16.7 C
Rome
giovedì, Febbraio 6, 2025
16.7 C
Rome
giovedì, Febbraio 6, 2025
Homepadrini & padroniDignità, sotto il decreto niente

Dignità, sotto il decreto niente

Il Decreto Dignità del Governo: solo piccoli ritocchi, praticamente ininfluenti. Il Dl visto dall’interno del sindacato

di Eliana Como*

Mentre il paese sprofonda nella barbarie e il Ministro degli Interni detta la linea dura contro migranti e rom, promettendo la flat tax per tagliare le tasse solo ai ricchi e alle imprese, in Consiglio dei Ministri si discute una bozza di decreto che, incredibilmente, ha la presunzione di appellarsi niente di meno che alla dignità dei lavoratori.

Il decreto è composto da 4 titoli, i primi due dedicati al “contrasto al precariato” e ai “limiti alla delocalizzazione e salvaguardia dei livelli occupazionali”. Si dice che nella società dell’informazione il titolo di un articolo conti più di quanto non ci sia scritto dentro. Forse vale anche per i decreti, in epoca di politica di annunci e promesse elettorali. Così, il Governo si prepara a una grande operazione di propaganda, dietro la quale c’è poco o niente.

Certo, tornano le causali per i contratti a termine, ma solo dopo i primi 12 mesi. I possibili rinnovi dei contratti, anche interinali, diminuiscono da 5 a 4. I risarcimenti in caso di licenziamento ingiustificato aumentano (da 6 a 36 mensilità; prima erano da 4 a 24 mensilità). E aumenta il costo del lavoro dopo ogni rinnovo dello 0,5%. E si prevedono misure di contrasto alle delocalizzazioni, con una restituzione maggiorata degli incentivi pubblici. Sia chiaro: soltanto per 5 anni; dal sesto, le imprese possono tranquillamente fare armi e bagagli senza restituire un centesimo.

Si tratta di piccoli ritocchi, insomma, talmente modesti da essere più o meno ininfluenti.Nonostante la grande operazione di immagine di “lotta al precariato” non incideranno affatto sulla condizione reale dei lavoratori e delle lavoratrici (queste scomparse pure dal titolo… sigh!).
Cambia, infatti, davvero tanto se i rinnovi saranno 4 invece che 5, se poi, una volta finita la trafila, sei assunto con il Jobs act? È davvero così dirimente se, nel caso di licenziamento illegittimo, le mensilità aumentano un po’? Stante le attuali norme, quanti lavoratori e lavoratrici precarie sono disposte a intraprendere la strada lunga e incerta della causa, piuttosto che accontentarsi di conciliare qualche mensilità?
Peraltro, quasi contemporaneamente, il Ministro del Turismo e dell’Agricoltura annuncia che è pronto a reitrodurre i voucher nel settore agricolo per “tutelare la trasparenza” e “combattere il lavoro nero”.

Purtroppo, però, l’operazione rischia persino di funzionare. Decenni di sconfitte e di arretramenti sindacali, hanno legittimato nell’opinione pubblica il mantra del “lasciamoli lavorare” o “meglio poco che niente”.

Quanto mai ora è necessario, allora, un movimento di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici, per rivendicare misure reali di contrasto al precariato, a cominciare dal ripristino dell’art.18 e dall’abrogazione del Jobs act. Da lì passa la nostra dignità. Non accontentiamoci delle briciole, non scambiamo lucciole per lanterne e non commettiamo l’errore di lasciare parole grandi come dignità in mano a provvedimenti così miseri, che serviranno soltanto a legittimare di più e meglio un governo xenofobo e razzista.

*portavoce nazionale dell’area Il sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil
#riconquistiamotutto!

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Un fumetto può cambiare lo sguardo sulla storia del franchismo?

Al festival di Angoulême, Mediapart ha fatto incontrare il fumettista Paco Roca con lo storico Nicolás Sesma [Ludovic Lamant]

Ankara semina terrore sulla Montagna Curda

Assad è caduto ma la regione curda di Afrin resta occupata dai mercenari di Erdogan che tiranneggiano gli abitanti [Yann Pouzols]

Israele-Hamas, ecco l’accordo per il cessate il fuoco

Il rilascio di 33 ostaggi israeliani da domenica, in cambio di un migliaio di palestinesi detenuti. Ma non è la pace [Rachida El Azzouzi]

Odio le app di incontri. Ma in quale altro modo trovare l’amore?

Incontrarsi non è un semplice esercizio di selezione [Sophie K Rosa]

Ai giovani piace il vecchio solo al comando

Quando il capitalismo entra in crisi, come nel 2008, i suoi profondi difetti generano la furia popolare. Il problema è chi la sfrutta.