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Grecia: la vendetta dell’Eurogruppo

Un documento scritto con l’obiettivo di umiliare Tsipras e far cadere il suo governo, al quale non si perdona di aver trasformato la crisi greca da problema economico a questione politica

di Marina Zenobio

eurogruppo

I ministri di economia e finanze dell’eurozona, su potenti pressioni della Germania, danno alla Grecia 72 ore per legiferare sulle riforme perché il paese possa “ricostruire la fiducia” e non escludono un “Grexit” temporaneo dall’euro se non accetterà tutte le richieste.

Con un documento durissimo dibattuto dai capi di stato e di governo dell’eurozona, l’Eurogruppo mette all’angolo la Grecia e per la prima volta si fa menzione che “in caso non si raggiunga un accordo per un terzo salvataggio della Grecia, si offrirà alla paese un negoziato per un’uscita temporanea dall’euro”. Tale proposta è stata presentata dal titolare delle finanze tedesco, Wolfgang Shauble, già nella riunione di sabato sera, terminata senza accordo e ripresa oggi.

Sei leggi in tre giorni

Per evitare l’uscita dall’euro, Atene dovrebbe varare in parlamento, entro il 15 luglio, sei riforme che riguarda l’Iva, il sistema pensionistico, la riforma della giustizia, la riforma per garantire l’indipendenza dell’Elstat (l’Istat italiana), la realizzazione del Consiglio Fiscale per raggiungere l’obiettivo dell’avanzo primario e l’adozione della legge europea per la risoluzione di istituzioni finanziarie in crisi.

Oltre ad approvare sei leggi in 72 ore, il governo di Alexis Tsipras deve approvare in parlamento il documento completo dell’Eurogruppo per offrire ai leader europei garanzie politiche riguardo il suo impegno. Solo quando tutto questo sarà realizzato con procedimento d’urgenza, i paesi dell’Eurozona saranno disposti ad iniziare il negoziato per un terzo riscatto, che sarà l’inizio di altri negoziati per concordare un MOU,  memorandum of understanding (memorandum di comprensione) con imposizioni aggiunte.

E questa sarebbe quella che l’Eurogruppo ha definito una “richiesta moderata che riflette finalmente il ritorno del pragmatismo”.

Secondo il documento dell’Eurogruppo “il governo greco deve compromettersi formalmente a rafforzare le sue proposte in un numero di aree identificate delle istituzioni, con una soddisfacente agenda di legislazione e programmazione”. Le misure menzionate dall’Eurogruppo si concentrano nella liberalizzazione del mercato di prodotti e servizi, privatizzazione dell’operatore della rete elettrica, revisione del mercato del lavoro e della contrattazione collettiva, sviluppare azioni concrete per rafforzare il settore finanziario.
In pratica si sta chiedendo alla Grecia, di nuovo, di adottare tutto quello che aveva rifiutato negli ultimi mesi, anzi di più. Comprende anche lo sviluppo di un dettagliato programma di privatizzazioni che sarà monitorano da un organismo indipendente che deciderebbe i prezzi di vendita con la partecipazione delle istituzioni

Il ritorno della troika

Un’altra delle controverse proposte tedesche che figurano nel documento, sarebbe la creazione di un fondo con sede in Luxemburgo in cui verrebbe trasferita proprietà dei beni greci per un valore di 50.000 milioni di euro. La troika rientrerà alla grande in Grecia per gestire direttamente queste risorse e lo farebbe vendendo senza che passino per mani greche per ridurre il debito ellenico.
Secondo il documento presentato dall’Eurogruppo il Fondo monetario internazionale (Fmi) deve partecipare al programma e un taglio del debito non è contemplato in nessun caso.

Il documento è chiaro sul fatto che ci saranno condizioni e che la Grecia sarà sottoposta ad un costante monitoraggio delle sue istituzioni e, perché non siano dubbi su questo punto, prima del 20 luglio la Grecia dovrà chiedere formalmente alle istituzioni e agli stati membri appoggio e assistenza tecnica, cosa che costituirebbe per la Grecia una capitolazione in piena regola.

Target: Tsipras

La diffidenza da parte greca è totale, i leader europei presteranno soldi alla Grecia solo in cambio di tenerla al morso, umiliando così Alexis Tsipras e provocando una probabile caduta del suo governo che lascerebbe il passo ad un esecutivo di unità nazionale di cui farà parte l’ala europeista di Syriza, Nuova democrazia (conservatori), il Pasok (socialdemocratici) e To Potami (socialdemocrazia). Almeno stando ad indiscrezioni pubbicate sul quotidiano tedesco Bild.

I leader dell’eurozona si garantirebbero così un impegno nazionale da parte greca nell’attuazione delle riforme in cambio di un salvataggio che, secondo il documento dell’Eurogruppo, oscillerebbe tra gli 80.000 milioni e gli 82.000 milioni di euro, di cui tra i 10.000 milioni e 25.000 milioni sarebbero necessari per ricapitalizzare le banche.

Sarà una lunga notte per i greci, e non solo.

1 COMMENTO

  1. ero in Germania quando il bieco Scheuble fu ridotto in carrozzella ma a distanza di 40 anni è ancora…………nessuno dei suoi sodali del tempo o avversari è ancora li, non sono mica italiani, l’europa non ha sopportato che uno spiraglio di democrazia abbia contestato………..a parte gli italioti spero in podemos e nella sindaca di Barcellona che ha detto ai turisti di starsene a casa………no pasaran

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