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Migranti minori non accompagnati. E’ emergenza accoglienza

Sono eritrei, siriani, egiziani, sengalesi o nigeriani che hanno meno di 18 anni, sono i migranti minori… in tutti i sensi. [Marina Zenobio]

di Marina Zenobio

migranti

Nel corso del 2013 sono stati quasi 5000, nei primi quattro mesi di quest’anno sono oltre 3300 i minori migranti sbarcati via mare sulle coste siciliane, la maggior parte dei quali – 2245 – non accompagnati, rappresentando ormai il 20 per cento dei migranti che abbandonano i loro paesi per sfuggire alla guerra, a regimi dittatoriali o alla fame. Sono soli, giovanissimi, magari affidati ad altri migranti dai genitori perché non in grado di pagare il viaggio per tutta la famiglia. Sono i più deboli tra i deboli, in maggioranza maschi, di origine eritrea, egiziana, siriana, ma anche gambiana, maliana, senegalese e nigeriana. Soltanto a fine maggio, in un unico sbarco ad Augusta, ne sono arrivati 200, in maggioranza di origine eritrea. I dati sono di Save the Children e denuncia anche che la maggior parte dei minori arrivati in Italia «sono ammassati in strutture non idonee e in pessimecondizioni igieniche».

Nella sola Sicilia orientale, in particolare nella provincia di Siracusa interessata dall’operazione Mare nostrum, i dati dell’associazione riportano la presenza di almeno 500 minori soli non accompagnati ospitati in strutture temporanee, cioè di prima accoglienza, nella maggior parte dei casi in condizioni assolutamente inaccettabili e non adeguate. Un’ex scuola di Augusta, per esempio, pur presentando criticità da ogni punto di vista, ospita 140 minori non accompagnati ammassati tutti insieme, in condizioni igieniche pessime. E’ andata un po’ meglio a 12 ragazze arrivate sempre ad Augusta che, grazie alle pressioni dell’Associazione, sono state trasferite in luogo più idoneo perché era improponibile e ingestibile la convivenza con minori maschi non accompagnati. Altri sono stati ospitati nella struttura Don Orione, sempre nel siracusano, dove le condizioni almeno igieniche sono migliori ma i ragazzi sono costretti a convivere con anziani, persone con disagio mentale. Convivenze difficili per un minore, così la tensione sale e qualcuno è riuscito a scappare con tutti i rischi che ne conseguono per un giovanissimo straniero in un paese sconosciuto. Dovevano essere strutture di accoglienza temporanea, utilizzate per il minor tempo possibile, e invece, come in particolare nel caso dei minori non accompagnati ospitati nel centro papa Francesco di Priolo Gargallo, sono lì addirittura da cinque mesi. «Questo – secondo Save the Children – significa che tutto il sistema dei minori non accompagnati, che dovrebbe prevedere il loro collocamento in comunità idonee nel più breve tempo possibile, non sta funzionando» con gravissime ripercussioni spico-fisiche sulle vite dei minori.

Il nodo più problematico di tutta la questione rimane la carenza di strutture sul territorio italiano in grado di accogliere i minori stranieri a cui si aggiungono le difficoltà economiche per gli enti locali di supportare nuovi arrivi. Già dall’ottobre del 2013, dopo il naufragio che costò la vita a 366 migranti, su iniziativa di Save the Children in collaborazione con altre associazioni, è stata presentata una proposta di legge per fronteggiare l’emergenza, per rafforzare il sistema di accoglienza e integrazione dei ragazzi, anche attraverso la possibilità di affidare i minori a famiglie d’appoggio invece che in struttura d’accoglienza non idonee. Dal 3 giugno la proposta di legge è ferma in prima commissione, mentre i nuovi sbarchi previsti per l’estate renderanno l’emergenza minori stranieri non accompagnati, all’interno della generale emergenza nell’accoglienza dei migranti, sempre più esplosiva.

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