23.5 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
23.5 C
Rome
sabato 27 Luglio 2024
HomecultureCaution Radiation Marshall

Caution Radiation Marshall

Utilizzate per decenni nei test nucleari Usa, dalle Isole Marshall ora rischiano di finire in mare centinaia di migliaia di  metri cubi di materiale radioattivo

di Marco Vulcano

runit-dome-2[2]

La polvere nascosta sotto il tappeto, non è una novità, prima  o poi esce fuori. E più tempo rimane nascosta accumulandosi, tanto più poi sarà problematico rimuoverla. Una massima semplice e nota un po’ ovunque, ma evidentemente non negli USA, i cui esperimenti nucleari condotti alle isole Marshall ora rischiano di provocare la fuoriuscita in mare di circa 111.000 metri cubi di materiale radioattivo.

Secondo gli scienziati, l’innalzamento del livello dei mari causato dal cambiamento climatico globale rischierebbe infatti di far finire nell’oceano una buona parte di ciò che rimane dei numerosissimi test nucleari effettuati dagli Stati Uniti alle isole Marshall. Materiale stoccato in un immenso e angosciante cupolone di cemento che gli abitanti locali chiamano The Tomb (la tomba), nell’atollo di Enewetak. Tra la sabbia finissima e le acque cristalline di un autentico paradiso terrestre.

Le stime ufficiali parlano di 67 diverse armi nucleari testate qui dagli Stati Uniti, a cavallo tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta. Bombe atmosferiche equivalenti a 1,6 Hiroshima ogni giorno, per 12 anni, ivi compreso il più grande esperimento nucleare che gli Usa abbiano mai condotto: il Castel Bravo. Un test controverso, che ebbe pesantissime conseguenze sugli abitanti locali, inondati dalle radiazioni in quanto esposti sottovento al punto tale da lasciar pensare che la cosa fosse voluta per dare modo agli scienziati americani di studiare gli effetti delle radiazioni su persone ed ecosistema.

Con la fine dei test nucleari, la DNA (Agenzia per la Difesa Nuclare) propose un programma di decontaminazione dell’area, per rendere l’atollo idoneo alla vita, rifiutato però dal governo statunitense, che preferì inserire i rifiuti radioattivi e il terreno contaminato all’interno di questo enorme cratere.

Così i resti di 12 anni di test nucleari sono ora sepolti sotto questo immenso bunker, di cui più sezioni mostrano da tempo alcune crepe.

Come riportato anche dal Dipartimento di Stato USA in un rapporto del 2013, il suolo intorno al deposito è già più contaminato del suo contenuto. E ora che il tutto sta gradualmente venendo sommerso dal livello del mare, i problemi non potranno che aumentare.

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Una cinepresa puntata sulle banlieue in rivolta

La guerra civile che avanza. L'arte per leggere le eterotopie delle banlieu parigine [Luca Cangianti]

Dietro lo stallo del Nuovo Fronte Popolare, due strategie opposte

Francia, la sinistra è lacerata su un governo destinato a durare poco. I socialisti stanno inviando segnali di apertura al campo macronista [Mathieu Dejean]

E’ sbagliato tifare per la Nazionale? Noi compagni e il calcio

Europei: football, politica e società. Uno sguardo con gli occhi di un socialista inglese [Dave Kellaway]

Francia, la gauche in stallo, cresce l’impazienza popolare

Duello Ps-LFI per chi guiderà il governo del NFP. Ma intanto Macron punta a dividerlo. Se resisterà sarà solo per la pressione dei movimenti

Il passepartout del sionismo

L'accusa di antisemitismo e altre sfumature retoriche per negare le responsabilità di Israele nel massacro di Gaza