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Manchester, Mediterraneo. Contro ogni forma di barbarie, ovunque

La barbarie è sempre espressione di un programma reazionario. Patriarcato, liberismo, integralismo e razzismo sono inestricabili e si alimentano tra loro a spese dell’umanità

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di Checchino Antonini
Strage di ragazzine a un concerto pop a Manchester, strage di bambini nel Mediterraneo. Barbarie infinita che ha mostrato in poche ore la sua faccia più feroce sterminando persone innocenti, inermi, diversissime tra loro, da un capo all’altro dell’Europa. C’era chi sperava, in quella città dell’Inghilterra di passare una serata memorabile con la cantante preferita e i propri amici, chi nel mare aperto tra l’Africa e l’Europa, sperava solo di scampare ai rischi di naufragio e ai trafficanti di carne umana e passare la notte in un centro profughi con i propri compagni di viaggio. Ma l’orrore è lo stesso. Come quello che proviamo per le stragi di civili curdi in Rojava da parte dei soldati di Erdogan, di civili siriani ad Aleppo sterminati dall’esercito di Assad, dalle milizie jihadiste, dagli strumenti ipertecnologici delle potenze occidentali, dagli aerei di Putin o donne e uomini yemeniti trucidati dai piloti arabi, dai copti egiziani vittime della jihadm alle migliaia di africani torturati dai trafficanti in Libia, fino ai campesinos messicani e i loro figli studenti ammazzati dai narcos. Ovunque si manifesti la barbarie il nostro orrore e il medesimo. Attentati, respingimenti alle frontiere, guerra, naufragi, repressione di massa, crimini di odio, femminicidi. Dentro ciascuna di queste forme ci sono tracce e germi di tutte le altre. Patriarcato, liberismo, integralismo e razzismo sono inestricabili e si alimentano tra loro a spese dell’umanità.
Restare umani, allora, vorrà dire non dividere la solidarietà, non distinguere tra le vittime, non sottomettere l’umanità e la compassione ad alcun criterio geopolitico, religioso, razziale o nazionale.
Restiamo umani, ossia internazionalisti. E rifiutiamo le stragi di innocenti come forma di dichiarazione politica. E’ per questa ragione che saremo tra coloro che manifesteranno contro il G7. Per la stessa ragione,il sottotitolo della nostra testata è “giornalismo o barbarie”. O costruiamo un racconto condiviso degli sfruttati o la barbarie ci avvolgerà col suo perverso modo di inventare nemici, conflitti orizzontali per nascondere la lotta di classe dall’alto e globale. La barbarie è sempre espressione di un programma reazionario. Un attentato come quello del Bataclan o di Manchester non porterà alcun sollievo alla famiglia yemenita che ha perso una persona amata uccisa con armi britanniche o al genitore palestinese, il cui figlio è stato ucciso con esplosivi pagati dal governo degli Stati Uniti.
Contro la barbarie ovunque.
Una versione di questo articolo è anche pubblicata su anticapitalista.org

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