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Terni, sull’inceneritore l’ombra di Mafia Capitale

Intrecci nelle inchieste romane e ternane. I No Inceneritore: «Comune assente, politica subalterna agli interessi dei privati»

da Terni Carlo Perigli

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Mafia capitale, inquinamento ambientale ed un’amministrazione comunale assente ingiustificata. Questa la Terni emersa stamane durante la conferenza stampa tenuta dal Comitato No Inceneritori all’interno di Palazzo Spada, sede del Comune di Terni. Una città toccata, come le recenti inchieste stanno confermando, dalle vicende giudiziarie di ‘Mafia Capitale’, nella quale emergono i nomi di Riccardo Mancini, che nel 2010, attraverso la Sogeri, ha ottenuto da Acea il revamping dell’inceneritore di proprietà della Terni Ena spa, e di Riccardo Buzzi. Come ha spiegato Fabio Neri, portavoce del Comitato, «abbiamo da una parte Acea e dall’altra Cosp, che per oltre dieci anni è stata in società con Buzzi e che a marzo andrà a processo per traffico illecito di rifiuti, due società che rivestono un ruolo centrale per quanto riguarda il settore dei rifiuti. Cosp, in società con Asm, gestisce i rifiuti dell’intero Ati, quindi dell’intera provincia, mentre Acea controlla l’inceneritore, la discarica di Orvieto ed è anche socia del Comune nel servizio idrico».

Una situazione intricata e preoccupante, aggravata dalla totale assenza della politica sulla questione. «Ad oggi – denuncia il Comitato – non esiste una nota dell’amministrazione comunale nella quale si esprima preoccupazione su dati oggettivi, che non raccontiamo noi, ma che raccontano la Procura di Roma e quella di Terni. La politica si deve assumere le responsabilità che ha; l’amministrazione, il sindaco e la giunta devono esprimersi, perché non stiamo parlando di società satelliti, ma di società centrali nel settore dei servizi.» Un silenzio assordante, che inevitabilmente stride con i deludenti risultati raggiunti dalla raccolta differenziata nel capoluogo umbro. «Il silenzio della politica, per quanto ci riguarda – ha spiegato Neri – cela un ruolo che la politica si è scelta, ovvero di farsi interprete e braccio di soggetti privati che oggi stanno determinando le sorti di un territorio.» Il tutto a fronte dei risultati deludenti raggiunti dalla raccolta differenziata, che «negli ultimi due anni è salita solamente di 2 punti percentuali, passando dal 40 al 42%». Un dato sconfortante, soprattutto se messo in relazione ai risultati raggiunti da città come Salerno (76% di differenziata raggiunto in 18 mesi) o Barletta (dal 20 al 72% in 8 mesi), che porta a ritenere che in questo modo «si voglia tutelare l’egemonia di Acea, che non a caso ha fatto richiesta per bruciare rifiuti urbani».

L’atteggiamento tenuto dal Comune ha portato il Comitato ad interrogarsi sull’operato dell’assessore all’ambiente Emilio Giacchetti che «qualche giorno fa ha affermato, nel corso dell’Assemblea comunale del PD, che effettivamente ci sono stati dei problemi tra il Comune e l’Asm relativi alla trasmissione dei dati sulla contaminazione degli elementi. Un fatto grave, perché di questi argomenti Giacchetti ne deve parlare in qualità di assessore di fronte al Consiglio comunale, non come iscritto del Pd nella sede del suo partito». Da escludere, almeno per il momento, un incontro tra il Comitato e l’assessore. «Un incontro – ha precisato Neri – ha senso se l’amministrazione, e non il partito, palesa una reale intenzione. Dato che ad oggi il Comune di Terni non ha espresso le sue proposte, le sue idee, in merito alla contaminazione, allo sblocca Italia e via discorrendo, su cosa ci dobbiamo confrontare? L’amministrazione deve decidere cosa vuole fare da grande, poi avremo una materia di cui discutere. Ripeto, le uniche dichiarazioni sono quelle di Giacchetti all’assemblea comunale del PD. È possibile che rispetto a quello che avviene in città l’amministrazione non abbia mai nulla da dire? E che, quando viene incalzata, il suo atteggiamento sia sempre quello di sottostimare, negare, far finta di nulla e rimandare?».

Ironia della sorte, verso la fine della conferenza è arrivata la notizia, confermata anche dagli organi di stampa, secondo cui il consiglio comunale previsto per mercoledì, al centro del quale vi saranno proprio tematiche legate all’ambiente, sarà chiuso agli interventi esterni, al contrario di quanto annunciato negli ultimi giorni. Il Comitato No Inceneritori nel pomeriggio ha pubblicato una nota sulla sua pagina facebook. «La politica silente – si legge nel comunicato – agisce al coperto della burocrazia: non rende più aperto il consiglio comunale di mercoledì 21 perché incapace di gestire politicamente i disastri commessi. Non sono avvezzi – prosegue la nota – a sentirsi sotto pressione dei cittadini. Non sentono di dover rendere conto del ruolo subalterno che la politica si è data rispetto agli interessi dei privati: Acea, Tozzi, Coisp..Ma anche se i cittadini non potranno intervenire ufficialmente – conclude il Comitato – il Consiglio comunale è comunque sempre pubblico…no?».

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