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Decreto sicurezza bis, perché Fico non è poi così fico

Il decreto sicurezza bis supera lo scoglio della Camera. L’inutile sceneggiata del presidente Fico e dei sedicenti pentastellati “di sinistra”

 

Il decreto sicurezza ha superato il primo scoglio alla Camera con 322 voti favorevoli, 90 contrari e l’astensione di Vittorio Sgarbi, del gruppo Misto. Consensi più bassi rispetto al primo decreto che porta il marchio del ministro dell’Interno Matteo Salvini e che a novembre a Montecitorio conquistò 396 sì, diventando legge. Anche allora il governo chiese la fiducia (quella di ieri è l’ottava, confermata con 325 sì). Ora per l’ok definitivo del provvedimento che introduce una stretta contro l’immigrazione clandestina e i soccorsi in mare da parte delle navi delle ong, bisognerà aspettare il Senato. La maggioranza spera di chiudere prima della pausa estiva: nel calendario di Palazzo Madama, l’esame del provvedimento è previsto entro il primo agosto. Come nel precedente decreto, Lega e Movimento 5 stelle hanno potuto contare sui voti di Forza Italia (nonostante il record di assenze con 26 votanti sul totale di 104 forzisti) e Fratelli d’Italia, oltre al sì di Alessandro Colucci di Noi con l’Italia. Identico anche il copione dei contrari con Pd, Liberi e uguali, 5 deputati del Misto (tra cui Sara Cunial, espulsa dal M5s) e Doriana Sarli del Movimento, già critica sul primo dl e che ha annunciato il dissenso in Aula. Assente al momento del voto, il presidente della Camera Roberto Fico che è uscito mezzora prima, lasciando il posto al vicepresidente Fabio Rampelli. A novembre disertò l’Aula spiegando, dopo, che fu una scelta per segnare la distanza dal provvedimento.

Un gesto per niente fico, piuttosto da foglia di fico, nel senso che tutte le anime belle che hanno votato M5S, all’obiezione che è un partito complice di Salvini, potranno dire che “però c’è Fico”. Il gesto del presidente della Camera, in realtà, ribadisce la distanza anche della parte di “sinistra” del moVimento da un’idea di democrazia partecipata, totalmente incapace di collegarsi con le reti sociali che provano a battersi contro il disegno salviniano di società repressiva e iperpenale. Questo settore del partito-proprietario prova solo a galleggiare in una legislatura che fino ad ora si è caratterizzata per le ripetute capitolazioni pentastellate su tutti i punti chiave del programma ambientale e pacifista: Tap, F35, trivellazioni, acqua pubblica, Tav e sulla falsificazione del linguaggio e l’ambiguità delle questioni sociali. L’esempio principe è quello di chiamare reddito di cittadinanza un blando sussidio di povertà. Il resto è la totale subalternità al razzismo e al liberismo del potente alleato leghista. L’acquiscienza rispetto a decreti che, sulla scia di quelli Minniti-Orlando, servono a limitare sia la libertà di movimento delle persone migranti ma soprattutto l’agibilità politica delle lotte sindacali, studentesche e dei movimenti per il diritto all’abitare e contro le grandi opere.

Le novità principali del ‘bis’ sono nei primi due articoli. In particolare, il ministro dell’Interno può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali per ragioni di ordine e sicurezza o in caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Introdotta anche la maxi multa da 150mila euro fino a un milione per il comandante della nave che violi quel divieto e, in aggiunta, c’è il sequestro dell’imbarcazione.

In tutto, il dl si compone di 18 articoli, divisi in due parti: il contrasto all’immigrazione irregolare e le disposizioni relative all’ordine pubblico. Il testo, passato per le Commissioni, è stato modificato. Tra le novità più rilevanti, le multe da 150 mila fino a un milione di euro per le ong che non rispettano il divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane. Inoltre se il capitano della nave non si ferma davanti allo stop della Guardia costiera viene immediatamente arrestato e può andare incontro a una sanzione da 10 mila a 50 mila euro (articolo 2). Nel caso in cui il capitano non sia in grado di pagare la multa, devono risponderne armatore e proprietario della nave. E’ previsto il sequestro della nave e la confisca, in questo caso l’imbarcazione diventa proprietà dello Stato.

L’articolo 3 inasprisce le pene relative al reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, mentre l’articolo 4 prevede uno stanziamento di circa due milioni di euro per il Fondo rimpatri. Nella seconda parte, quella relativa all’ordine pubblico, vengono inasprite le pene per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Per quanto riguardo eventi e manifestazioni il Daspo viene previsto per “coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza”, per chi, anche all’estero, ha partecipato a episodi di violenza o per chi è stato denunciato, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei 5 anni precedenti. Sanzioni più dure sono previste anche nel caso di episodi di violenza durante manifestazioni pubbliche.

«In merito alla votazione alla Camera sul decreto sicurezza bis, ad eccezione dell’unico voto contrario della deputata Doriana Sarli, la maggior parte delle altre assenze erano giustificate per motivi di salute e personali. A questi si aggiungono anche i deputati in missione», spiegano in serata fonti M5s che lamentano «la narrazione di molti media contro il Movimento». Ossia l’enfasi per l’inutile gesto del fico e di alcuni colleghi. Lo stesso che in grande faranno in blocco i pentastelluti al momento della decisione sul Tav che passerà grazie alla santa alleanza dai fascisti post fino alla Lega passando per Forza Italia con la benedizione di Landini. Ma loro, incapaci di allearsi con gli ampi settori sociali dell’ambientalismo radicale, della sinistra senza virgolette, dei comitati, potranno dire che hanno votato contro, e continuare a governare con Salvini. Foglie di fico e piante carnivore, nello stesso tempo, mangiatori di democrazia.

 

 

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