Messico, in prescrizione i reati del subcomandante Marcos

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Sono stati dichiarati prescritti i reati per cui erano stati spiccati mandati di cattura ai danni del subcomandante Marcos e di altri zapatisti nel 1995. In Chiapas problemi ancora irrisolti

di Enrico Baldin

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Sono stati dichiarati prescritti i reati per cui erano stati spiccati mandati di cattura ai danni del subcomandante Marcos e di altri zapatisti nel 1995. A darne l’annuncio ieri il quotidiano messicano La Jornada, che ha ripreso quanto emesso dal giudice federale Juan Marcos Davila martedì.

Oltre al subcomandante Marcos sono definitivamente prosciolti altri alti dirigenti dell’EZLN, tra cui il comandante Vicente e la comandante Elisa, catturati a febbraio 1995 nell’ambito di una operazione dei federali, giunta pochi giorni dopo la firma di un accordo di tregua che l’EZLN firmò con l’allora segretario di governo Esteban Moctezumo. Il mandato di cattura annunciato dal presidente Zedillo quattro giorni dopo il trattato di pace – probabilmente su spinta degli ambienti finanziari messicani – minò la stabilità degli insediamenti chiapanechi, anche se l’operazione di polizia non portò alla cattura del sup.

In seguito, viste le pressioni popolari provenienti da tutto il Messico e da importanti personalità da tutto il mondo, il Messico fu indotto a proseguire le trattative con l’EZLN, che garantirono una sorta di sospensiva del mandato di cattura verso i dirigenti zapatisti che poterono anche giungere nel 2001 a Città del Messico e portare una delegazione zapatista davanti al Parlamento e ai rappresentanti del governo per portare le istanze comunicate durante la marcia che attraversò 12 stati del Messico e che chiedeva il recepimento in Costituzione delle clausole di dignità chieste dagli indigeni del Chiapas per bocca dell’EZLN.

Ad oggi, rispetto a quegli anni turbolenti, le condizioni in Chiapas paiono migliorate, ma alcuni problemi sono ancora irrisolti. Dai femminicidi, ai desaparecidos, alla povertà e all’accesso ai beni di primaria importanza, la recente visita di Papa Francesco ha messo in luce solo in parte le problematiche del sudest del Messico, ed i media italiani non paiono aver colto l’occasione per parlare delle condizioni di questa fetta di Pianeta.

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Checchino Antonini
Checchino Antonini quasi sociologo, giornalista e scrittore, classe 1962. Dagli anni Ottanta segue e racconta i movimenti sociali e la “malapolizia”. Ha scritto e trasmesso su Radio Città Futura, TeleAmbiente, Avvenimenti, Ultime Notizie, Liberazione, Micromega, Erre e Megafono quotidiano, InsideArt, Globalist, PostIt Roma, Retisolidali, Left, il manifesto, Diogene. Ha pubblicato, con Alessio Spataro, “Zona del silenzio”, graphic novel sul caso Aldrovandi. Con le edizioni Alegre ha scritto “Scuola Diaz vergogna di Stato” assieme a Dario Rossi e “Baro” Barilli. Il suo primo libro è Zona Gialla, le prospettive dei social forum (Fratelli Frilli, 2002). L'ultimo, per ora, è un'antologia di racconti di Gabriele Brundo che lui ha ideato e curato assieme a Rimaflow e Archivi della Resistenza: Cocktail Partigiani (ETS, Pisa)

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