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G7 a Bari, fogli di via per gli attivisti. Come quando c’era “lui”

G7 della Finanza e dell’Economia, la Questura “ripulisce” la città con i fogli di via per gli attivisti. Proprio come succedeva al tempo del fascismo

di Checchino Antonini

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C’è il G7 e io ti espello. Per tre anni. Succede a Bari dove, in vista del G7 del 12 maggio prossimo, alcuni attivisti, tra cui un ricercatore universitario, hanno ricevuto il foglio di via perché coinvolti nell’occupazione di un bene pubblico abbandonato, Villa Roth, che volevano restituire alla fruizione dei cittadini. “..la informiamo che nei suoi confronti è in atto un procedimento amministrativo volto all’adozione del provvedimento di ingiunzione di non fare ritorno nel Comune di Bari..”

E’ accaduto proprio mentre in Senato si approvavano i decreti Minniti-Orlando con il famigerato Daspo Urbano. La Questura di Bari, anticipando i tempi, ha notificato il provvedimento a quattro residenti in attesa di giudizio per l’occupazione di Villa Roth motivando l’“espulsione” con il fatto che nel 2012 “si impossessavano di energia elettrica per l’impianto di Villa Roth”. Ma la lista di “indecorosi/indesiderati” potrebbe allungarsi nelle prossime ore.

Dieci giorni per le memorie a propria difesa e 30 giorni per un costoso ricorso al Tar, non meno di 700 euro.

«Se 4 compagn* dell’esperienza di Villa Roth hanno ricevuto un avviso di foglio di via (e pare secondo la velina della questura che otto saranno in tutto, senza fissa dimora compresi), la responsabilità è del questore di Bari che ha emesso il provvedimento. Facendo un ulteriore passo indietro si potrebbe individuare il mandante originario in Alfredo Rocco, esponente del Partito fascista che nel 1926 portò a compimento il progetto di riforma e sviluppo sia del nuovo codice penale (detto Codice Rocco) che del nuovo Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il T.U.L.P.S., due degli strumenti più forti a disposizione del fascismo nel processo di consolidamento del potere e “fascistizzazione” della società», scrive Nonsolo Marange – Collettivo di mutuo soccorso e cassa di resistenza.

Così scrive Carmen, una delle persone che il questore vuole cacciare da Bari

Ora che mi vogliono sbattere fuori da questa città in cui vivo da 9 anni, che mi vogliono far perdere le mie relazioni, i miei contatti di lavoro (seppur precari) e di ricerca, penso che questa sia la violenza più grande che io abbia mai subito in vita mia. Fa ancora più male sapere che quello che sto pagando a caro prezzo è un capriccio del Viminale, che evidentemente vuole mettere le cose in chiaro in vista del

G7. Già, poiché io sono una semplice attivista, e a Bari si terrà il G7 finanziario dall’11 al 13 Maggio. E cosa conta la mia piccola vita davanti ai grandi dell’economia? Nulla, è evidente, così come nulla contano le nostre vite precarie e sfruttate.

Ma chi riceve il foglio di via?

Ma chi riceve il “Foglio di via”? Si chiedono gli studenti del Master di giornalismo dell’Università di Bari.

Sono “coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi; coloro che per la condotta ed il tenore di vita debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose; coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa, che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”(art. 1 del Decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159). Il decreto legge 159/2011 elenca nel dettaglio gli articoli del codice di procedura penale che si possono invocare per motivare l’espulsione. E sono reati che delineano mafiosi, assassini, terroristi, sovversivi dello Stato e fascisti “conclamati”, (art. 4 dello stesso decreto).

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“NonsoloMarange” si sta attivando per difendere e sostenere economicamente il ricorso alla giustizia amministrativa dei quattro cittadini accusati. E’ stata una campagna sui social: #semicaccinonvale, e oggi si terrà un presidio a Bari.

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Cos’è stata Villa Roth

Secondo il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m.i., recante “Codice dei beni culturali e del paesaggio, validato l’8 marzo 2013, Villa Roth è un immobile “dichiarato di notevole interesse pubblico” (ai sensi degli articoli 136 e 157 del Codice). «La villa – riporta il documento – è una pregevole costruzione ottocentesca con un giardino la cui alberatura comprende pini, cipressi, ulivi, leguminose, attigua a Villa Grassi e prospiciente a villa Luisa e Villa Giordano situata nella stessa strada (Via Celso Ulpiani 113) e costituisce un episodio degno di essere tutelato per le sue caratteristiche architettoniche e ambientali».

L’occupazione di Villa Roth, nel quartiere San Pasquale di Bari, è stata una esperienza politica e sociale molto positiva e dal forte portato simbolico, in quanto ha dato uno scopo sociale e abitativo ad uno spazio abbandonato da vent’anni. In quella villa non solo convivevano e cooperavano famiglie migranti e italiane, student* e precar*, ma lo spazio era stato aperto alla città e al quartiere grazie alle più svariate iniziative politiche, sociali e artistiche, riportando nella città di Bari discussioni e pratiche che sembravano dimenticate. (se volete saperne di più, potete scaricare il Dossier Villa Roth)

“Il 26 Novembre 2011 precari, studenti, senza fissa dimora, migranti, artisti e musicisti, si sono organizzati ed hanno deciso di prendere possesso di questa struttura per “soddisfare con un solo gesto le diverse esigenze di questo nuovo collettivo”, riporta il blog ufficiale.   “Era il bisogno di una casa propria in cui vivere dignitosamente[ …] la necessità di avere una sede politica per le proprie assemblee, iniziative e la possibilità di organizzarsi per espandere il conflitto, perché la politica delle istituzioni non ci rappresenta – si legge ancora nella presentazione degli occupanti – uno spazio sociale in cui produrre spettacoli, concerti, corsi che mettano in campo le nostre competenze, cene e tutto ciò che si è riusciti a realizzare per soddisfare il bisogno di socialità che è proprio di ogni essere umano. Perché un’occupazione è tutto questo: casa, politica, socialità».

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”.

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