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Iran: Ghoncheh Ghavami in sciopero della fame contro la sua condanna

La giovane attivista per i diritti delle donne, voleva assistere ad un partita di volley maschile. Condannata a un anno di carcere

di Marina Zenobio

Free-Ghonche-Ghavami

Si torna a parlare di violazione dei diritti umani e di genere per le donne in Iran. Dopo l’impiccagione di Reyhaneh Jabbari, “colpevole” di aver ucciso per legittima difesa l’uomo che voleva stuprarla, un’altra donna è stata condannata dalla “giustizia” iraniana ad un anno di carcere. La sua colpa? Voleva assistere ad una partita di volley maschile.

Si tratta di Ghoncheh Ghavami, 25 anni, britannica di origine iraniana. Lo scorso 20 giugno era stata fermata con altre attiviste per i diritti delle donne mentre tentava di entrare, violando un divieto imposto dalla rigida e patriarcale morale islamico-sciita, nel palazzetto dello sport di Teheran, dove si sarebbe tenuto l’incontro maschile di volley della World League, Iran-Italia.

Rilasciata su cauzione dopo alcune ore, Ghoncheh è stata arresta tre giorni dopo, quando si è recata al commissariato locale per ritirare gli effetti personali che le erano stati sequestrati durante il fermo. Rinviata a giudizio per “propanganda anti-governativa”, Ghoncheh iniziava il primo sciopero della fame.

A settembre fonti ufficiali avevano sostenuto che l’arresto era dovuto a non meglio precisati motivi di sicurezza non legati alla partita. Essendo Ghoncheh Ghavami anche cittadina inglese, laureata in legge alla University of London, il Foreign office aveva inviato una nota di protesta, ma l’Iran non riconosce la doppia cittadinanza.

Dopo aver passato circa quattro mesi nel famigerato carcere di Evin, situato alla periferia di Teheran, di cui 40 giorni in isolamento totale, Ghoncheh è stata processata e condannata ad un anno di carcere per “propaganda contro lo Stato”.

La giovane ha ripreso così lo sciopero della fame per protestare contro la sua condanna ma, soprattutto contro la legge iraniana datata 1979, quando tornarono al potere gli islamici guidati dall’imam Khomeini, che vieta alle donne di assistere ad eventi sportivi in cui sono protagonisti gli uomini.

Del destino di Ghoncheh Gavami, in quanto cittadina anche britannica, si sta interessando il governo inglese il cui primo ministro Cameron ha dichiarato: “Siamo preoccupati per la condanna, mettiamo in discussione il motivo dell’accusa, come è stata portata avanti l’inchiesta e le condizioni di detenzione di Miss Ghavami”. Aggiungendo anche che il caso può nuocere all’immagine dell’Iran in Gran Bretagna, proprio mentre i due Paesi stanno riallacciando i rapporti troncati nel 2011, in conseguenza all’assalto all’ambasciata britannica a Teheran.

Migliaia gli attestati di solidarietà con Ghoncheh pubblicati sulla pagina Facebook aperta dal fratello, che chiedono al presidente iraniano Hassan Rouhani la liberazione della giovane.

Anche la Fivb, Federazione internazionale di volleball, per voce del presidente Ary Graca, ha rilanciato la campagna per la liberazione di Ghoncheh Gavami, così come hanno fatto il presidente italiano della Federvolley, Carlo Magri, e il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

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