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I Sem Terra spiegano il golpe contro Lula. Come nel 1964

La Direzione Naionale del MST e due teologi spiegano che è in corso un golpe contro Lula  da parte dei media brasiliani, quelli stessi che hanno favorito nel 1964 la feroce dittatura in Brasile durata 20 anni

Unknown

Cari compagni/e

1. Certamente tutti/e state seguendo con attenzione gli svolgimenti della crisi politica nel paese. C’è un clima di tensione, di scontri e di grande manipolazione dell’informazione da parte delle reti sociali e di incitamento sociale.
 
2.  In nome della Direzione Nazionale del nostro movimento, vogliamo arrivare a ciascuno di voi, per condividere alcuni elementi di riflessione su questo momento  e degli orientamenti politici.
 
3.  Il Brasile vive una grave crise economica, sociale, politica e ambientale, che colpisce tutta la società e che è collegata al contesto della crisi mondiale del capitalismo, alla situazione di dipendenza del nostro paese, agli errori del governo in politica economica e all’avidità dei capitalisti che vogliono solo lucro facile, senza preoccuparsi dei destini del paese e della soluzione dei problemi del popolo.
 
4. Di fronte alla crisi c’è una disputa permanente di progetti per uscirne. I settori della borghesia, che dominano l’economia e sono allineati con il capitale straniero, vogliono il ritorno del neoliberismo. Tuttavia non possono dire esplicitamente al popolo che vogliono privatizzare la Petrobras, diminuire le risorse pubbliche per la soluzione dei problemi del popolo stesso. E non hanno ottenuto di poterlo fare attraverso il voto nelle ultime presidenziali.

5.  Così, un pezzo della società, la cosiddetta piccola borghesia è andata in strada, a gridare il suo odio per spingere la popolazione a manifestare contro il governo, predicando chiaramente il golpe. Travolgere Dilma è una loro necessità per tornare al progetto del neoliberismo, per tornare ad avere il controllo anche dell’esecutivo, delle leggi.
 
6.  Dall’altra parte si è formata una triplice alleanza tra settori del Pubblico Ministero Federale, con l’appoggio esplicito della Rete Globo, per creare eventi politici manipolati e condannare in anticipo l’ex-presidente Lula, creando una situazione di illegalità e persecuzione politica. Selezionano, manipolano e diffondono le informazioni che riguardano unicamente le persone di sinistra. Vogliono alla fine, travolgere il governo Dilma, rendere impossibile la candidatura di Lula e sconfiggere politicamente le idee di sinistra nel paese.
 
7. La  Globo è stata il principale strumento golpista, che manipola e agita l’opinione pubblica, distorcendo i fatti e creando un clima di odio. E’ il DNA golpista della Globo che si manifesta ancora una volta.
 
8. Per le forze popolari, per la sinistra in generale, c’è sono una possibilità: scendere in strada. Lottare per difendere la democrazia, per difendere i diritti dei lavoratori, per esigere cambiamenti nella politica economica, per difendere la Petrobras e dimostrare al popolo, quali sono i veri nemici del paese.
 
9. Il MST partecipa attivamente al Frente Brasil Popular, che ha deciso un calendario di mobilitazioni in tutto il paese. Domani, 18 marzo, sono programmate grandi manifestazioni in tutte le capitali e le città importanti. E’ decisivo partecipare in massa a queste manifestazioni. Così invitiamo tutti a lavorare con forza per stimolare una partecipazione ampia a queste mobilitazioni popolari.

10. Il 31 marzo, giorno che ci ricorda la triste data del golpe militare, dobbiamo fare assemblee plenarie, mobilitazioni in tutti  i comuni dell’interno, per portare questa discussione al maggior numero possibile di persone, alla popolazione in genere. Dobbiamo approfittarne per discutere sulla natura della crisi e su quelle che sarebbero le vere vie d’uscita, combattendo contro il golpe e sostenendo i cambiamenti per migliorare le condizioni di vita del popolo. Difenderemo la democrazia e il mandato della Presidente Dilma, ma vogliamo cambiamenti nella politica economica.

11. Il Nostro Movimento, in particolare, insieme con altri movimenti delle campagne, si mobiliterà durate tutto il mese di aprile per ricollocare nel dibattito politico la riforma agraria. Vogliamo che si riprendano le politiche pubbliche per l’agricoltura familiare e gli insediamenti.

12. Invitiamo ognuno a riunirsi nei gruppi di base, negli insediamenti, accampamenti e preparare le nostre mobilitazioni del mese di aprile, intorno al 17, per ricordare il massacro dei 21 compagni assassinati. Ancora, a distanza di 20 anni regna l’impunità.
 
13.  Il nostro futuro è la lotta. Vince solo chi lotta. Per questo non è il momento di restare fermi, nonostante le incertezze di una congiuntura che muta continuamente.    

14.  Raccomandiamo anche che, con l’aumento della tensione, restiamo in allerta, non cadiamo nelle provocazioni della destra, dobbiamo sempre agire collettivamente. Dobbiamo avere una speciale attenzione nel salvaguardare la sicurezza delle persone, dei militanti e delle nostre strutture collettive.
 
15.   Questo è il momento di stare in allerta, riunendoci con il popolo, portando le nostre analisi, provocando la discussione sulle vie d’uscita dalla crisi, organizzando mobilitazioni nei nostri comuni e partecipando alle attività nelle capitali

Andiamo alla Lotta!
Un forte abbraccio a tutti e tutte

coletivo da Direção Nacional       São Paulo17 marzo  2016

——————————————————————————-
Il Padre José Oscar Beozzo  è un esimio storico e teologo di Sâo Paulo.  Ha inviato una lettera AL FORUM DEI  LETTORI DELL’ ESTADO DE SÃO PAULO che riproduciamo. Chiarisce la situazione. Dobbiamo essere coscienti che è in corso un Colpo di Stato, organizzato dagli stessi gruppi e media che hanno tramato nel 1964
Non possiamo essere ingenui e dobbiamo essere vigili perchè non perdiamo, per indolenza e mancanza di senso politico, la democrazia conquistata con tante persone imprigionate, sequestrate, assassinate, esiliate da parte delle forze della repressione degli organi dello stato autoritario. Questo non può tornare a succedere con nessun pretesto. Leonardo Boff
******************
“Il giudice Sérgio Moro, nel divulgare l’intercettazione telefonica illegale, ha trasferito ai media e alle strade il suo obbligo di raccogliere prove, ascoltare testimoni, garantire il contraddittorio e proferire la sua sentenza come magistrato.
Si è scambiato l’esercizio della giustizia, in relazione a un investigato, chiunque egli sia, con il linciaggio pubblico attraverso i media, si è
sostituito il giudizio di un tribunale con  il verdetto delle strade e lo stato di diritto con l’arbitrio praticato da un giudice che doveva
garantirlo”.=

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