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Il legionario Fontana partecipa a una manifestazione pro Kiev a Milano

È di Avanguardia Nazionale e combatte insieme ai nazisti di Pravy Sektor nell’est dell’Ucraina. Ha anche partecipato agli scontri che hanno portato alla strage di Odessa. Doveva essere arrestato al suo rientro in Italia. Invece, eccolo in piazza a Milano a raccontare le sue avventure.

 

di Franco Fracassi

Francesco Saverio Fontana, alias Françcois Fontaine, alias Stan. I lettori di Popoff hanno letto le sue gesta in Ucraina. «Ero a Odessa il giorno del rogo». E ancora: «Io sono volontario. Non ricevo denaro in cambio di quello che faccio. Mi sono pagato il biglietto per venire in Ucraina. Questa esperienza l’ho sognata per tutta la vita. Non c’è spazio per i sentimentalismi. Questa è la guerra. Sono qui per uccidere». Membro di Avanguardia Nazionale ed amico di Stefano Delle Chiaie, da aprile Fontana combatte come mercenarie tra le milizie paramilitari naziste che affiancano l’esercito di Kiev contro i separatisti ucraini. Per le leggi del nostro Paese dovrebbe essere un fuorilegge, dovrebbe essere arrestato non appena rimette piede in Italia. Fontana in Italia è tornato per una breve licenza. È persino apparso in piazza a Milano durante una manifestazione dell’associazione “Italia-Ucraina-Maidan”. Terminata la manifestazione è tornato in Piemonte dalla moglie e dai suoi due figli, e presto ritornerà a combattere in Donbass. A quanto pare il carcere non apparterrà al suo futuro.

 

Fontana ha detto: «È una vita durissima. Abbiamo a disposizione pochissime armi: qualche Flobert rinforzata, un buon numero di mazze. Gli scontri sono quasi sempre ravvicinati. Combattiamo spesso a colpi di Molotov. È durissima, si lotta corpo a corpo. Da giovane militavo in Avanguardia Nazionale. Sognavo un giorno di prendere parte a una vera rivoluzione patriottica. Questa è la mia ultima opportunità per farlo: come potevo lasciarmela sfuggire?».

 

11 COMMENTI

  1. Gent. Franco Fracassi, nonostante ha cancellato dalla memoria di google l’articolo di marzo dove scriveva che ero un neonazista mi ero premurato di salvarlo nel caso la diffamazione continuasse. Ora visto che la sagra delle diffamazioni continua facciamo un pacco unico e spieghera’ alle autorita’ competentiquali sono le sue prove che sono un Nazista e che ho invitato Fontana che neanche conoscevo prima di domenica. C’e’ un limite a tutto oltre il quale bisogna procedere e dimostrare la propria coerenza professionale. Lei dice di essere un giornalista e quindi conosce bene l’etica della notizia e la necessita’ di poter provare cio’ che si argomenta.

  2. Per chi legge volevo anche sottolineare che il dott. Fracassi ha scopiazzato una mia vecchia iintervista fatta a La Stampa (prima della festa) di cui il direttore ha poi provveduto a far pubblicare una rettifica in quanto le parole erano state riportate male ed in un contesto sbagliato. Quelle frasi non centrano pertanto nulla con la festa. Il dott. Fracassi dovra’ meglio argomentare le sue fonti in sede giudiziaria

  3. Gent. Sig. Voerzio, tengo a precisare che il termine “nazista” come tutti gli aggettivi, vedi “infame”,”bastardo”, “pusillanime” non necessitano di maiuscola, che anzi stona col significato offensivo dello stesso.

    • sono d’acordo con lei sul il termine “nazista”, ma come si vede “il sogno di sig.Fontana un giorno di prendere parte a una vera rivoluzione patriottica”, mi dispiace deludere sig.Fontana perche lui a sbagliato la parte. I veri patriotti sono abbitanti della terra di Lugansk e di Donetsk, sono uomini chi difendono proprie famigle e il popolo che non vuole piu essere schiavo dei oligarchi.

  4. Vedo che tentare di ragionare con le persone che non vogliono ragionare ma solo fare propaganda non porta nessun beneficio. Come ho scritto in precedenza ho depositato in Procura tutti i dettagli dell’aggressione mediatica che ho subito questi mesi, un dossier di oltre dieci pagine molto particolareggiato con tutti coloro che con articoli, post o altro hanno sostenuto queste teorie circa la mia appartenenza ad aree extraparlamentari, crimini che avrei commesso etc. etc. Siamo tutti adulti e vaccinati in grado di prenderci le nostre responsabilita’ e pertanto chi scrive e/o diffonde certe notizie o pensieri sapra’ sicuramente farlo anche in altre sedi, in caso contrario paghera’ di tasca sua. Grazie a Dio continuo a credere che l’Italia e’ un paese che garantisce la liberta’ di espressione cosi’ come garantisce l’onorabilita’ delle persone.

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