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India: discriminazione di genere tra aborti selettivi e bambine morte

In India ogni anno muoiono di stenti 239 mila bambine, oltre 100 mila gli aborti selettivi di feti femminili

di Marina Zenobio

Un nuovo studio dell’Iiasa (International Institute for Applied Systems Analysis) ha rilevato che ogni anno in India ci sono mediamente 239.000 decessi in eccesso di bambine sotto i 5 anni, pari a 2,4 milioni in un decennio, un eccesso di mortalità infantile femminile che si riscontra nel 90% dei distretti del paese.

È la prima volta che il numero di morti in eccesso tra le bambine sotto i cinque anni, in India, è stato oggetto di studio a livello distrettuale, mostrando specifici modelli geografici di eccesso di mortalità femminile distribuita nei 640 distretti del paese.

Come mostra la cartina (di Guilmoto et al 2018), il fenomeno è più evidente nell’India settentrionale, dove i quattro maggiori stati della regione, Uttar Pradesh, Bihar, Rajasthan e Madhya Pradesh, rappresentano i due terzi del totale delle morti in eccesso delle donne sotto i cinque anni. In Uttar Pradesh la mortalità femminile in eccesso è pari al 30,5 per cento; In Bihar è del 28,5, in Rajasthan del 25,4 e in Madhya Pradesh del 22,1 per cento.

Secondo Nandita Saikia, ricercatrice dell’Iiasa, si tratta di morti causate, nel 22 per cento dei casi, da pregiudizi di genere. Ma in alcune parti del Rajasthan occidentale e del Bihar settentrionale l’eccesso di mortalità causata da pregiudizi di genere rappresenta il 30-50% del tasso di mortalità delle bambine sotto i cinque anni.

Le aree più colpite sono soprattutto quelle rurali agricole, con bassi livelli di istruzione, alta densità di popolazione, basso sviluppo socioeconomico e alti livelli di fertilità. Per i ricercatori dell’Iiasa molte morti di bambine sotto i cinque anni sono riconducibili a gravidanze indesiderate e alla successiva negligenza nelle cure delle figlie: carichi di lavori pesanti, alimentazione carente, mancanza di vaccini, mancanza di cure in caso di malattie. Attenzione e cure che invece le famiglie indiane preferiscono riservare ai figli maschi.

Sempre quando non riescano ad accedere ad aborti selettivi. Un lento e silenzioso genocidio di genere che, secondo uno studio della rivista medica Lancet , ha significato negli ultimi trent’anni l’aborto di 12 milioni di feti femminili.

Tra le motivazioni c’è il considerare i maschi più forti e più adatti a lavori faticosi. Ma c’è anche il problema della dote matrimoniale che ogni famiglia deve consegnare al momento di concedere in sposa la figlia. E’ vero che la tradizione della dote matrimoniale è stata abolita addirittura nel 1961, ma la sua pratica è ancora molto attiva in tutti i distretti indiani.

Si tratta di tradizioni di una società marcatamente patriarcale e misogina che tramanda da secoli la discriminazione di genere nei confronti delle donne, considerate soltanto come un carico economico e sociale.

A conclusione dello studio, Nandita Saikia dichiara: “La discriminazione nei confronti delle bambine in India non deve avere nessuna giustificazione. E’ necessario mette in atto azioni che aumentino il loro valore, attraverso una educazione di genere e l’autosufficienza”.

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