprie uniformi ed erano organizzati gerarchicamente ed orientati politicamente verso ideologie di estrema destra.

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Da alcune fotografie pubblicate sui social si evince che il gruppo ha partecipato ad incontri con storici esponenti bresciani, negli anni 70, di Avanguardia nazionale che ancora oggi si ritrovano in cene nostalgiche. Secondo la ricostruzione della Digos bresciana, le divise indossate dai Brixia Blue Boys «hanno creato nella collettività il chiaro equivoco che si trattasse di personale appartenente ad enti pubblici preposti al controllo e alla prevenzione dalla criminalità».

Il gruppo, che ha annunciato che non fermerà la propria azione, ha incassato la solidarietà di Forza Nuova. «La nostra solidarietà è immediata e spontanea nei confronti di questi volontari che dimostrano la stessa buona volontà dei nostri militanti impegnati nelle consuete passeggiate per la sicurezza, volutamente riconoscibili e per questo direttamente supportati dai cittadini dei vari quartieri degradati, e che non commettono nessun crimine» spiega Forza Nuova in una nota.

Sulla pagina fb, i “volontari” si fanno selfie con gli indigenti, talvolta abbracciati a persone di colore, e si raffigurano come filantropi «7 volontari con un esercito di invisibili che non riescono nemmeno ad acquistarsi medicinali perché sprovvisti di residenza e codice fiscale», «Siamo rivoluzionari contro l indifferenza…la solitudine e l indigenza». Naturalmente l’inchiesta è un «attacco politico del palazzo», senza apostrofi:

L attacco politico del palazzo e’ partito….perche’ l essere fastidiosi dando voce ad invisibili italiani e stranieri…e’ cosa nota da anni.
L articolo di Brescia today e’ mendace …sommario e costruito al fine di fornire l immagine di un gruppo di eversivi incensurati….brava gente onesta, che si sacrifica anche finanziariamente per l aiuto agli ultimi.
Il tempo è la giustizia ci daranno ragione.

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