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Vedere da Codogno quel papa solo solo in quella piazza

Settima lettera da Codogno a Popoff. Puoi pensarla come vuoi sulla fede ma quel vecchio, stanco e piegato, ha fatto il suo dovere

da Codogno, Francesco “baro” Barilli e Lele Corvi

Ti sei offeso, che l’altra volta ho scritto a Gallera e non a te? Dai, non fare così. Che voglio più bene a te che a Gallera!… Ok, non ci vuole molto. Allora diciamo: voglio MOLTO più bene a te che a Gallera… Non basta? Vabbè, accontentati che torno a scrivere a te. Dopo pochi giorni.

La molla, già l’immagini, è la preghiera del Papa in una Piazza S. Pietro deserta e spettrale. Una cosa che ha fatto partire molte reazioni sui social, anche nel mondo a noi vicino. Si va dai duri e puri (che non si fanno ingannare, loro, e non dimenticano le colpe secolari della romana chiesa!!!) fino a quelli che si sono commossi. In mezzo, mille sfumature: una sorta di nuova catena sui social: “io non sono cattolico, ma…”. Io ti dico: semplicemente, guarda Il Giornale (on line; cartaceo non so, che manca solo che mi metto a prendere Il Giornale…): NON c’è traccia dell’evento.

Niente, nada (almeno ora che ti sto scrivendo; magari più tardi correggono il tiro). Quello è l’unico punto da cogliere. E’ difficile? OK, provo a spiegarti, a costo di qualche brutalizzazione. Sì, il piano “politico” è l’unico che mi interessa. Ma bisogna intendersi, che persino la politica sarà riscritta, dopo ‘sto casino, e ora siamo solo in una fase di transizione.

La fede, mi chiedi? Chi crede andrà avanti a credere, e farà viceversa chi non crede (e faranno bene entrambi). Questo è per me l’unico atteggiamento possibile. In fondo si basa molto sul socratico “so di non sapere” che mi fa da bussola da tempo. Del resto, il processo a Socrate fu un processo politico, ammantato artatamente di elementi religiosi… Questo ci porterebbe fuori strada, ok … e comunque Socrate, nella sua celebre autodifesa, non si sottrasse all’elemento religioso che permeava quel processo (e permeava la società ateniese… ti ricorda nulla?). Un piccolo inciso: le colpe storiche della chiesa non mi sfuggono.

Scusa lo slancio (forse arrogante): il mio passato lo testimonia, non ho bisogno d’altro. Ma non è questo ad essere in discussione. Una frase come quella del papa di ieri (“non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo pensato di rimanere sani in un mondo malato … Su questa barca ci siamo tutti”), se sarà davvero capita, potrà dare una legnata al sovranismo e al “cattivismo” (passami il termine) di Messer Felpa e Soci che nessun altro saprebbe dare. Seguimi, seguimi…

Ora, ti riporto uno stralcio di segno ben diverso. E’ Vittorio Feltri, 3 o 4 giorni fa, si rivolge a Salvini. Le maiuscole sono mie.

“…Ti seguo in tv e rimango perplesso. Hai perso verve, affermi cose di cui non sei convinto. Che ti succede? È indubbio che il Coronavirus abbia ammosciato tutti. Proprio tutti tranne Giuseppi, per il quale il morbo è stato un ricostituente. Costui sul piccolo schermo appare ogni tre minuti, felice come una Pasqua, pimpante, la malattia lo ha ringalluzzito sebbene ciò non gli impedisca di dire bischerate sesquipedali. TU NON PUOI LASCIARGLI DELLE PRATERIE DI CONSENSO, devi frenarlo, abbatterlo, almeno zittirlo. CAVALCA LA PAURA DELLE GENTE COME SAI FARE TU, non permettere di essere accantonato quasi fossi diventato una comparsa. REAGISCI DA PAR TUO COME SE TI TROVASSI AL COSPETTO DI UNA NAVE PIENA DI AFRICANI CLANDESTINI. In tal modo riconquisterai la tua posizione apicale…”

Ora: questi sono i termini dello scontro. Mi piacerebbe fossero diversi, ma non lo sono: sono questi. E te lo dico da immunodepresso, di Codogno, con un lutto alle spalle per il Covid. Te lo dico da agnostico “prima e dopo ieri”. E forse proprio per questo, “da esterno”, non sono rimasto “folgorato sulla via di Damasco/Piazza San Pietro”: semplicemente non mi sfugge la portata del gesto. Una portata (sia ben chiaro) totalmente intenzionale. Ti ripeto e specifico quanto dicevo nell’inciso. Lo so, la chiesa di ieri è la stessa dell’intolleranza e di mille altre monnezze. Proprio per questo, almeno mi sembra, Papa Francesco ieri mi è sembrato un uomo come gli altri, colpito da una realtà che nemmeno lui capisce. In questo, ti confesso, mi è piaciuto molto. Come mi è piaciuto vederlo piegato e addolorato, stanco e affaticato. Solo, e con una responsabilità davanti a milioni di persone che, piaccia o meno, si aspettano da lui conforto e risposte. Invece lui era lì a farsi delle domande, e ha voluto farsele come capita a tutti e insieme a tutti.  Puoi pensarla come vuoi su fede e “indulgenza plenaria”. Ma quel vecchio, stanco e piegato, si è preso la sua responsabilità, ha fatto il suo dovere.

 

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