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C’è solo una gender al consiglio regionale d’Abruzzo

Passa quasi all’unanimità alla Regione Abruzzo una risoluzione contro l’introduzione della teoria gender nelle scuole. Durissime critiche da Sel, Rifondazione Comunista e Arcigay

da Chieti, Alessio Di Florio

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Maurizio Acerbo

No alla diffusione della “teoria gender” nelle scuole abruzzesi. E’ quanto richiede una risoluzione proposta da Forza Italia  votata dalla Commissione Sanità della Regione Abruzzo. Una votazione, avvenuta a “larga maggioranza” e “sottoscritta da numerosi esponenti della maggioranza e della minoranza” sottolinea Paolo Gatti di Forza Italia, primo firmatario della proposta. La risoluzione “impegna la Giunta regionale ad intraprendere una interlocuzione con l’Ufficio Scolastico Regionale che miri a evitare la diffusione della teoria del gender nelle scuole abruzzesi” ed è stata votata da PD e altre componenti presenti della maggioranza che sostiene la Giunta D’Alfonso, da Forza Italia, NCD e un’altra lista civica di centro-destra.

Secondo l’Arcigay è “un provvedimento irricevibile, fazioso e sintatticamente scorretto” che “getta un velo di oppressione sulle esistenze degli omosessuali e danneggia irresponsabilmente la già precaria immagine dell’ Abruzzo” ed è stato votato “a pochi giorni dalla discussione in Senato del ddl Cirinnà sulle unioni civili”.  L’Associazione “lavorerà dall’esterno affinché l’atto venga ritirato; proprio il 15 gennaio infatti, durante un’interrogazione parlamentare, il MIUR si è espresso contro un provvedimento del Consiglio Regionale Veneto avente il medesimo oggetto e sottolineando così l’incompetenza delle regioni rispetto ai contenuti dell’offerta formativa scolastica”.

E’ deplorevole” prosegue la nota indignata “che un rappresentante delle istituzioni parli di tutela verso società, famiglie e bambini rispetto ad una teoria fantomatica come quella del Gender, che ricorda molto le tesi fasciste del complotto demo-pluto-giudaico-massonico, le quali ebbero come tragica conseguenza l’eliminazione degli ebrei. lo è ancor di più il fatto  che da un lato si invochi il rispetto verso l’educazione alla sessualità, mentre dall’altro si censuri in modo offensivo e strumentale l’identità di migliaia di abruzzesi che pagano le tasse, adempiono i loro doveri di buoni cittadini e godono di piena capacità giuridica, senza però vedersi riconosciuti i propri diritti civili”.

Un’approvazione considerata vergognosa da Maurizio Acerbo della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, che la definisce“un’ingerenza diretta della politica sulla libertà di insegnamento con la Regione che interviene presso l’Ufficio Scolastico Regionale” con l’obiettivo “dell’intimidazione verso gli insegnanti per raccogliere il consenso dei settori più retrivi del mondo cattolico come l’Opus Dei  che contrastano da sempre il riconoscimento dei diritti civili per le persone di diverso orientamento sessuale”. Acerbo sottolinea che “questo genere di iniziative vanno contro l’orientamento europeo che da anni giustamente promuove introduzione delle problematiche LGBT nei programmi scolastici nell’intento di incoraggiare la tolleranza e la comprensione tra personale e studenti e sensibilizzare in merito all’esistenza di strutture familiari non tradizionali. I materiali didattici potrebbero comprendere libri da condividere con i genitori, per contribuire a smontare stereotipi e spiegare la diversità sessuale; adozione nelle scuole di politiche anti-bullismo che comprendano espressamente l’omofobia e la trans fobia; formazione degli insegnanti su come aff rontare le problematiche LGBT nell’insegnamento e formazione di insegnanti e consulenti scolastici su come trattare i casi di molestie omofobiche e trans fobiche”. Tutte attività, conclude, “che un insegnante avrà timore di portare avanti per non ritrovarsi crocefisso come pericoloso propagandista di teorie del gender”.

Tenore non molto diverso nella dichiarazione di SEL che attacca gli esponenti del Partito Democratico “i quali hanno votato a favore della suddetta risoluzione esprimendo, di fatto, la loro contrarietà ad un provvedimento inserito nel Decreto Buona Scuola dal loro stesso Partito a livello nazionale” e il segretario regionale dello stesso partito, il quale “ha il dovere politico di fare chiarezza perchè questa vicenda, ancora una volta, porta l’Abruzzo sulla ribalta nazionale per l’anacronismo della sua classe dirigente”. SEL sottolinea che “non  esiste nessuna controversa e pericolosa Teoria Gender, ma solo una fondamentale e necessaria Educazione all’affettività in più accezioni, caposaldo indiscusso di una società davvero inclusiva e aperta in cui si realizzi pienamente quanto recita l’art. 3 della Costituzione”.

Nelle scorse settimane oltre 20 tra associazioni e gruppi musicali si sono ritrovati a Lanciano lanciando la prima di una serie di iniziative contro omofobia e discriminazione, nelle stesse ore di un convegno in città “No gender, si famiglia”.  Il 23 gennaio è il giorno di #SvegliatiItalia, la manifestazione promossa da Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit, e sostenuta dal network internazionale lgbti All Out, per i diritti delle persone lgbtqi a pochi giorni dall’approvazione del “ddl Cirinnà”. In tutta Italia 98, al momento della conclusione di quest’articolo, sono le piazze che ospiteranno l’iniziativa, di cui 3 (i capoluoghi di provincia L’Aquila, Pescara, Chieti) in Abruzzo.

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