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Piaggio, vietato ammalarsi. Il Jobs act comincia così

Lettere minatorie agli operai di Pontedera: se ti ammali ti facciamo fuori. Così la Piaggio anticipa la demolizione dei diritti che chiamiamo Jobs act

di Sergio Bellavita

piaggio-protesta

Il regime della ricattabilità totale del lavoro, che si sta affermando sulle macerie del modello sociale costruito nella lunga stagione di lotte del movimento operaio e dei movimenti, comincia a mostrare tutta la brutalità del suo volto.

Con una lettera dall’esplicito carattere intimidatorio, inquisitorio, autoritario, la direzione aziendale della Piaggio di Pontedera ha “avvisato” diversi lavoratori del rischio che corrono se perseguono a mantenere un livello di assenteismo considerato incompatibile, nella sfida globale del mercato, al punto da rendere impossibile utilizzare proficuamente quei lavoratori, accusati tra le altre cose di vanificare gli sforzi dei colleghi…

La conclusione a cui giunge la direzione è netta: o si riduce il numero delle malattie o si prenderanno “tutte”, scritto in grassetto e sottolineato, le misure necessarie rispetto ad un rapporto di lavoro di più nessuna utilità.

È un preavviso di licenziamento a tutti gli effetti. Eppure non solo non c’è assolutamente quell’abnorme ricorso alla malattia che Piaggio denuncia (dalla lettera che pubblichiamo abbiamo tolto ogni possibile riferimento utile a individuare il destinatario per ragioni facili da comprendere) ma lo stesso diritto alla malattia è stato progressivamente leso dai peggioramenti contrattuali e dalle sempre più rigide normative.

Qual’è allora la ragione che spinge un’azienda annoverata tra quelle illuminate a minacciare di licenziamento lavoratori che non hanno infranto alcuna regola come la stessa direzione è costretta ad ammettere nella lettera?

È il risultato concreto della demolizione sostanziale dello Statuto dei diritti dei lavoratori ultimata con il Jobs Act. Esce la legge 300 dai luoghi di lavoro ed entra la barbarie del dominio padronale. Tutto deve essere subordinato ai voleri del mercato e dell’impresa. I diritti, che pure restano, saranno sempre più difficilmente praticabili perché quando cancelli le tutele dal licenziamento, quando entri nel vero regime della ricattabilità l’unica legge è quella del padrone. Renzi e Marino attaccano i vigili urbani di Roma, falsificando i termini della vicenda, allo scopo di estendere il regime della licenziabilità a tutto il pubblico impiego e Piaggio li segue subito senza neanche attendere l’effettiva entrata in vigore dei decreti attuativi del Jobs Act, a dimostrazione del clima che la costante aggressione ai diritti dei lavoratori sta alimentando.

Quello che accade alla Piaggio è di una gravità inaudita ed è solo la punta dell’iceberg sotto al quale prolifera ulteriore barbarie. Bisogna mobilitarsi subito, deunciare la Piaggio per intimidazione, pretendere che la direzione ritiri quelle lettere. Questo modello non può e non deve passare.

 Sergio Bellavita è portavoce nazionale dell’area programmatica “Il sindacato è un’altra cosa – Opposizione Cgil”

Di seguito la lettera dell’azienda:

“Caro lavoratore”,

dalle verifiche effettuate, a fronte di un tasso di assenteismo complessivo rilevato nel sito di Pontedera significativamente più elevato rispetto a quello riscontrabile presso gli altri siti produttivi del Gruppo Piaggio in Italia e, in generale, tra le aziende del settore, è emersa un sua presenza al lavoro del tutto discontinua, caratterizzata da ripetute assenze di breve periodo, imputate a titoli diversi, potenzialmente tali da determinare un oggettivo impedimento alla possibilità di un utile impiego della sua prestazione lavorativa.

Più specificatamente, nel corso del periodo analizzato (dal xx/xx/xxxx al xx/xx/xxxx)

Ella e’ stata assente dal lavoro per un totale di xx giorni lavorativi, maturati in xx episodi di assenza per causali diverse, con una media dunque di x,x giorni a episodio.

Il difficile contesto economico che caratterizza i mercati in cui opera la nostra azienda impone l’adozione di adeguate misure di correzione degli abusi di istituti (di per sé legittimi), ove si trasformino in periodi di assenza abnormi: la discontinuità della sua prestazione lavorativa, come sopra dettagliata, rappresenta un elemento di vanificazione dell’impegno posto in essere dalla collettività dei nostri dipendenti per superare le difficoltà dell’attuale momento.

Alla luce di ciò, desideriamo pertanto raccomandarle per il futuro un attivo impegno per assicurare una maggiore assiduità della prestazione lavorativa.

Le segnaliamo altresì che, laddove non constatassimo cambiamenti, fermo il diritto della nostra società di verificare l’effettiva giustificazione di ciascuna sua assenza, ci vedremo costretti a trarre tutte le conseguenze derivanti dalla mancanza di utilità e/o interesse per una prestazione caratterizzata da modalità siffatte.

Distinti saluti

Piaggio & C. s.p.a

( un procuratore)

 

12 COMMENTI

  1. La lettera di per sè è sicuramente drammatica ed intimidatoria non c’è dubbio. In questi casi però il sospetto è sempre dietro l’angolo…..
    Quello che mi chiedo è quanti sono i giorni indicati nella lettera con le xxxx? Forse questo lavoratore si sta approfittando del datore di lavoro oppure è seriamente malato e necessita di tutela? Non credo che la lettera sia stata inviata a chiunque si sia ammalato “normalmente” durante l’anno. Letta così mi sembra una lettera un po’ demagogica, sbandierata da un sindacato che sta perdendo potere e consenso per sollevare il polverone, parando magari un proprio iscritto storico ma gran fannullone riconosciuto da tutti.
    Oh la mia è solo una opinione.

  2. Buongiorno la lettera é arrivata anche a me contestando 81 giorni! Ho un contratto part time verticale il che significa che lavoro 7 m mesi l’anno. I certificati che ho non tornano assolutamente con i giorni contestatimi nella lettera in più il periodo dell’assenza comprenderebbe pure i restanti 5 mesi di fermo lavorativo.! Non c’è bisogno di aggiungere altro..

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