20.3 C
Rome
venerdì 19 Aprile 2024
20.3 C
Rome
venerdì 19 Aprile 2024
HomecultureIl meraviglioso mondo degli Hunza

Il meraviglioso mondo degli Hunza

Non sappiamo dove finisca la realtà e inizi la favola del popolo dalla lunga vita, nei primati di longevità umana non c’è traccia degli Hunza, ma anche se fosse è una bella favola. E Popoff ve la vuole raccontare.

di Marina Zenobio

La valle dell’Hunza prende il nome dall’omonimo fiume, si trova nel Pakistan del nord, a 2.438 metri di altitudine e si estende per circa 7.900 chilometri quadrati. E’ un luogo fantastico, reso quasi magico dai colori delle stagioni che si riflettono sulla valle e su i suoi maestosi rilievi. Ma è conosciuta anche per un’altra caratteristica: i suoi abitanti vivono fino a 110-120 anni, raramente si ammalano e, nonostante il passar del tempo, mantengono un aspetto piuttosto giovane anche ad età avanzata.

Sono diversi rispetto alle popolazioni vicine per diversi aspetti: fisicamente gli Hunza somigliano agli europei, parlano una lingua propria – il burushaski – che non somiglia a nessun altro idioma al mondo, e professano il credo ismaelita.

Ovviamente ciò che affascina di questo piccolo popolo che vive tra i massicci montagnosi del nord del Pakistan, sono i racconti sulla loro straordinaria capacità di mantenersi giovani e in salute. Fanno il bagno in acque gelide anche fino a 15 gradi sotto zero, fanno attività sportive fino a cent’anni, le donne a 40 anni sembrano adolescenti e a 65 sono ancora in grado di dare alla luce figli; in estate mangiano frutta e verdure crude, in inverno albicocche secche, germogli di grano e formaggio di pecora.

Fu il medico scozzese Robert McCarrison a scoprire, nei lontani anni ’30, la “valle felice”, e registrò che mangiavano pochissime proteine: 1933 calorie diarie, che comprendevano 50 grammi di proteine, 36 grammi di grassi e 365 grammi di carboidrati.

A distanza di svariati decenni le abitudini alimentari degli Hunza non sembrano cambiate: la carne è quasi assente dalla dieta e si nutrono soprattutto dei cereali da loro più coltivati come frumento, orzo e grano saraceno, di patate e frutta come albicocche e mele, nocciole, eppoi di burro, yogurt e derivati del latte di pecora. Per quanto riguarda l’acqua, la loro unica fonte discende dal ghiacciaio Altar. Ma non disdegnano, ogni tanto, un po’ di alcol, bevendo elisir ottenuti dalle more di gelso o dalla distillazione del succo fermentato di albicocche.

La conclusione è dunque che sia proprio la dieta il fattore principale della longevità di questo popolo. Un esempio è dato dalle popolazioni vicine, che vivono alle stesse condizioni climatiche ma non rispettando lo stesso regime alimentare e che hanno una speranza di vita due volte inferiore.

Non sappiamo dove finisca la realtà e inizi la favola del popolo che non invecchia, nei primati di longevità umana non c’è traccia degli Hunza, ma anche se fosse è una bella favola.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Alloisio, Flaco Biondini e le partigiane

Il cantautore genovese e in chitarrista storico di Guccini in scena con "Signora Libertà". Con loro il sassofonista Antonio Marangolo

Un’autobiografia danzante

Genova, Chotto Deshm del coreografo Akram Khan chiuderà la decima edizione di Resistere e creare

Il Carro del principe, un viaggio durato 27 secoli

Inaugurata nel museo di Fara Sabina la sala del carro di Eretum. Dalla Sabina alla Danimarca e ritorno

Fotografare per immaginare

Marchionni e Scattolini, itinerari del reportage poetico al museo Ghergo di Montefano

Il malgusto ai tempi del consumo

Food porn, oltre la satira del cibo spazzatura: Andrea Martella torna in scena con Hangar Duchamp