23.4 C
Rome
venerdì 19 Aprile 2024
23.4 C
Rome
venerdì 19 Aprile 2024
Homepadrini & padroniDignità, sotto il decreto niente

Dignità, sotto il decreto niente

Il Decreto Dignità del Governo: solo piccoli ritocchi, praticamente ininfluenti. Il Dl visto dall’interno del sindacato

di Eliana Como*

Mentre il paese sprofonda nella barbarie e il Ministro degli Interni detta la linea dura contro migranti e rom, promettendo la flat tax per tagliare le tasse solo ai ricchi e alle imprese, in Consiglio dei Ministri si discute una bozza di decreto che, incredibilmente, ha la presunzione di appellarsi niente di meno che alla dignità dei lavoratori.

Il decreto è composto da 4 titoli, i primi due dedicati al “contrasto al precariato” e ai “limiti alla delocalizzazione e salvaguardia dei livelli occupazionali”. Si dice che nella società dell’informazione il titolo di un articolo conti più di quanto non ci sia scritto dentro. Forse vale anche per i decreti, in epoca di politica di annunci e promesse elettorali. Così, il Governo si prepara a una grande operazione di propaganda, dietro la quale c’è poco o niente.

Certo, tornano le causali per i contratti a termine, ma solo dopo i primi 12 mesi. I possibili rinnovi dei contratti, anche interinali, diminuiscono da 5 a 4. I risarcimenti in caso di licenziamento ingiustificato aumentano (da 6 a 36 mensilità; prima erano da 4 a 24 mensilità). E aumenta il costo del lavoro dopo ogni rinnovo dello 0,5%. E si prevedono misure di contrasto alle delocalizzazioni, con una restituzione maggiorata degli incentivi pubblici. Sia chiaro: soltanto per 5 anni; dal sesto, le imprese possono tranquillamente fare armi e bagagli senza restituire un centesimo.

Si tratta di piccoli ritocchi, insomma, talmente modesti da essere più o meno ininfluenti.Nonostante la grande operazione di immagine di “lotta al precariato” non incideranno affatto sulla condizione reale dei lavoratori e delle lavoratrici (queste scomparse pure dal titolo… sigh!).
Cambia, infatti, davvero tanto se i rinnovi saranno 4 invece che 5, se poi, una volta finita la trafila, sei assunto con il Jobs act? È davvero così dirimente se, nel caso di licenziamento illegittimo, le mensilità aumentano un po’? Stante le attuali norme, quanti lavoratori e lavoratrici precarie sono disposte a intraprendere la strada lunga e incerta della causa, piuttosto che accontentarsi di conciliare qualche mensilità?
Peraltro, quasi contemporaneamente, il Ministro del Turismo e dell’Agricoltura annuncia che è pronto a reitrodurre i voucher nel settore agricolo per “tutelare la trasparenza” e “combattere il lavoro nero”.

Purtroppo, però, l’operazione rischia persino di funzionare. Decenni di sconfitte e di arretramenti sindacali, hanno legittimato nell’opinione pubblica il mantra del “lasciamoli lavorare” o “meglio poco che niente”.

Quanto mai ora è necessario, allora, un movimento di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici, per rivendicare misure reali di contrasto al precariato, a cominciare dal ripristino dell’art.18 e dall’abrogazione del Jobs act. Da lì passa la nostra dignità. Non accontentiamoci delle briciole, non scambiamo lucciole per lanterne e non commettiamo l’errore di lasciare parole grandi come dignità in mano a provvedimenti così miseri, che serviranno soltanto a legittimare di più e meglio un governo xenofobo e razzista.

*portavoce nazionale dell’area Il sindacato è un’altra cosa – opposizione Cgil
#riconquistiamotutto!

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento, prego!
Inserisci il tuo nome qui, prego

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Alloisio, Flaco Biondini e le partigiane

Il cantautore genovese e in chitarrista storico di Guccini in scena con "Signora Libertà". Con loro il sassofonista Antonio Marangolo

Un’autobiografia danzante

Genova, Chotto Deshm del coreografo Akram Khan chiuderà la decima edizione di Resistere e creare

Il Carro del principe, un viaggio durato 27 secoli

Inaugurata nel museo di Fara Sabina la sala del carro di Eretum. Dalla Sabina alla Danimarca e ritorno

Fotografare per immaginare

Marchionni e Scattolini, itinerari del reportage poetico al museo Ghergo di Montefano

Il malgusto ai tempi del consumo

Food porn, oltre la satira del cibo spazzatura: Andrea Martella torna in scena con Hangar Duchamp