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Bolsonaro vuole scappare in Italia

Negli Usa rischia di essere estradato. Ha chiesto la cittadinanza italiana e si gioca la carta Salvini

«Con Bolsonaro in Brasile si apre finalmente una falla nella rete dell’internazionale radical chic che per decenni ha protetto il terrorista rosso Cesare #Battisti. Speriamo che la sua estradizione sia confermata presto, qui le patrie galere lo aspettano a braccia aperte». E se le patrie galere attendessero proprio Bolsonaro che cosa farebbe Giorgia Meloni che alle 9:05 del 14 dicembre 2018 salutava così, su Twitter, l’elezione di Jair Bolsonaro?

La domanda sembra meno peregrina di fronte alla richiesta da parte dell’ex presidente brasiliano di cittadinanza italiana. Il suo bisnonno, Vittorio Bolzonaro (cognome poi storpiato all’anagrafe), emigrò da Anguillara Veneta. Era nato in questo paesino del padovano attraversato dal fiume Adige e a cavallo con il Rodigino nel 1878 Vittorio Bolzonaro che a dieci anni partì per il Brasile dove avrebbe sposata una donna originaria del vicino comune di Masi. Allora presidente in carica, Bolsonaro è stato insignito della cittadinanza onoraria il 1 novembre del 2021 da una sindaca molto vicina alla Lega.

L’ex presidente Jair Bolsonaro, infatti, non vuole tornare in Brasile. La vergognosa fuga verso la città statunitense di Orlando, in Florida, è solo parte di un piano per proteggersi da un eventuale arresto, sostiene il sito brasiliano Istoè annunciando la questione, ancora gestita in segreto: l’intera famiglia (lui, la moglie e una figlia minorenne) sta chiedendo all’ambasciata italiana a Brasilia di accelerare il rilascio della cittadinanza italiana per il clan Bolsonaro, soprattutto per l’ex presidente.

Per Jair Bolsonaro è solo questione di poco tempo prima che il ministro dell’STF, Supremo Tribunal Federal), Alexandre de Moraes (che Lula potrebbe rimuovere già nei prossimi mesi) – o un giudice, quando i casi di cui deve rispondere “scendono” in prima istanza – emetta un mandato di arresto per uno dei guai in cui si è cacciato. Il principale è sotto la penna di Moraes: la fake news da lui diffusa sull’AIDS associato a un vaccino contro il Covid-19, per cui la Polizia Federale ha già chiesto alla corte suprema l’autorizzazione a incriminarlo.

Il piano di fuga di Bolsonaro è svelato: negli Stati Uniti può nascondersi per un po’ ed eludere la giustizia brasiliana, ma corre il rischio che l’FBI e la Polizia Federale bussino alla sua porta e che ritorni ammanettato in Brasile in caso di mandato.

Il percorso è talmente eclatante che la leadership del Partito Liberale ha rinviato l’affitto della villa sul Lago Sul a Brasilia. I mobili della famiglia, rimossi dal Palazzo Alvorada, sono conservati in un magazzino. Anche i figli con mandato, Flávio (senatore), Eduardo (deputato federale paulista) e Carlos (consigliere comunale a Rio de Janeiro) hanno la richiesta di cittadinanza aperta, ma non intenderebbero lasciare il Brasile.

Ufficialmente, l’Ambasciata Italiana non conferma il protocollo delle richieste. Il servizio di consulenza è stato interpellato da Istoé e, in una nota, ha risposto che per motivi di riservatezza non può fornire informazioni su questo tipo di domanda.

Bolsonaro resterà nella storia per i pessimi risultati economici e per l’ecocidio in Amazzonia ma anche per la sua propensione al crimine: sono in corso almeno quattro indagini, si sospetta ad esempio che abbia fatto pressione sulla polizia per proteggere i figli a loro volta finiti sotto inchiesta. Inoltre è stato denunciato per crimini contro l’umanità al Tribunale penale internazionale dell’Aja che ha accolto la denuncia sia per i crimini contro gli indios, sia per la sua inazione contro il Covid che in Brasile ha provocato oltre 600 mila morti, spingendosi fino ad accusare le Ong per gli incendi che hanno devastato l’Amazzonia. Già lo scorso ottobre il New York Times parlava di indiscrezioni secondo cui l’allora capo dello Stato temeva di finire in carcere se avesse perso le elezioni.

Proprio uno dei figli, Edoardo Bolsonaro, all’indomani del successo elettorale di FDI ha condiviso sui social una foto di Meloni con lo striscione «Difendiamo Dio, patria e famiglia» e ha scritto: “È un successo”.

Che suo padre Jair sia un idolo delle destre sovraniste italiane, a partire da Salvini, non è un mistero e un passaporto europeo potrebbe sicuramente consentirgli di sfuggire a lungo dalle sue responsabilità e questo malgrado esista un trattato di estradizione tra i due paesi del 1991. In Italia la concessione della cittadinanza è senza limiti generazionali, caso unico in Europa, e si potrebbe verificare una situazione simile a quella di Cesare Battisti ma in direzione invertita: un latitante brasiliano che si ricorda di essere anche italiano che non viene estradato per motivi politici. Sarebbe uno scandalo internazionale ma è su questa ipotesi che puntavano gli avvocati di Bolsonaro quando gli hanno consigliato di tagliare la corda il giorno prima dell’insediamento di Lula.

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