22.9 C
Rome
lunedì 17 Giugno 2024
22.9 C
Rome
lunedì 17 Giugno 2024
Homepadrini & padroniSanità lombarda, il modello si fa bello alla faccia dei morti

Sanità lombarda, il modello si fa bello alla faccia dei morti

Il “successo” del modello lombardo rivendicato con una pagina a pagamento Confindustria, Regione e padroni della sanità dicono (Marco Bersani)

“Un’alleanza autentica tra strutture sanitarie private accreditate e ospedali pubblici ha permesso di arginare l’emergenza che così violentemente ha colpito la Regione Lombardia. Il modello sanitario lombardo ha mostrato tenuta, coesione, collaborazione e straordinaria reattività, mettendo in campo le migliori competenze cliniche e scientifiche”.

Sembra incredibile, ma davvero con queste parole è contrassegnata la pagina pubblicitaria, comprata  sui giornali mainstream, dalla “banda dei quattro” composta da Confindustria Lombardia, Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari (ARIS) e Regione Lombardia.

Una pagina-manifesto intitolata ancor più incredibilmente: “228.224 vite salvate in Lombardia” e piena di elogi per il contributo dato dalla sanità privata.

Non una parola per gli oltre 10.000 morti, che hanno dato alla Lombardia il triste primato mondiale del territorio con letalità più alta dallo scoppio della pandemia.

Non una parola sulla sciagurata scelta di trasferire i malati di Covid19 nelle RSA, trasformate in focolai di contagio, determinando vere e proprie stragi localizzate di popolazione anziana, sulle quali la magistratura ha aperto diverse inchieste.

Non una parola sulla piena libertà lasciata alla sanità privata di decidere se, come e quanto collaborare dentro un’emergenza sanitaria che ha devastato la vita della regione.

E, quanto al contributo di Confindustria, è stato senz’altro determinante: è, infatti, dalle sue pressioni, esercitate in tutte le direzioni, per non sospendere alcuna attività produttiva che si devono le tragedie di massa sperimentate dalle province di Bergamo e Brescia, le aree più industrializzate d’Italia, sulle quali si è alzato il muro del profitto per impedire le chiusure necessarie alla tutela della salute di lavoratori e cittadini.

In realtà, quello che l’epidemia di Covid19 ha dimostrato è il fallimento senza appello proprio del modello lombardo di sanità, interamente gestito dagli interessi dell’iniziativa privata, che ha smantellato ogni rete di assistenza e presidio medico territoriale per concentrare tutto nell’attività ospedaliera, torcendo quest’ultima in direzione delle terapie più remunerative: un business, reso evidente dall’inusuale firma di Confindustria su una pagina-manifesto che dovrebbe occuparsi di salute.

Un manifesto che suscita indignazione e rabbia, ma che dimostra l’infinita coda di paglia dei suoi estensori: se fosse evidente di per sé, perché comprare pagine a pagamento per dire che “tutto va bene, madama la marchesa?”

Un’ultima considerazione sembra necessaria e riguarda la firma della Regione Lombardia.

Che i privati decidano di danzare sui morti per tentare di rinverdire le stagioni dei profitti è di per sé indecente; che ad essi si unisca un’istituzione pubblica, che dovrebbe perseguire l’interesse generale e tutelare la vita e la salute dei suoi abitanti, è del tutto inaccettabile.

Per questo tre sono i provvedimenti da prendere senza indugio per invertire la rotta: commissariare la sanità lombarda, stracciare qualsiasi progetto di autonomia differenziata, rilanciare un grande progetto di sanità pubblica regionale, recuperando tutte le risorse da anni regalate ai privati.

Continuiamo a rimanere a casa, perché la solidarietà è la cura.

Ma non dimentichiamo nulla, perché è la memoria l’unico vaccino.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Ansa: “Ilaria Salis è libera”

Tolto il braccialetto elettronico, l'europarlamentare può tornare in Italia

Francia, nasce il Fronte Popolare

"Siamo pronti a governare". Trattative dure ma i leader della gauche hanno un accordo e un programma per i primi cento giorni [Mathieu Dejean]

Europee, Ilaria Salis ce l’ha fatta. Fine delle buone notizie

La sinistra c'è ma non si scolla dal Pd. L'onda nera c'è ma non ferma Ursula. Primi spunti sui risultati delle elezioni europee 

Le parole sono importanti!

Una lotta vittoriosa oltreoceano per combattere l’antiziganismo anche nell’arte 

Le elezioni non saranno una passeggiata per il Labour

“Stability is change” è lo slogan insipido di Starmer ma le voci alternative non stanno in silenzio [Steve Howell]