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San Lorenzo, Salvini è un pezzo del degrado, non la soluzione

Solidali con chi piange Desirée, ostili con Salvini. Riprendiamoci San Lorenzo

Lo sciacallaggio mediatico è uno degli ingredienti con cui Salvini vive la sua perenne campagna elettorale. I suoi obiettivi sono la guerra permanente tra i poveri e quella ai più poveri. Per fare questo ha bisogno di neutralizzare il conflitto sociale mixando repressione, razzismo e mistificazione. Il suo approccio al quartiere romano di San Lorenzo non si scosta da un millimetro dal copione che ha portato alla guida del governo e del ministero degli Interni questo giovanotto leghista che, infatti, non ha mancato di recitare la sceneggiata di rito di fronte al luogo in cui è stata uccisa Desiree. Ieri è arrivato in via dei Lucani spalleggiato da una clacque di “abitanti” del quartiere e accolto però da possenti bordate di fischi di cittadini antifascisti e antirazzisti. Così è andato via dicendo all’Ansa che sarebbe tornato con la ruspa, invece è tornato alla chetichella un paio d’ore dopo per consentire alle telecamere compiacenti di filmare la sua messa in scena e la dichiarazione di guerra alle occupazioni, i centri sociali (che in questa storia non c’entrano nulla) e quelle dove vivono quelli che una casa che non possono permettersi. Che anche in questo caso non c’entrano, perché lo stabile fatiscente in cui è stata uccisa Desirée da un branco di maschi è un lotto in attesa che frutti una speculazione. Comprato da quel tipo di umanità che forma il blocco sociale che ha consentito la vittoria di Salvini e soci. Qualcuno, osservando i filmati, crede di riconoscere nel codazzo pure esponenti della criminalità endemica, indigena, di questo quartiere romano in via di gentrificazione da alcuni decenni, dove la ‘ndrangheta (a proposito di blocco sociale salviniano) gestisce un’importante piazza di spaccio e ricicla parte della liquidità ricavata. Dove già undici anni fa, un corteo di residenti sfilò dietro uno striscione: “Fuori gli studenti da San Lorenzo” perché di fronte alla deregulation dell’allora sindaco Veltroni sulla movida qualcuno volle cavalcare i conflitti orizzontali, obbedire alle ossessioni sicuritarie, anziché riflettere collettivamente a come agire la democrazia partecipata nel quartiere da sempre ospitale. Da sempre antifascista. Qui e a Parma e Sarzana le camicie nere non riuscirono a mettere piede prima di trasformarsi in regime. Forza Nuova, sulla scia di Salvini, prova a cavalcare l’onda e annuncia una “passeggiata” sabato pomeriggio.

Popoff ripubblica una delle riflessioni uscite in queste ore, scritta da Sinistra Anticapitalista che, a San Lorenzo, ha una delle sue sedi più radicate. L’appello è quello di partecipare domani, venerdì 26 alle 18, all’iniziativa promossa da San Lorenzo Solidale

Oggi il ministro Salvini è venuto a San Lorenzo per un’operazione di squallido sciacallaggio mediatico: sfruttare a fini propagandistici la tragedia dello stupro e l’assassinio di Desirée.

Di nuovo una donna stuprata e uccisa, vittima di una cultura sessista e patriarcale imperante e diffusa, che si esplica – nella maggior parte dei casi – in femminicidi consumati all’interno del nucleo familiare. Per oltre 70% dei macabri eventi abbiamo a che fare con assassini che sono mariti fidanzati o ex della vittima, tutti di nazionalità italiana, maschi bianchi abituati a gestire le loro relazioni con le donne attraverso violenza possesso e sopraffazione.

Cultura sessista e patriarcale che attraversa provenienze geografiche e strati sociali. E’ necessario ribadire con forza che Desirée è stata uccisa da UOMINI.

Di fronte a questo orrore, è mostruosa la strumentalizzazione da parte di Salvini e dei fascisti della morte di Desirèe e la chiara intenzione di raccogliere consensi utilizzando i corpi delle donne.

Salvini e i fascisti sono i portatori di questa cultura retriva e di morte contro le donne. Il governo gialloverde è particolarmente impegnato a distruggere i diritti conquistati dal movimento femminista, un governo che attacca gli spazi delle donne, vorrebbe spazzare via i centri antiviolenza, e punta al ritorno dell’aborto clandestino. Respingiamo con forza Salvini e le politiche razziste e sessiste.

Ma la tragedia di Desirée ci parla anche di altre cose. Della droga e dello spaccio, inestricabilmente gestite da mafie che sono state favorite dalle disgraziate politiche proibizioniste che hanno criminalizzato i consumatori anche della semplice cannabis, e che, da una parte, ha prodotto un vasto mercato gestito dalla grande criminalità con enormi profitti fuori controllo e, dall’altra, ha prodotto emarginazione ed esclusione.

Ma l’uccisione di Desirée ci parla anche del nostro quartiere, di San Lorenzo, un luogo che abitiamo, viviamo ed amiamo, che viene ogni giorno di più deturpato e ridotto a squallido palcoscenico gentrificato. Nel corso degli ultimi due decenni la convergenza degli interessi di speculatori ed affaristi ha progressivamente svuotato il quartiere di buona parte dei suoi abitanti, del suo tradizionale insediamento operaio ed artigiano per valorizzare la rendita fondiaria ed immobiliare favorita dalla vicinanza dell’Università ed assecondata dai piani regolatori che rendono ogni metro quadro del quartiere appetibile per ogni progetto immobiliare speculativo. Lo stesso luogo dove è stata violentata e uccisa Desirée – uno spazio di proprietà privata – è stato lasciato abbandonato al degrado in attesa di compiere proprio una di queste operazioni. Già soltanto per questo chiediamo i lotti di Via dei Lucani non occupati da attività sociali ed artigianali siano espropriati senza indennizzo e siano destinati a verde pubblico.

Anni di dissennate politiche liberiste sul commercio hanno trasformato il quartiere in un divertimentificio senza nessuna relazione con il corpo vivo dei suoi abitanti che hanno subito l’invasione di locali e della movida. Questo ha prodotto una “socialità” (se tale si può definire) malata e ridotta al consumo mordi e fuggi ed a luogo di ritrovo senza cultura e senza scambio reale fra le persone.

C’è anche una San Lorenzo che resiste e che ha un’altra idea del quartiere e delle relazioni fra i soggetti che ci vivono e lo frequentano. Sono le reti dell’associazionismo, gli spazi sociali autogestiti, i collettivi politici e sociali che mantengono viva la costruzione della solidarietà sociale e di classe contro le guerre fra poveri, contro il razzismo e i risorgenti rigurgiti fascisti, che si oppone al degrado del quartiere. Una San Lorenzo che ancora costruisce iniziative, cultura, autorganizzazione, che lotta contro le speculazioni, che intende la riconquista della vivibilità del territorio come costruzione di una nuova socialità che sia l’opposto di quella che ci viene imposta dal Mercato.

Non a caso, la prima cosa di cui oggi Salvini ha parlato, nel blitz a San Lorenzo, è stato lo sgombero degli spazi sociali, proprio quelli che hanno recuperato pezzi di questo territorio altrimenti destinati a fare la fine di quello dove ha trovato la morte Desirée.

La lotta per opporsi a tutto questo non può essere disgiunta dalla lotta contro questo governo giallo-verde e le sue politiche antipopolari, autoritarie, sessiste, che diffondono odio, paura e razzismo e favoriscono la diffusione del fascismo. Salvini e i fascisti vogliono utilizzare San Lorenzo come terreno per le loro politiche reazionarie e securitarie, vogliono sfruttare la paura e l’insicurezza delle persone per la loro oscena propaganda.

NOI DICIAMO NO! LI RESPINGIAMO: TORNINO DALLE FOGNE DA DOVE VENGONO

Venerdì 26, tutti a Piazza dell’Immacolata (ore 18) all’iniziativa promossa da San Lorenzo Solidale per stringerci attorno alla famiglia di Desirée e per dare una risposta collettiva antifascista, antirazzista ed antisessista alle becere strumentalizzazioni di Salvini.

Di seguito, appunto, la convocazione dell’iniziativa:

*SAN LORENZO ABBRACCIA DESIREE*

Giovedì scorso nel quartiere di San Lorenzo Desirée, una ragazza di soli sedici anni, è morta di overdose dopo essere stata violentata da un gruppo di uomini.
Una tragedia che ancora una volta colpisce una giovane donna. Una violenza avvenuta all’interno di un luogo abbandonato da anni, in un quartiere in cui l’eroina è tornata a essere emergenza, stretto tra mille contraddizioni e abbandonato a se stesso, lasciato alla mercé degli interessi mafiosi e speculativi.

Questa tragedia colpisce San Lorenzo e tutta la città, producendo paura in chi ci vive e le attraversa.
L’unico antidoto alla paura è affrontarla collettivamente. Non si risolverà con la retorica e le strumentalizzazioni che alimentano odio, ma assumendoci la responsabilità di un territorio e prendendocene cura.

Scendiamo in strada per essere vicini alla famiglia di Desirée, per rompere la paura che queste tragedie innescano, per affermare che la sicurezza è un lavoro quotidiano e collettivo.
Per questo invitiamo tutte e tutti a piazza dell’Immacolata venerdì 26 alle h 18,00.

San Lorenzo Solidale

 

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