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Mafia capitale e ‘ndrangheta calabrese

“Mafia capitale”, una ragnatela sempre più fitta. Nuovi nomi e nuovi arresti collegati direttamente alla ‘ndrangheta calabrese. Oggi decisioni del Tribunale del riesame

mercato dell'esquilino  roma

Ma “mafia capitale” è criminalità organizzata oppure mafia mafia? Mentre commentatori politici cercano il pelo nell’uovo, dall’inchiesta in corso saltano fuori altri due nomi, sono Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero. Secondo gli inquirenti si tratta di due ufficiali di collegamento tra la banda di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi e la ‘ndrangheta calabrese, in particolare con la famiglia Mancuso, egemone nella provincia di Vibo Valentia. Ancora una volta la conferma del rapporto stretto tra l’organizzazione della mafia romana e le mafie tradizionali.

L’inchiesta infatti ha dimostrato che tra Salvatore Buzzi e i due aderenti alla famiglia Mancuso, Rotolo e Ruggiero, ci fosse una sorta di accordo di collaborazione sotto la supervisione di Massimo Carminati, considerato il capo della cosiddetta “mafia capitale”. Due gli affari in particolare di cui sono stati protagonisti.

Il primo riguarda l’appalto per la gestione della pulizia in un grande mercato rionale di Roma, quello dell’Esquilino, a Piazza Vittorio, in pieno centro di Roma, a due passi dalla Stazione Termini. Qui Salvatore Buzzi, tramite i suoi intermediari – questo dice l’ordinanza – avrebbe offerto al Clan Mancuso la gestione del servizio di pulizia, che Buzzi ha in questo mercato gestito fin dal 2001, cioè da quanto il Comune di Roma ha creato il mercato rionale dell’Esquilino, anno di passaggio a sindaco da Rutelli a Veltroni. Nel 2003 la gestione è passata alla cooperativa costituita dagli operatori del mercato stesso che hanno rinnovato la convenzione con la cooperativa “29 giugno” di Salvatore Buzzi e, secondo la Procura, questo appalto sarebbe poi passato nelle mani di un’altra cooperativa denominata “Santo Stefano”, gestita da un uomo ancora una volta vicino al Clan Mancuso, in particolare l’imprenditore Giovanni Campennì, ora indagato.

L’altro scambio di favori tra “mafia capitale” e ‘ndrangheta calabrese riguradava il flusso di migranti, quelli che, in eccesso, venivano mandati dal centro di prima accoglienza di Crotone verso altri, gestiti presumibilmente dalle cooperative di Buzzi.

Intanto la guardia di finanza questa mattina ha messo sotto sequestro altre due cooperative facenti capo a Salvatore Buzzi, si tratta della “29 giugno Servizi” e “Formula Sociale” dal fatturato complessivo di 15 milioni di euro e, purtroppo, anche più di 400 dipendenti che vedono molta incertezza sul loro futuro.

Mentre scriviamo è in corso l’udienza del tribunale del riesame, in aula – ma non sarà ascoltato – c’è anche Massimo Carminati e altri cinque indagati che hanno fatto ricorso alle misure cautelari firmati dalla gip Flavia Costantini. Il riesame è una sorta di appello rispetto alla decisione sulla custodia cautelare, alle decisioni perse in questo caso dalla gip Costantini su richiesta dalla Procura. Il tribunale del riesame valuterà quindi le richiesta fatte dai legali difensori, in alcuni casi si tratta di richieste di scarcerazione in altri di modifica dei capi di imputazione, come nel caso di Massimo Carminati per il quale l’avvocato difensore ha chiesto che decada l’imputazione più grave, ossia quello di associazione a delinquere di stampo mafioso. Vedremo quali saranno le decisioni dopo gli ultimi e ulteriori sviluppi dell’inchiesta che vede sempre più stretti legami tra la banda romana e la ‘drangheta calabrese.

Nelle stesse ore il Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, è arrivato scortatissimo a Palazzo San Macuto sede della Commissione parlamentare antimafia, di fronte alla quale racconterà questa inchiesta su “mafia capitale” spiegherà nei dettagli, risponderà alle domande dei commissari. Non si ancora se l’audizione sarà interamente secretata, parzialmente secretata o completamente pubblica. Sarà lo stesso Pignatone a decidere in tal senso.

E’ probabile che dal tribunale del riesame in poi, dopo le decisioni che verranno prese oggi, molti degli indagati cominceranno a chiedere di essere interrogati e cominceranno a parlare. E c’è da immaginare che a molti altri stanno tremando i polsi.

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