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No Muos conquistano le antenne del mostro

 Sette attivisti hanno espugnato la base Usa alla vigilia del corteo contro il Muos di Niscemi. Il commento di Nicoletta Dosio, la lettera aperta del movimento. Il cambio di percorso del corteo

di Checchino Antonini

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Ci avverte Nicoletta Dosio: “La scorsa notte gli attivisti NO MUOS sono entrati ancora una volta nella base americana di Niscemi e sono saliti sulle antenne, dove rimarranno ad oltranza.

Hanno portato con sé uno striscione che grida la loro denuncia contro il Muos, ma anche contro l’acquisto degli F35 e non ultimo, ribadisce piena solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio portato avanti da Israele nella Striscia di Gaza.

La Valsusa che resiste è con la Resistenza NO MUOS e con la Resistenza Palestinese.

Uscire, subito, dalla NATO è condizione indispensabile per fermare la guerra. Fuori l’Italia e l’Europa dalla NATO! Fuori la NATO dall’Italia e dall’Europa, anzi, dal mondo!“.

Anche l’Agi riprende la notizia: “Sono pronti ad affrontare il carcere e a portare avanti la loro protesta ad oltranza i sette attivisti “No Muos” che dalla tarda serata di ieri sono arrampicati sulle tre antenne della stazione satellitare della Marina militare statunitense di contrada Ulmo, a Niscemi (Caltanissetta). “Dall’alto di queste antenne – scrivono in una lettera aperta – contempliamo la bellezza della sughereta, dell’alba e del tramonto, la luna e l’abbondanza della natura.

La vista delle parabole, delle antenne e l’aridità della base ci fa percepire tutta la bruttezza della guerra. Vogliamo liberare il pianeta, la Sicilia, la sughereta da un pezzo importante di questo incubo”. I manifestanti chiedono lo smantellamento della base e la sua riconversione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace, il trasferimento del denaro per gli F-35 per progetti sociali ed ecologici elaborati dal basso, la fine della collaborazione militare e commerciale con Israele, da poco condannato per violazione dei diritti umani, fino a quando si arrivi a una soluzione giusta e condivisa tra Israele e Palestina. Ancora, “il blocco delle vendite di aerei e armi da combattimento da parte delle nostre fabbriche a tutti i Paesi violatori di diritti umani e la conversione del denaro e degli sforzi militari e polizieschi (Mare nostrum, Cie, Cara) usati solo per rinchiudere migranti e deportarli”. Gli attivisti rivolgono anche un appello ai giudici e ai magistrati affinché appoggino la loro azione di lotta.

Intanto, a causa del divieto della questura di svolgere il corteo all’interno della Sughereta di Niscemi, perché giudicato pericoloso, il corteo previsto per domani, 9 agosto, si svolgerà in contrada Ulmo. La questura ha ritenuto pericolosa la presenza dei manifestanti all’interno della riserva naturale “Sughereta di Niscemi” Non sembra che abbiano avuto lo stesso trattamento gli invasori americani che, dal 1991, hanno disboscato, distrutto e deturpato la meravigliosa zona boschiva per costruire reti, antenne, colate di cemento e parabole satellitari.

Il concentramento è previsto alle ore 15,00 al Presidio No Muos.

Ecco, infine, la lettera del movimento:

“QUESTA VOLTA VOGLIAMO TUTTO IL DIRITTO DI VIVERE IN PACE”:

Dall’alto di queste antenne contempliamo la bellezza della sughereta, dell’alba e del tramonto, la luna e l’abbondanza della natura. La vista delle parabole, delle antenne e l’aridità della base ci fa percepire tutta la bruttezza della guerra. Si tratta di strumenti orribili che servono a uccidere, bombardare, creare sofferenza, mutilazione, paura, morte.

 Noi oggi decidiamo di restare a oltranza, su queste antenne diaboliche e maligne, perché vogliamo liberare il pianeta, la Sicilia, la sughereta da un pezzo importante di questo incubo. Amiamo la libertà, ma siamo disposti ad affrontare l’orrore del carcere pur di ottenere una vera liberazione dalla logica e dalla logistica della guerra. Soprattutto questa volta siamo determinati a ottenere tutto.

 1. Lo smantellamento della base e la sua riconversione in centro internazionale per l’accoglienza, la solidarietà e la pace.

2. Il trasferimento del denaro per gli F-35 per progetti sociali ed ecologici elaborati dal basso.

3. La fine della collaborazione militare e commerciale con Israele, da poco condannato per violazione dei diritti umani, fino a quando si arrivi a una soluzione giusta e condivisa tra Israele e Palestina. Il blocco delle vendite di aerei e armi da combattimento da parte delle nostre fabbriche a tutti i paesi violatori di diritti umani.

4. La conversione del denaro e degli sforzi militari e polizieschi (Marenostrum, Cie, Cara) usati solo per rinchiudere migranti e deportarli, creando e rendendo operativo da subito un piano di accoglienza solidale e diffuso che preveda il salvacondotto consolare europeo per i migranti che scappano da guerre e dittature, dando l’esempio agli altri paesi.

Questo è fare politica. Il Movimento No Muos crede in soluzioni pratiche, umane e solidali per il benessere collettivo e per la salute di madre terra (come la chiamano gli indigeni delle Americhe). Fino ad adesso il Parlamento, il Governo e la Presidenza della Repubblica hanno ignorato il problema della guerra e si sono rifiutati di interloquire con il Movimento. Noi oggi chiediamo un cambiamento e lo domandiamo a partire da richieste precise e concrete. Ai compagni e alle compagne, ad amici e parenti, a tutte le persone che amano la pace, la libertà e la terra domandiamo: vogliamo veramente mettercela tutta per fermare l’orrore e creare la bellezza?

 Gaza brucia, bambini e grandi vivono e muoiono nella disperazione della guerra. Militari di tutto il mondo giocano e interpretano il ruolo dei boia perdendo l’umanità nelle loro divise. In solidarietà al popolo palestinese abbiamo colorato simbolicamente il nostro corpo di rosso.

Per liberarci dalla rassegnazione e ribellarci alla guerra, se lo vogliamo, il momento è ora, Il momento è qui: a Niscemi. Siamo qui a riprenderci la terra per terminare questo stupro fatto alla sughereta e rifertilizzarla con alberi e allegria. Ora è il momento di ottenere tutto. Ora vogliamo il diritto di vivere in pace.

Ai giudici e ai magistrati che vogliono veramente esercitare un’azione di giustizia, chiediamo di appoggiare quest’azione e tutte le azioni di liberazione della sughereta e della terra dalla guerra. Chiediamo di desistere dalla bieca applicazione di leggi lontane dal rendere giustizia nei confronti di popoli oppressi che vogliono una libertà vera.

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