30.6 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
30.6 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
HomecultureiFEST a Roma, l'estate romana indipendente

iFEST a Roma, l’estate romana indipendente

Dal 2 luglio è iFEST a Roma, cultura e musica indipendente all’insegna dell’autonomia e dell’autofinanziamento.

di Marina Zenobio

ifest1

Al via a Roma l’iFEST, festival di cultura e musica indipendente promosso dalle reti sociali del territorio e con il patrocinio gratuito del III Municipio, che si terra al Parco Simon Bolivar (nei pressi di Piazza Sempione) dal 2 al 6 luglio prossimo.

«Mentre l’estate romana è ridotto al lumicino – fanno sapere le organizzatrici e gli organizzatori – l’iFEST, grazie alla collaborazione delle Reti sociali del terzo municipio va in controtendenza, promuovendo cinque giorni di festival indipendente nella Capitale, in una delle nuove centralità della città che diventa metropoli e – fanno notare – senza finanziamenti nè sponsor». L’Indipendent Festival è infatti totalmente autonomo e autofinanziato, il cui scopo è quello di promuovere la cultura ‘da basso’.

Tanti gli artisti che saliranno sul palco dell’iFEST, dall’intervista al fumettista Zerocalcare agli interventi di Elio Germano, Jhonny Palomba, Andrea Rivera, Emilio Stella, Francesca Fornaro (per citarne alcuni) che il 2 luglio leggeranno i sonetti romaneschi de I Poeti del Trullo. Chiaramente tanta musica, per un cartellone che prevede il meglio della musica indipendente, che vede in concerto, il 3 luglio, del Lo Stato Sociale, unica data romana del tour del gruppo bolognese. Venerdì 4 luglio sarà la volta di due gruppi veterani della scena underground, i 99 Posse e Danno del Colle der Fomento. Infine sabato sera ci saranno le Incursioni Teatrali a cura del Teatro Valle Occupato, e domenica l’iFEST si concluderà con la ‘Milonga di Menenio’, un tango itinerante che, partendo da Piazza Sempione, attraverserà alcune zone del quartiere di Monte Sacro. Tutto questo – musica, teatro, fumetti, spettacoli satirici, tango – sarà accompagnato da buon cibo e vino biologici a costi accessibili per tutti perché, dichiarano le organizzatrici e gli organizzatori: «la cultura deve essere un bene comune e non un lusso».

L’iFEST nascerà recuperando uno spazio pubblico, il parco Simon Bolivar nei pressi di Piazza Sempione, per farlo tornare a vivere e restituirlo ad un territorio carente di luoghi culturali e di aggregazione; un luogo che ha una storia molto particolare e simbolica perché proprio qui, nell’agosto del 1805, il poco più che ventenne Simon Bolìvar giurò di liberare il suo Paese (il Venezuela) e l’ America latina dagli oppressori. Nell’agosto del 2005 poi, in occasione del bicentenario del giuramento, fu eretta una colonna attica progettata dall’architetto Jorge Castillo, e fece notizia quando, due mesi dopo, l’allora presidente del Venezuela, Hugo Chavez, nel corso della sua visita romana, si recò personalmente a rendere omaggio al grande condottiero rivoluzionario proprio nel parco di Monte Sacro che, da allora, viene chiamato Parco Bolivar e che questa estate farà da palcoscenico dell’iFest.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Una cinepresa puntata sulle banlieue in rivolta

La guerra civile che avanza. L'arte per leggere le eterotopie delle banlieu parigine [Luca Cangianti]

Dietro lo stallo del Nuovo Fronte Popolare, due strategie opposte

Francia, la sinistra è lacerata su un governo destinato a durare poco. I socialisti stanno inviando segnali di apertura al campo macronista [Mathieu Dejean]

E’ sbagliato tifare per la Nazionale? Noi compagni e il calcio

Europei: football, politica e società. Uno sguardo con gli occhi di un socialista inglese [Dave Kellaway]

Francia, la gauche in stallo, cresce l’impazienza popolare

Duello Ps-LFI per chi guiderà il governo del NFP. Ma intanto Macron punta a dividerlo. Se resisterà sarà solo per la pressione dei movimenti

Il passepartout del sionismo

L'accusa di antisemitismo e altre sfumature retoriche per negare le responsabilità di Israele nel massacro di Gaza