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Pescara, la guerra ai senegalesi del Pd (e Sel)

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PD e SEL pronti all’uso della “forza pubblica” contro il mercatino dei senegalesi. Marcia indietro solo poche ore fa. Infuria, intanto, la polemica politica sullo stato del mare pescarese

da Pescara, Alessio Di Florio

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Camionette ovunque, carabinieri giunti da fuori alloggiati negli alberghi cittadini. Siamo tornati alla Bologna di Zangheri? Ci siamo addormentati e stiamo sognando di essere tornati a Genova durante le giornate del G8 del 2001? E’ la Roma della cacciata di Luciano Lama dall’Università? No, nulla di tutto questo. Siamo sempre nel 2015, e a Pescara. L’amministrazione è targata PD e SEL ma, nei giorni scorsi, un proprio provvedimento aveva registrato la soddisfazione di Forza Nuova. Il provvedimento è un’ordinanza con la quale il sindaco Marco Alessandrini aveva intimato al mercatino dei senegalesi nei pressi della stazione centrale lo sgombero. L’ordinanza evocava tutta una serie di motivazioni di carattere fiscale, autorizzativo, sanitario. Dopo la mobilitazione di Rifondazione Comunista (da subito attivatasi grazie all’impegno di Maurizio Acerbo della direzione nazionale), CGIL e altre realtà cittadine (un durissimo comunicato, nel quale si è chiesta l’immediata revoca dell’ordinanza, è stato firmato dai dirigenti della locale Croce Rossa), un comunicato stampa di Sel ha affermato che si andava verso l’apertura di un tavolo per discutere la situazione, e altri esponenti della maggioranza che si sarebbero cercate “altre soluzioni”. Altre soluzioni che, in realtà, il Comune di Pescara dovrebbe cercare da decenni. Il mercatino fu spostato lì molti anni fa, “provvisoriamente”, in attesa che si trovasse uno spazio adeguato, si potesse permettere a chi ha licenza di esercitare e ad altri di regolarizzarsi. Altre soluzioni che il Comune s’impegnava a cercare dopo aver cacciato e sgomberato il mercatino. Anche con la forza. Le ultime ore sono state caldissime infatti. Ieri sera si era diffusa la notizia che all’alba di oggi lo sgombero sarebbe avvenuto con la forza. Per la città camionette erano già nelle strade ed erano giunti da fuori moltissimi carabinieri pronti a supportare lo sgombero. Solo quando ormai era già notte da un po’ si è avuta notizia che, per ora, lo sgombero è stato rimandato. Ma l’ordinanza, precisano dalle parti del PD cittadino, non verrà revocata.

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Nel rendere pubblica la notizia dell’ordinanza di sgombero, Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista ha ricordato che il giorno prima della firma dell’ordinanza il centro destra aveva tenuto una conferenza stampa contro l’arrivo di altri migranti in città. La Giunta con l’ordinanza, afferma sempre Acerbo, “scavalca a destra”. Ma la rovente cronaca cittadina non si chiude qui. Perché le ultime settimane hanno visto accendersi i riflettori sulla situazione del mare pescarese, organi di stampa hanno riportato notizie (e foto) di malori dopo bagni in acqua (e non solo). Davanti a questi episodi il cittadino, che non ha notizie in merito e non ha tutti i numeri della situazione (e non è neanche tenuto, per questo ci sono gli amministratori), si pone domande e si allarma sgomento. Nel momento in cui, montando anche la polemica politica a Palazzo di Città (soprattutto per l’interessamento di Enrica Sabatini e del Movimento5Stelle), insieme ad alcuni dati ufficiali, è emerso che il sindaco aveva emesso un’ordinanza (si riporta testualmente la dichiarazione di Alessandrini trascritta da un quotidiano sul proprio sito web) che “è stata formalizzata, ma non è stata applicata, perché ero sicuro, verosimilmente, che l’esito delle analisi del mare successive sarebbe stato favorevole”. Ma, sottolinea sempre il quotidiano, il sindaco non poteva conoscere i risultati delle successive analisi, i cui risultati sono arrivati 48 ore dopo. Dichiarazioni queste che stanno scatenando accese proteste e richieste (dal Movimento 5 Stelle ma non solo) di dimissioni della giunta PD-SEL.

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