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E se il Titolo V fosse stato cambiato anche per privatizzare i beni comuni?

Il capo direzione e analisi economico-finanziaria del dipartimento del Tesoro: per pagare il debito bisogna espropriare Comuni e Regioni delle utilities e venderle, è questo il vero affare. (video)

 

di Franco Fracassi

 

 

Ecco che cosa aveva dichiarato lo scorso anno a un giornalista de La7 Lorenzo Codogno, capo direzione e analisi economico-finanziaria del dipartimento del Tesoro, a proposito della necessità delle privatizzazioni per risanare il debito pubblico: «Il problema è che non prendi tantissimo, perché ho fatto il calcolo un po’ di tempo fa sono dodici miliardi. Meno di un punto di Pil. La vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi. Il problema è che non sono nostri, dello Stato. Sono dei Comuni e delle Regioni. Quindi, bisogna cambiare il Titolo V della Costituzione ed espropriare i Comuni e le Regioni».

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Pochi giorni prima l’allora ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni si era espresso così: «Per ridurre il debito stiamo anche considerando la possibilità di vendere le nostre partecipazioni in aziende controllate dallo Stato: Eni, Enel, Finmeccanica».

D’accordo anche Franco Bassanini (Pd), presidente della Cassa depositi e prestiti (cassaforte del ministero del Tesoro): «L’Italia è stata colpita dalla crisi più di altri Paesi. Quindi, in Italia oggi si possono fare investimenti e finanziamenti a condizioni molto favorevoli. Ci sono ottime opportunità d’investimento in Italia. Io non mi appassiono alle privatizzazioni. Le privatizzazioni vanno fatte con molta cautela. Perché il rischio della svendita è altissimo».

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