“Mia madre è invalida al 100%. Ho pronta una tanica di benzina per l’arrivo dell’ufficiale giudiziario”. Urgente la proroga degli sfratti ma non per il governo
di Isabella Borghese
Quando si parla di precarietà abitativa si ha a che fare sempre con persone, famiglie. Abitualmente con bambini, portatori di handicap, invalidi. In ogni caso con chi manca di un diritto fondamentale, quello “alla casa”.
Nessuno promuove la violenza, nessuno è dalla parte di gesti folli e manifestazioni che possano mettere a repentaglio l’ordine pubblico, eppure tutti siamo dalla parte di chi non vive con un tetto sicuro sotto la testa.
Dunque, nessuno, è dalla parte di un governo folle che attualmente ha messo in discussione l’istituzione delle case popolari, parlando di una vendita all’asta delle stesse, così come era stato sancito nell’articolo 3 della Legge 80, adesso, sembrerebbe in revisione. E nessuno è dalla parte di un governo che non mostra interesse alcuno per arginare il problema degli sfratti.
Laddove infatti le istituzioni dovrebbero operare per un passaggio da “casa a casa”, attualmente il ministro Lupi risponde con il mancato inserimento, all’interno del decreto mille proroghe, della proroga sfratti.
Ma fa anche di più: incolpa Comuni e Regioni. I Comuni per aver lavorato male, le Regioni per non aver amministrato i soldi. Soldi, che a sentire i sindacati non sarebbero sufficienti a risolvere alcun problema, perché finirebbero anche solo per dare una risposta alle emergenze.
Tutti parteggiamo, dunque, e in modo indubbio, per soluzioni non temporanee, ma definitive, da mettere in atto con politiche strutturali facendo in modo che, in caso di difficoltà da parte di una famiglia di restare in un alloggio, si possa usufruire nella soluzione più dignitosa che dovrebbe prevedere “il passaggio da casa a casa”.
Nel sito dell’Unione Inquilini Roma, www.unioneinquiliniroma.it, uno spazio istituzionale, che permette anche la partecipazione di inquilini, e di tutti i protagonisti della precarietà abitativa, diverse sono le domande, le paure, le esigenze che i cittadini raccontano per ricevere risposte concrete ai loro problemi. Urgenti, di certo.
“Che schifo – è la dichiarazione di Antonio a proposito della mancata proroga sfratti – avranno fatto un accordo con gli imprenditori che comparano e vendono appartamenti…voglio vedere come mi faranno lo sfratto insieme a mia madre invalida al 100%100. Ho già pronta una tanica di benzina per come arriva l’ufficiale giudiziario ..GOVERNO DI MERDA ! CHI HA VOTATO PER RENZI SI DEVE SPUTARE IN FACCIA DA SOLO”.
“Sono invalido civile al 75% – scrive invece Maurizio – per problemi psichiatrici e con malattia autoimmune in corso (probabile spondilite anchilosante), senza fissa dimora da 6 anni (certificato ass.sociali), non in grado di lavorare. 280 euro al mese, ho presentato domanda per c.a.t., mi hanno risposto “ci dispiace, non c’è disponibilità…”. Presentata domanda per casa comune ultimo bando (in attesa graduatoria). Dormo dove capita, ho scritto all’ex assessore Ozzimo, 2 volte al sindaco Marino, ma la situazione non è cambiata…Ho tre possibilità: occupo una casa,muoio per strada, mi arrendo alla sfiga e mi uccido”.
Insomma c’è gente che “dorme dove capita”, e c’è un governo che risponde “non a caso, ma con disinteresse dichiarato verso i più disagiati”.
Sono solo alcune delle dichiarazioni/testimonianze che permettono di fare un quadro della situazione attuale, dello stato in cui riversano migliaia di famiglie. Ricordiamo che in Italia servirebbero 100.000 alloggi di residenza pubblica, e che negli ultimi 5 anni abbiamo raggiunto quasi 350 mila sentenze di sfratto.
Oggi, 20 gennaio, dalle 10 alle 13 alla Camera per il diritto alla casa e per la proroga degli sfratti.
Vediamo di evidenziare lo status quo delle locazioni private, almeno per esperienza personale oppure di quelle delle persone a me vicine. Dicasi inquilino un soggetto che può entrare in casa altrui, e decidere al posto del proprietario quando quest’ultimo può rientrarne in possesso, nemmeno dopo che sono trascorsi decenni dalla scadenza del contratto. Dicasi inquilino un soggetto che può entrare in casa altrui, non pagare, e stare da 18 mesi a svariati anni, grazie alla prassi giudiziaria, gratis sulle spalle del proprietario di turno. Se poi lavora in nero non è nemmeno lontanamente intaccabile. Come possono mai passare per vittime ed essere creduti?
io ho in mente una definizione diversa: l’inquilino – in genere – è un lavoratore che paga l’80% del suo stipendio (a roma, napoli, milano, bologna è questa la proporzione) per vivere in una casa non sua. la definizione di proprietario la lascio all’immaginazione del lettore. grazie per l’attenzione, continui a seguirci
Come chiamare la circostanza che vede l’inquilino e non il proprietario decidere quando quest’ultimo può rientrare in possesso del *PROPRIO* immobile nemmeno dopo *DECENNI*? Anche se pensandoci bene si va oltre all’espropriazione visto che, a capo del proprietario, si perdono di fatto soli i diritti ma non i doveri. Come doveri mi vengono in mente l’ingente tassazione e la suscettibilità a essere pignorabili. Come diritti mi viene in mente il rientro del proprio immobile che non è riconosciuto, di fatto, nemmeno dopo anni, anni e anni. Entrambe le parti hanno rispettivamente già dato e già avuto con disparità al dir poco kafkiane.