Che cosa rischia il Brasile, quali sono gli argomenti e quali le bufale su cui puntano le forze che stanno tentando un golpe. L’urgenza della mobilitazione popolare
di Igor Fuser*, traduzione di Teresa Isenburg
E’ necessario avvisare ogni brasilian@ , informare in modo tanto chiaro e oggettivo che anche le polene delle barche del Rio São Francisco ne abbiano conoscenza che:
1) La richiesta di impeachment della presidente Dilma Rousseff non ha NULLA A CHE VEDERE con la Operazione Lava Jato, né con qualunque altra iniziativa di lotta alla corruzione. Dilma non è accusata di rubare un solo centesimo. Il pretesto utilizzato dai politici dell’opposizione per cercare di deporla dal governo, la cosiddetta ‘pedalata fiscale’, è una procedura di gestione del bilancio pubblico di prassi a tutti i livelli di governo, federale, statale e municipale, ed è stato adottata durante i mandati di Fernando Henrique e di Lula senza alcun problema. L’operazione è consistita nel collocare denaro della Caixa Economica Federale per programmi sociali, per potere chiudere i conti e, nell’anno seguente, ricollocare il denaro nella Caixa. Non ne è derivato nessun beneficio personale [né vi è stato danno per i conti pubblici] e neppure i peggiori nemici della Presidente riescono ad accusarla di qualsivoglia atto di corruzione.
2) La procedura di impeachment in corso è un golpe proprio per questo, perché la Presidente può essere deposta se risulta provato che ella abbia compiuto un crimine [così come stabilito dalla Lei n.º 1.079/50, nonché dall’articolo 85 della Costituzione Federale del 1988]– e crimine non vi è stato, tanto che, fino ad ora, il nome di Dilma è rimasto fuori da tutte le indagini di corruzione, in quanto non esiste, contro di essa, minimo sospetto.
3) Diversamente dalla Presidente Dilma, i politici che chiedono la deposizione sono più sporchi di un pollaio. Eduardo Cunha (PMDB- Partito del Movimento Democratico Brasile, alleato di governo, RJ- Rio de Janeiro), che come presidente della Camera è responsabile del processo di impeachment, è accusato di avere ricevuto 53 milioni di reais dalla corruzione della Petrobrás ed è padrone di un deposito milionario in conti cifrati in Svizzera e in altri paradisi fiscali. Nella commissione di deputati che analizzerà la richiesta di impeachment, su 65 componenti, 37 (oltre la metà!) sononel mirino della Giustizia, indagati per corruzione. Se riusciranno a deporre la Presidente, sperano di ricevere, in cambio, l’impunità per le truffe commesse.
4) Chi guida la campagna a favore dell’impeachment è il PSDB (Partito della Social Democrazia Brasiliana), partito di opposizione SCONFITTO nella elezioni presidenziali del 2014. Il suo candidato, Aecio Neves, vuole ottenere a tavolino il risultato politico che non è stato capace di ottenere nelle urne, calpestando il suffragio di 54.499.901 brasiliani e brasiliane che hanno votato Dilma (3,4% in più rispetto gli elettori Aecio nel secondo turno).
5) Se il golpe si consumerà, l’opposizione metterà in pratica tutte le proposte elitiste e autoritarie che Aecio pianificava di moltiplicare se avesse vinto le elezioni. Il presidente golpista, certamente, cambierà le leggi sulle relazioni di lavoro, con danno per i salariati; revocherà la politica di valorizzazione del salario minimo; introdurrà la terziarizzazione senza limiti della forza lavoro; consegnerà le riserve di petrolio del pre-sal alle imprese transnazionali (come previsto da un articolato del senatore José Serra); privatizzerà il Banco do Brasil e la Caixa Economica Federal; introdurrà un insegnamento a pagamento nelle università federali, come primo passo di una privatizzazione; reprimerà i movimenti sociali e la libertà di espressione via internet; espellerà i cubani che lavorano nel Programma Mais Médicos; darà semaforo verde all’agrobusiness per appropriarsi delle terre indigene; eliminerà la politica estera indipendente, abbasserà il Brasile al ruolo di garzone degli Stati Uniti. È questo, molto più che il mandato della Presidente Dilma o del futuro politico di Lula, che è in gioco nella battaglia dell’impeachment.
6) È uno sbaglio immaginare che l’economia migliorerà dopo un eventuale cambiamento alla presidenza della Repubblica. Tutti i fattori che hanno portato il paese alla attuale crisi politica continueranno a essere presenti, con varie aggravanti. L’instabilità politica sarà la regola. I leaders dell’attuale campagna golpista cominceranno ad azzannarsi per il potere, come piranha intorno ad un pezzo di carne. E Dilma sarà sostituita da un soggetto debole, Michel Temer, più interessato a garantire il proprio futuro (certamente una poltrona del Supremo Tribunale Federale) e a proteggersi dalle denunce di corruzione piuttosto che governare effettivamente. L’inflazione continuerà a crescere, e anche la disoccupazione.
7) Sul piano politico, il Brasile entrerà in un periodo caotico, di forte instabilità. La deposizione della Presidente eletta, sacralizzata da voto, porterà il paese ad una situazione in cui, per la prima volta dopo la fine del regime militare, a capo dell’Esecutivo vi sarà un mandatario illegittimo, contestato da una enorme parte della società.
8) Il conflitto sarà al centro della vita sociale. Le tendenze fasciste, esaltate dal golpe, si sentiranno libere di porre in pratica i propri impulsi violenti, espressi, simbolicamente, nelle immagini di impiccagioni di pupazzi con in testa il berretto del MST (Movimento dei lavoratoti rurali Senza Terra) o con la stella del PT (Partito dei Lavoratori) e, in modo più concreto, in invasioni e attentati contro sindacati e partiti politici, in attacchi selvaggi a persone il cui unico crimine è di indossare una camicia rossa. Un leader di questa corrente di estrema destra, come il deputato Jair Bolsonaro, ha già apertamente suggerito, in alcuni comizi pro-impeachment, che ogni fazendeiro porti con sé un fucile per assassinare militanti del MST.
9) I sindacati e i movimenti sociali non rimarranno con le braccia incrociate davanti alla truculenza della destra e all’offensiva governativa e padronale contro i diritti sociali conquistati con fatica negli ultimi due decenni. Resisteranno in tutti i modi – scioperi, occupazione di terre, blocco delle strade, invasione di edifici e molto altro. Il Brasile diventerà un paese conflittuale, per colpa della irresponsabilità e della ambizione senza limiti di un pugno di politici incapaci di giungere al potere attraverso il voto popolare. Questo è ciò che ci aspetta se il golpe contro la Presidente Dilma avrà successo.
10) Ma questo non succederà. La mobilitazione della cittadinanza in difesa della legalità e della democrazia cresce, con l’adesione di sempre più persone e movimenti, indipendentemente dalla affiliazione di partito, del credo religioso e della condivisione o meno con le politiche ufficiali. La opinione di ciascuno di noi al riguardo del PT o del governo Dilma non è quello che conta. È in gioco la democrazia, il rispetto del risultato delle urne e della norma costituzionale che proibisce l’applicazione dell’impeachment senza l’esistenza di un crimine che giustifichi questa misura estrema. Sempre più brasiliani percepiscono ciò ed escono per strada contro i golpisti. In questo giorno del 31 marzo la resistenza democratica porterà avanti una battaglia significativa.
È importante la partecipazione di tutti, in ogni angolo del Brasile, tutti dobbiamo scendere in strada in difesa della legalità, della Costituzione e dei diritti sociali. Tutti insieme! Il fascismo non passerà! Non ci sarà golpe!
*Professore di relazioni internazionali dell’Università Federale dell’ABC (UFABC, San Paolo)
http://cartamaior.com.br/?/Editoria/Politica/10-coisas-que-o-Brasil-inteiro-precisa-saber%0a/4/35808