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Embargo: cosa cambia tra USA e Cuba

Per i nordamericani sarà più facile investire, fare un viaggio a Cuba e lì usare la carta di credito. Arriveranno smartphone e pc,ma per la fine vera dell’embargo ci vorrà tempo

di Marina Zenobio

cuba

Barak Obama ha allentato significativamente l’embargo statunitense contro Cuba. Già da venerdì 16 gennaio 2015 ci saranno meno limitazioni per i cittadini nordamericani che vogliono fare un viaggio sull’isola caraibica, ma anche in ambito economico-commerciale.
Con le nuove norme i nordamericani potranno usare a Cuba le proprie carte di credito e, di ritorno, portasi una certa quantità di veri sigari Habanos, dopo un divieto che dura mezzo secolo.

L’annuncio dato dal Dipartimento del Tesoro e Commercio Usa è un passo in più verso l’ambizioso obiettivo di Obama di ristabilire relazioni diplomatiche con il governo di Raul e Fidel Castro, annuncio dato dopo la conferma, da parte cubana, della liberazione di 53 prigionieri politici.

Ma l’embargo resta perché solo il Congresso può decretarne la fine. Intanto le nuove norme permetteranno alle company statunitensi di esportare tecnologia telefonica, informatica e Internet – la comunicazione come trampolino di lancio USA a Cuba lascia alla fantasia poco spazio per pensare cose positive. E saranno anche permessi investimenti in piccole imprese.

Il turismo continuerà ad essere vietato, ma i nordamericani autorizzati a viaggiare a Cuba non avranno più bisogno di permessi speciali. Obama ha promesso di togliere parzialmente l’embargo e riallacciare relazioni diplomatiche dopo aver affermato che “questi 50 anni hanno dimostrato che l’isolamento non ha funzionato”.
L’accordo è il risultato di 18 mesi di incontri segreti culminati con la liberazione tra gli altri, di Alan Gross, un “contractor” del governo USA detenuto a Cuba da cinque anni.

L’improvviso riavvicinamento tra i due avversari della Guerra Fredda ha diviso i politici al Congresso, rispetto ai loro interessi di partito. Due senatori di origini cubane, come il democratico Bob Menendez e il repubblicano Marco Rubio, hanno proclamato la loro ferma opposizione.
D’altro canto, invece, chi ha interessi economici gioisce per un provvedimento che rappresenta l’opportunità di aprire un nuovo mercato di esportazione vicinissimo agli Stati Uniti. Il presidente della Camera del Commercio ha dichiarato che da tempo gli USA avrebbe dovuto cominciare a vendere a Cuba computer, smartphone e automobili, piuttosto che lasciare terreno libero a Russia e Cina. Tutto lascia presagire che sarà una dura battaglia riuscire a rimuovere completamente l’embargo in tempi brevi.

Comunque a partire da venerdì le aziende statunitensi potranno esportare telefoni cellulari, televisori, registratori, computer e software in un paese poverissimo di infrastrutture per internet e telecomunicazioni. Un mercato vergine!

I nordamericani che possono andare a Cuba per ragioni familiari, missioni ufficiali, giornalismo, ricerca, educazione, attività religiose o per altro motivo, avranno un permesso generale e non dovranno più chiedere un permesso speciale. Il limite sulle rimesse ai parenti a Cuba sale dagli attuali 2.000 dollari l’anno a 8.000.
Gli statunitensi potranno riportare da Cuba prodotti alcolici e tabacco per un valore di 100 dollari e di altri beni per un valore totale di 400 dollari.

Altri cambiamenti:

  • eliminati i limiti sul denaro che gli statunitensi possono spendere quotidianamente a Cuba e la descrizione di come è stato speso;
  • si possono usare carte di credito e di debito;
  • le agenzie di viaggio e le linee aeree posso volare a Cuba senza permessi speciali;
  • le compagni assicurative possono vendere polizze sulla salute, vita e viaggio a persone che risiedono a Cuba o che ci vanno per viaggio;
  • gli istituti finanziari potranno aprire conti in banche cubane per facilitare le transazioni autorizzate;
  • sarà possibile investire in piccole imprese e attività agricole;
  • le aziende possono inviare materiale da costruzione, attrezzature e macchinari ad aziende private cubane per il restauro di edifici privati.

La prossima settimana a La Habana, USA e Cuba hanno in programma incontri sull’immigrazione, considerato un passo successivo del processo di normalizzazione. La delegazione statunitense sarà guidata da Roberta Jacobson, il capo della diplomazia nordamericana per l’America Latina.

Più in là è prevista la riapertura dell’ambasciata USA a La Habana, la realizzazione di scambi di visite ad altro livello e tra i due governi. Il segretario di stato John Kerry potrebbe recarsi a Cuba addirittura il mese prossimo.

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