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Ttip, voto rimandato. Paura di perdere?

La decisione è stata presa dal presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz. Iglesias, leader di Podemos, attacca: “Ad alcune persone la democrazia piace solo quando sono convinte di vincere”

Di Carlo Perigli

ttipIl voto sul Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti – Ttip – tra Usa e Ue, previsto per domani, è stato rimandato a data da destinarsi. La decisione è stata presa nel pomeriggio dal presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz. «In considerazione del fatto – si legge nel comunicato emanato dalla presidenza – che sono stati presentati più di 200 richieste di emendamenti e richieste di votazioni distinte alla relazione Lange sul Ttip, il presidente Martin Schulz ha deciso, ai sensi dell’articolo 175, e dopo aver consultato il presidente della commissione Commercio Internazionale (Inta), di chiedere alla commissione stessa di riunirsi per esaminare gli emendamenti e le richieste presentate alla plenaria. Pertanto, il voto in plenaria sulla relazione, prevista per domani a mezzogiorno, non avrà luogo».

Il rinvio arriva a circa 24 ore di distanza dall’esortazione da parte del G7 a proseguire rapidamente sulla strada del negoziato. Ora la palla passa nuovamente alla Commissione, che riprenderà l’esame del testo. Secondo quanto riportato da Ansa, nel corso delle trattative avviate in vista del voto ci si è resi conto che non si sarebbe raggiunta alcuna maggioranza a favore di un testo in grado di esprimere un mandato ai negoziatori.

A far saltare la votazione è probabile sia stato l’emendamento proposto dai socialisti, che aveva trovato favorevoli anche diversi deputati popolari, sul meccanismo di risoluzione delle controversie -Isds – su cui diverse delegazioni, oltre che i manifestanti dei Paesi coinvolti, si erano espresse in maniera negativa. La norma incriminata darebbe difatti alle multinazionali il potere di portare gli Stati dinanzi ad un arbitrato, scavalcando così l’intero sistema giudiziario interno, qualora ritengano di aver avuto una perdita economica, dettata, ad esempio, dall’introduzione di nuove leggi sulla tutela dell’ambiente o dei diritti dei consumatori. In una situazione del genere, considerato il dietrofront dei socialisti, sarebbero passati gli emendamenti ma non il testo finale, con conseguente pessima figura del Parlamento Europeo.

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«Ad alcune persone la democrazia piace solo quando sono sicure di vincere – ha dichiarato il leader di Podemos (Gue) Iglesias – poi quando i risultati del voto sono diversi da quelli previsti la democrazia non piace più l’utilizzo e si usano espedienti tecnici per rimandare il voto, ma si tratta solo di un trucco. La commissione parlamentare del Commercio internazionale –  ha proseguito l’eurodeputato – ha votato a favore dei tribunali di arbitraggio, che sono composti da agenti delle multinazionali. Poi i deputati socialisti si sono resi conto che è una pazzia e si sono autoemendati, creando questa crisi nel Parlamento europeo».

 

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